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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2015

26 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2015Revisione della Letteratura << pagina 25 Ancora, nel 2002, Schou et al., ef- fettuando uno studio sulle scim- mie, compararono la posizione del- la punta della sonda in condizioni di salute della gengiva/mucosa, di lieve e severa gengivite/mucosite e di parodontite/perimplantite. Nei siti sani o con lieve infiam- mazione tissutale la profondità di sondaggio variava da 0,5 mm a 2 mm in entrambe le tipologie di siti. Nei siti con severa infiamma- zione la profondità variava da 0,5 a 2 mm, anche qui in entrambe le tipologie di siti. Nei siti con parodontite, invece, la profondità variava da 1 a 4 mm, mentre in quelli con perimplanti- te da 2 a 6 mm. Per quanto riguarda la distanza tra punta della sonda e cresta ossea, in caso di tessuti sani non furono riscontrate differenze ed essa va- riava tra 0,5 e 1,5 mm. In caso di danno tissutale, invece, nei siti im- plantari la distanza riscontrata era di circa 0,5 mm; a differenza dei siti parodontali in cui la distanza aveva un range di variazione di 0,5-1,5 mm. Probabilmente la spiegazione del- la variazione di questo comporta- mento è data dal fatto che nei siti implantari mancano le fibre con- nettivali che, nel parodonto, si in- seriscono nel cemento radicolare conferendo un attacco tra tessuto molle e dente più saldo. L’assenza di queste fibre, in condizioni di infiammazione tissutale, facilita l’ingresso della sonda e la sua pe- netrazione fino al connettivo so- pracrestale nei siti perimplantari7 . Nel 1997 Mombelli et al. realizza- rono uno studio in cui si propose- ro di comparare la resistenza del tessuto al sondaggio e l’accura- tezza della determinazione della profondità applicando diversi li- velli di forza: 0,25 N; 0,50 N; 0,75 N; 1,00 N; 1,25 N; considerando un errore standard nell’accuratezza e riproducibilità di 0,2 mm per i siti implantari e 0,1 mm per i siti paro- dontali. I risultati hanno portato alla conclusione che un cambia- mento nella forza ha un maggior impatto nella profondità di son- daggio nei siti implantari piutto- sto che in quelli parodontali. La di- stanza media tra punta della sonda e cresta ossea perimplantare è 0,75 +/− 0,60 mm alla forza di 0,25 N. Una forza di sondaggio superiore a 0,4 N è fortemente sconsigliata nelle pratiche quotidiane, poiché rischia di ledere irrimediabilmen- te il sigillo epiteliale perimplanta- re, compromettendo la funzionali- tà dell’impianto. Quindi gli autori conclusero che i siti perimplantari sono decisamente più sensibili alle variazioni di pressione di son- daggio, anche se minime, rispetto ai siti parodontali6 . Lo studio di Gerber et al. del 2009 ha valutato la correlazione tra pressione di sondaggio e sangui- namento al sondaggio in denti na- turali e impianti. Da questo lavoro è emerso che nei siti implantari, aumentando la forza di sondaggio di 0,1 N da 0,15 N, la percentuale di sanguinamento al sondaggio au- menta del 13,7%, invece nei denti naturali cresce del 6,6%. Nei denti naturali non sono quindi stati rilevati significativi aumenti nella profondità di sondaggio ap- plicando forze di 0,15 o 0,2 N. Nei siti implantari invece, passan- do da una forza di 0,15 N a 0,25 N si è verificato un aumento nella profondità di sondaggio di 3 mm. Questo indica che il sigillo perim- plantare è più sensibile alla pe- netrazione della sonda rispetto a quello gengivale4 . Studi sulla guarigione tissutale Dopo una serie di studi riguar- danti la pressione di sondaggio intorno agli impianti, Etter et al. nel 2001 si proposero di valutare un parametro che non era ancora stato preso in considerazione. Essi infatti studiarono il livello di distruzione del sigillo epiteliale che può verificarsi in seguito al sondaggio perimplantare. Dopo tre mesi dall’inserimento implantare iniziò lo studio, che venne svolto esercitando una for- za di sondaggio standardizzata di 0,20/0,25 N. I siti implantari ven- nero sondati per 7 giorni consecu- tivi. Ne risultò che la sonda riusci- va generalmente a raggiungere la zona più apicale dell’epitelio, cau- sando quindi una separazione net- ta tra quest’ultimo e la superficie implantare. La punta della sonda riusciva persino a raggiungere il connettivo sopracrestale. Ciò no- nostante non venne rilevata nes- suna separazione all’interno del compartimento connettivale. Passati i 7 giorni iniziò la fase di controllo in cui venne osservato che nel giro di cinque giorni si ri- stabilì un nuovo attacco epiteliale, risultando in una completa rige- nerazione del sigillo della mucosa implantare. In definitiva lo studio portò gli autori a fare la seguente conside- razione: il sondaggio perimplanta- re, con una forza standardizzata di 0,20/0,25 N, non causa danni irre- versibili al tessuto molle in condi- zioni di salute3 . Lo studio di Schwarz et al. del 2010 concorda pienamente con il prece- dente. Il lavoro del 2010 si pose la premessa di investigare l’influen- za di un frequente sondaggio clini- co durante la fase di guarigione di un saldo sigillo mucosale. Essi eseguirono un sondaggio stan- dardizzato dei siti implantari dopo 2, 4, 8 e 12 settimane di guarigione. Il frequente sondaggio clinico, du- rante questa fase, fu