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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2015

6 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2015L’Intervista zare la protesi totale: si parte dalla determinazione della posizione dei denti anteriori a livello estetico e quindi si segue l’andamento della cresta incisale, fino a determinare il corretto orientamento del piano occlusale. Si procede poi all’analisi dei rapporti occlusali per assicurare ai nostri restauri una corretta fun- zione. Al termine dell’analisi di tutti questi parametri si è pronti per pro- cedere alla formulazione del piano di trattamento vero e proprio. Quali semplici concetti devono essere ricordati in questa analisi? Bisogna tenere a mente che l’analisi riguarda tutti i parametri estetici e funzionali classici. Si parte per pri- ma dall’analisi del viso, per passare poi all’analisi dento-labiale e valu- tare poi, nell’ordine: l’andamento e il profilo incisale; l’esposizione den- tale a riposo; la linea e l’ampiezza del sorriso; e il corridoio labiale. Solo alla fine ci si sofferma all’a- spetto dentale e quello gengivale, concentrando a mano a mano la nostra attenzione sempre più sul dettaglio. In una recente intervista ha dichiarato che i clinici devono prendersi la responsabilità estetica e funzionale, non delegabili al tecnico. Può ribadire per i nostri lettori questo suo punto di vista? Purtroppo molto spesso il tecnico è costretto a inventarsi un lavoro senza avere i necessari input da parte del clinico su come modifi- care la posizione dentale originale al fine di ottenere un risultato ide- ale. Questa è in realtà una valuta- zione che spetta al clinico, al quale compete la valutazione di tutti gli aspetti sia estetici che funzionali oltre, naturalmente, a quelli fone- tici che ci danno indicazioni utili sulla posizione dei denti. Solo il clinico è infatti in grado di analiz- zare il paziente alla poltrona, ed è quindi lui l’unico soggetto preposto a rilevare tutti i dati. Sulla base dei quali potrà, poi, indicare al tecnico le modifiche da apportare alla si- tuazione originale. Sulla base delle informazioni ricevute il tecnico cre- erà prima la ceratura di diagnosi e poi il provvisorio, che rappresente- rà nient’altro che la materializza- zione del piano di terapie stabilito dal clinico con il paziente. Lei ha sempre coltivato relazioni e collaborazioni straordinarie con odontotecnici italiani. Il panorama odontotecnico italiano è davvero ricco di personaggi eccel- lenti, ed è superfluo che io ribadisca quanto sia fondamentale nel nostro lavoro il rapporto tra protesista e odontotecnico. >> pagina 7 Mauro Fradeani: come nasce un corretto piano di trattamento protesico << pagina 1 In questi ultimi anni che cosa è cambiato per il protesista? Da oltre un decennio si è sostanzial- mente modificato il nostro modo di operare. I trattamenti protesici oggi sono molto meno invasivi, grazie alla possibilità di effettuare preparazioni dentali molto meno aggressive che permettono di man- tenere una maggiore quantità di smalto. Questo grazie allo svilup- po di tecniche adesive sempre più all’avanguardia che, al di là di ogni altra tecnologia a disposizione, CAD/CAM e digitale, ci consento- no di preservare il più possibile la struttura dentale. In una lezione lo scorso febbraio, al congresso di Milano della SIO, lei ha ribadito che l’analisi dell’estetica e della funzione devono precedere tutto. Certo, ritengo che sono alla base della formulazione di un corretto piano di trattamento. Tutto parte dall’analisi estetica, banalmente dai principi ormai noti dai tempi di Pound, che ci “insegnò” a realiz-

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