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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2015

38 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2015Meeting & Congressi Parlano Nitzan Bichacho e Gerhard Seeberger FDI Dal Congresso di Chia i nuovi plus degli impianti: più salute e costi accessibili Un tempo l’implantologia era “roba da ricchi”, più di re- cente era obiettivo di viaggi all’estero, ora non ci sono più barriere, l’impianto è per tutti, e non solo nel low cost ma anche dal professionista di grido. È il tema che si insinua nel corso di implantologia-periodontologia che il professor Nitzan Bichacho dell’Hadassah Medical Campus e Gerhard Seeberger speaker FDI presentano l’11 giugno a Chia, in ambito pre-congressuale alla vigilia dell’VIII Congresso internazionale dell’Associazione italiana odontoiatri. La relazione, dal titolo “Rivedere il complesso trans-mucoso nelle riabilitazioni implantari. La ricerca dell’adattamen- to ottimale dei tessuti”, si rivolge a chi cura pazienti che hanno perso i denti e sono in cerca di un risultato estetico oltre che di un corretto percorso di riabilitazione in grado di minimizzare la diminuzione ossea e la recessione della mucosa peri implantare. «La tecnologia – spiega Bichacho – ci offre margini per venire incontro alle esigenze economiche dei pazienti sia sotto il profilo degli impianti sia sui costi di fabbricazione nei laboratori. Invece per le esigenze biologiche, come ad esempio la conservazione dell’apparato trans-mucoso di cui trattiamo a Chia, non si può fare a meno della qualità e di un buon professionista». «I produttori di impianti – continua Bichacho – sono in gra- do di conciliare miglior qualità a costi ridotti rispetto al passato. Un dentista che riesce a reperire questi prodotti offre un ottimo argomento a un paziente per rivolgersi a lui. Ma quando si arriva al dunque, alla performance cli- nica, alla conoscenza richiesta, è preferibile avere buona qualità a prescindere dai costi: in medicina e odontoiatria non ci sono “pasti gratis”. Invece si possono ridurre i costi nel trattamento funzionale. Se un paziente manca di tutti i denti, si possono inserire meno impianti e avere ugual- mente un ponte di qualità. Si può “evitare” la porcellana senza perdere in funzionalità o in estetica. E si possono ul- teriormente contenere i costi degli impianti con i processi computerizzati che oggi usiamo nei nostri studi, il CAD/ CAM design concilia tecnologia e costi inferiori». Chiediamo, i quali condizioni si ottengono successi estetici in soggetti anziani o con dentatura compromessa? «Intanto, non evitando l’approccio interdisciplinare ma avvalendosene sempre più spesso. Oggi inoltre abbiamo protocolli stringenti per accompagnare i processi fisiolo- gici e biologici e garantire stabilità a lungo termine ai tes- suti e miglior risultato estetico. Infine, i nuovi materiali e il design degli impianti consentono di ottenere un aspetto naturale e minimizzare le alterazioni tissutali». Per Bichacho il congresso di Chia in Sardegna «è un’occa- sione per offrire uno sguardo a tutti i dentisti sui cambia- menti necessari alle nostre vite professionali. La scelta del luogo in Sardegna consente di combinare un programma di alto livello e un soggiorno attraente che permette ai partecipanti l’opportunità di non mancare a un evento di punta». A Chia saranno presentati, analizzati e discussi i migliori parametri per il successo implantare, attraverso una serie di casi clinici. In più c’è la possibilità di seguire un corso pratico. Come spiega Gerhard Seeberger, correlatore con Bi- chacho, «impianti singoli e multipli sono stati realizzati con tecniche minimamente invasive e con il massimo rispetto per la biologia garantendo una guarigione dei tessuti senza complicanze. I pazienti hanno bisogno di una preparazione più mentale che clinica, cui deve immaginare il team odontoia- trico preparato e specializzato per eseguire una qualsiasi te- rapia chirurgica. Il concetto del mantenimento della situazione biologica tramite un impianto a inserimento e carico immediato piace e coinvolge un paziente motivato superando facilmen- te l’evento negativo dell’estrazione necessaria. La chance della manutenzione degli impianti muniti di provvisorio subito dopo l’inserimento aiuta a evitare il rischio di in- fezioni e infiammazioni. Come in altri protocolli di realiz- zazione di un “prodotto” la diminuzione del numero degli step ha il suo effetto benefico in termini di costi biologici ed economici. Spesso per la presa dell’impronta di preci- sione non è necessaria nessuna preparazione del moncone, o, in misura minima, solo della parte coronale. L’Italia è, da un lato, un paese nel quale la percentuale degli anziani è in rapido e significativo aumento e, dall’altro, quello dove l’e- stetica ha sempre avuto la sua parte. Combinare estetica e contingenze si può con una professione intellettuale nella quale l’atto medico ha ancora il suo valore». Ufficio stampa AIO L’osmosi scientifica senza confini Da Gerusalemme a Roma Sabato 18 aprile 2015 a Roma, presso la sala con- ferenze dell’Auditorium Antonianum di Viale Manzoni 1, l’ordine provinciale dei medici chi- rurghi e degli odontoiatri di Roma, coordinato da Roberto Pistilli e Sabrina Santaniello, ha or- ganizzato un corso di aggiornamento dal titolo: “Procedurea OBG. Innesto Onlay di osso autolo- go per l’inserimento di impianti”. Il corso è stato tenuto dalla dott.ssa Devorah Schwartz Arad di Tel Aviv, la quale, oltre ad aver ricoperto importanti ruoli didattici presso va- rie istituzioni nel suo Paese, è stata relatrice a meeting e conferenze in Europa e Stati Uniti. Il tenore degli argomenti trattati ha conferma- to la fama che la precede, dimostrando il rigore scientifico e l’eleganza chirurgica, volta alla ri- generazione ossea, alla socket preservation con una particolare attenzione all’implantologia post-estrattiva. La relatrice ha enfatizzato la necessità di dedi- care particolare cura ai tessuti molli e alla loro sutura. Questa premura, richiama alla mente la mission di Marco Ronda, ospite dello stesso so- dalizio romano nel novembre del 2014. La messe di immagini presentate durante la re- lazione ha fugato ogni eventuale dubbio sulle varie procedure terapeutiche illustrate. Molti degli astanti hanno così potuto fare un paralle- lismo tra un argomento trattato durante questa riunione e le sessioni tenute nel novembre del 2012 e nel 2013, nella stessa sede, da Tiziano Te- stori e Massimo Simion a proposito delle varie opzioni terapeutiche disponibili per la riabili- tazione dei mascellari atrofici. La dott.ssa Schwartz Arad ha attratto l’attenzio- ne dei convenuti attraverso la presentazione di casi clinici, la cui soluzione può essere attuata in ambiente ambulatoriale o non, indicando le possibili soluzioni in strut- ture adeguate. Molte delle nozioni illustra- te durante la giornata sono parte del libro da lei scritto dal titolo Ridge preserva- tion and immediate implan- tation. Suggestiva è stata la disa- mina dell’impatto dell’an- sia nel processo di guari- gione dei pazienti. Questo argomento, pur facendo parte dell’intuizione di tut- ti noi, è stato confermato attraverso una documenta- ta esposizione. L’interesse dimostrato dai colleghi è stato percepibi- le dall’assedio di domande alle quali è stata sottoposta la relatrice durante i vari intervalli. Ancora una volta la volon- tà di una manciata di per- sone ha permesso a molti colleghi di ampliare le conoscenze, instillando nozioni e dubbi, stimolando la curiosità scien- tifica, in grado di riverberarsi positivamente sull’attività professionale. Luigi Grivet Brancot

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