associato a un’aumentata profondità di tasca ma, come nello studio precedente, il sigillo epiteliale tende a rifor- marsi nel giro di pochi giorni. Le analisi istologiche rivelarono che al giorno 0 (giorno in cui venne effettuato il sondaggio) la punta della sonda si trovava molto vici- na al margine coronale del tessuto connettivo. Le stesse analisi effet- tuate dopo 5 giorni dimostrarono la totale riformazione dell’attacco epiteliale. Dopo 7 giorni, confrontando questi siti con altri non sondati, non ven- ne riscontrata alcuna differenza. Anche Schwarz et al. quindi arri- varono alla conclusione che il son- daggio clinico, effettuato con lievi pressioni, non porta alla formazio- ne di danni irreversibili8 . Conclusioni Il sondaggio perimplantare è una pratica che presuppone l’acqui- sizione di determinate compe- tenze da parte dell’operatore che lo effettua: esso deve possedere una certa sensibilità tattile, deve conoscere perfettamente l’anato- mia del complesso perimplantare e le sue differenze con quella pa- rodontale, e la forza da applicare alla sonda durante l’esecuzione di questa procedura clinica. Questo procedimento ha un ruolo multiplo e deve completare l’ini- ziale valutazione visiva dei tessuti perimplantari. Lo scopo è quello di valutare la reazione emorra- gica del tessuto nel momento dell’inserimento della sonda, di determinare la presenza di fattori eziologici (placca e tartaro) sotto la mucosa e in prossimità delle spire implantari e di monitorare l’integrità del sigillo epiteliale. Il tessuto perimplantare non deve essere traumatizzato, proprio per questa ragione diversi autori si sono cimentati nello studio spe- rimentale delle corrette forze da applicare alla sonda e dei tipi di sonda da utilizzare. Quasi tutti gli studi hanno ripor- tato gli stessi risultati, ovvero che la forza di sondaggio più adatta da applicare alla sonda in modo da non ledere i tessuti e il sigillo epiteliale è 0,20-0,25 N. Le sonde in teflon e in peek sono risultate essere le più adeguate per- ché soddisfano al meglio i requisiti che una sonda per impianti deve possedere, cioè: – sono flessibili; – si adattano perfettamente all’a- natomia implantare; – hanno durezza minore di quella del titanio, rendendo impossibi- le la lesione della superficie im- plantare; – non traumatizzano il tessuto molle pur applicando una pres- sione lievemente maggiore di quella standard. Il sondaggio perimplantare può provocare sanguinamento. Esso non è necessariamente correlato alla presenza di infiammazione della mucosa, ma a un’eccessiva forza di sondaggio che porta la punta della sonda alla stimolazio- ne del tessuto connettivo sopra- crestale, il quale è vascolarizzato e sanguina. Pertanto il sondaggio clinico dei tessuti perimplantari rappresen- ta una reale, attendibile e ripro- ducibile procedura diagnostica in grado di monitorare lo stato di salute o malattia dei tessuti. Questa sottovalutata procedura è quindi l’unica, insieme alla rac- colta di materiale radiografico, in grado di identificare preventiva- mente la presenza di segni e sin- tomi della malattia perimplan- tare e permette al professionista di mettere in atto procedure atte al mantenimento dell’impianto osteointegrato. Di conseguenza il sondaggio può essere considerato come un fat- tore di prevenzione primaria, in caso di salute tissutale, o un fat- tore di prevenzione secondaria in presenza di mucosite, per evitare che essa si trasformi in perim- plantite causando danni irrever- sibili e irrimediabili. 1. Abrahamsson I, Soldini C. Probe penetration in periodontal and peri-implant tissues. An experimental study in the beagle dog. Clinical Oral Implants Research. 2006 Dec;17(6):601-5. 2. Ericsson I, Lindhe J. Probing depth at implants and teeth. An ex- perimental study in the dog. Journal of Clinical Periodontology. 1993 Oct;20(9):623-7. 3. Etter TH, Håkanson I, Lang NP, Trejo PM. Healing after stan- dardized probing of the perimplant soft tissue seal: a histo- morphometric study in dogs. Clinical Oral Implants Research. 2002 Dec;13(6):571-80. 4. Gerber JA, Tan WC, Balmer TE, Salvi GE, Lang NP. Bleeding on probing and pocket probing depth in relation to probing pressure and mucosal health around oral implants. Clinical Oral Implants Research. 2009 Jan;20(1):75-8 5. Lindhe J, Lang N, Karring T. Parodontologia Clinica e Implan- tologia Orale. Quinta edizione. Edi-ermes; p 543-44. 6. Mombelli A, Mühle T, Brägger U, Lang NP, Bürgin WB. Com- parison of periodontal and peri-implant probing by depth- force pattern analysis. Clinical Oral Implants Research. 1997 Dec;8(6):448-54. 7. Schou, S., Holmstrup, P., Stoltze, K., HjrtingHansen, E., Fiehn, N.E. & Skovgaard, L.T. Probing around implants and teeth with healthy or inflamed peri-implant mucosa/gingiva. A histologic comparison in cynomolgus monkeys (Macaca fascicularis). Cli- nical Oral Implants Research 2002, 13: 113-126. 8. Schwarz F, Mihatovic I, Ferrari D, Wieland M. Influence of fre- quent clinical probing during the healing phase on healty peri- implant soft tissue formed at different titanium imlant surfaces: a histomorphometrical study in dogs. Journal of Clinical Perio- dontology. 2010 Jun;37(6):551-62. bibliografia Fig. 3 - Sonda in Peek.Fig. 2 - Sonda in Teflon.

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