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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2015

7Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2015 L’Intervista Semplicemente lineare GMT 38314 © Nobel Biocare Services AG, 2015. Tutti i diritti riservati. Nobel Biocare, il logo Nobel Biocare e tutti gli altri marchi di fabbrica sono, salvo diversa dichiarazione o evidenza dal contesto in un caso specifico, marchi di fabbrica di Nobel Biocare. Esclusione di responsabilità: alcuni prodotti potrebbero non avere l’approvazione o l’autorizzazione alla vendita da parte degli enti normativi in tutti i mercati. Rivolgersi all’ufficio vendite locale Nobel Biocare per informazioni sulla gamma dei prodotti esistenti e la loro disponibilità. NobelParallel™ Conical Connection NobelParallel Conical Connection è lineare nel disegno e nell’applicazione. Offre una flessibilità straordinaria che sarà apprezzata sia da clinici esperti sia da chi ha meno esperienza. 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Visitate nobelbiocare.com/nobelparallel << pagina 6 Al di là di quella che è un’esperienza ultratrentennale con Giancarlo Bal- ducci, che per me è stato ed è tutt’o- ra un riferimento fondamentale, ho collaborato anche con altri tecnici, sviluppando con tutti un tipo di col- laborazione e d’intesa straordina- rie. In Italia ci sono non solo grandi artisti ceramisti, ma anche grandi odontotecnici, che sono due figure ben diverse. L’abbinamento di queste qualità diventa fondamentale al fine del mantenimento nel corso degli anni, del manufatto protesico, idea- lizzato sia sotto il profilo estetico sia sotto quello funzionale, con indubbia soddisfazione nostra e del paziente. Parliamo dell’aspetto economico del piano di trattamento. È una funzione che può incidere sull’estetica? L’aspetto estetico ed economico non sono necessariamente in contrasto. È ovvio che una protesi fissa realiz- zata su numerosi impianti ha un co- sto completamente diverso da una protesi totale mobile, una “dentiera” per intenderci. Questo non vuol dire che sul piano estetico, a prescindere dal fatto che il risultato finale sia una protesi fissa o rimovibile, ci debba es- sere una gestione dell’aspetto esteti- co differente. I parametri da valutare sono gli stessi, sia in una riabilitazio- ne fissa sia in una riabilitazione rimo- vibile. È doveroso, in ogni caso, cerca- re di garantire al paziente la migliore estetica e funzione. E il digital dentistry? Bè: devo dire che non è il futuro, è il presente... E in questo campo ci stia- mo davvero sforzando al massimo per tracciare un tipo di percorso digi- tale assolutamente innovativo, ma ne parlerò meglio in seguito. Dott. Fradeani, dal 1987 oltre di clinica si occupa di formazione, sia in qualità di relatore, presso congressi nazionali e internazionali, sia con il centro corsi ACE a Pesaro, fondato 15 anni fa. Qual è la sua percezione attuale? In tutti questi decenni si è sviluppato un tipo di informazione sempre più facile e alla portata di tutti, che oggi ci permette davvero di non avere più nessun tipo di barriera. Questa im- mediatezza rende disponibile quasi istantaneamente quanto di nuovo viene scoperto e messo a punto e, pro- prio per questo, rappresenta per noi anche uno stimolo continuo nel fare nuove ricerche e sviluppare nuove tecniche, che ci portano a migliorare il nostro lavoro. Quindi, molto è cam- biato. Il mondo digitale e Internet ci hanno fornito molti vantaggi profes- sionali. Negli anni Ottanta avevamo praticamente solo la TV e quello era il tempo dei guru provenienti dagli Stati Uniti: ci sembravano intocca- bili, anche quando proponevano per dieci anni la stessa presentazione, senza cambiare una diapositiva. Oggi l’accesso alle informazioni è fa- cilitato, la richiesta formativa sempre più esigente e riguarda una platea sempre più qualificata. Tutti i giorni dobbiamo migliorarci, cambiare al fine di ottimizzare le nostre presen- tazioni, tenendo in considerazione lo sviluppo che quotidianamente ha la nostra professione, cosa che ci obbli- ga a tenerci informati, aggiornati e preparati. Se non altro per soddisfare le aspettative di chi ambisce a impa- rare da te il più possibile se ti succede, come è accaduto a me di recente, di ritrovarmi lo stesso dentista in sala nelle prime file dei congressi ai quali ho preso parte negli ultimi tre mesi tra Milano, New York e Sidney. Si sente più un insegnante o un clinico? Una cosa non può escludere l’altra: sono assolutamente interconnesse, al cento per cento. Sono un clinico. Cerco di insegnare quello che faccio e che metto in pratica a livello clinico. Dedicandomi tanto alla didattica (i corsi che tengo presso l’ACE Institute e i vari impegni congressuali mi oc- cupano ogni anno mediamente per 100/120 giornate) a un certo punto ho anche pensato di smettere di la- vorare e fare solo l’insegnante, ma è impossibile. Puoi insegnare solo se hai ovviamente un’adeguata prepa- razione che va, comunque, continua- mente testata e corroborata dalla tua esperienza clinica quotidiana. L’esperienza cambia continuamente: grazie all’aiuto delle tecnologie in re- golare sviluppo, al fine di migliorarsi in ciò che si fa ogni giorno, si elabora- no e si mettono a punto nuove meto- dologie. Per cui devo dire che questa è forse una domanda insidiosa, che tende a separare due ruoli che invece a mio avviso devono per forza convi- vere, nel senso che non si può essere un grande insegnante se non si è un grande clinico. A meno che non si fac- cia il ricercatore puro. Ma la storia continua: sappiamo che adesso Mauro Fradeani inizia un altro ambizioso progetto. Questo è davvero un progetto am- bizioso, uno dei più importanti del- la mia vita. Nel corso di tanti anni dedicati alla formazione ho avuto il privilegio di conoscere presso l’ACE Institute, in occasione dei miei corsi annuali, molti colleghi animati dalla mia stessa passione per la professio- ne. La frequentazione e la collabora- zione assidua con alcuni di loro, par- ticolarmente talentuosi e veramente interessati, mi ha portato a creare un gruppo di lavoro con l’obiettivo di condividere, divulgare e promuovere a livello internazionale e mondiale un modello italiano di eccellenza odon- toiatrica, caratterizzato dal rispetto del rigore clinico e associato alla mas- sima semplicità operativa, che oggi è veramente il cuore del nostro lavoro. Ho formato questo gruppo, che ho chiamato Mauro Fradeani Education Group, che si propone di diffondere schemi operativi didattici fondati sulla tradizione e sull’esperienza, ma proiettati assolutamente verso l’in- novazione tecnologica. Quali sono i nostri obiettivi e che cosa facciamo in pratica? Stiamo predisponendo un progetto piuttosto ambizioso, che andrà ad affiancare alla modalità di- dattica più tradizionale dei corsi, sia base sia avanzati, che continueremo a tenere qui presso l’ACE Institute ma anche in altre sedi sia in Italia sia all’estero, una sorta di community online e offline, finalizzata a trasmet- tere aggiornamenti professionali in maniera mirata e continuativa. Na- turalmente continuerà anche l’attivi- tà congressuale di tutto il gruppo in conferenze nazionali e internaziona- li. Ma, soprattutto, stiamo ultimando la realizzazione di un’app multime- diale ideata per guidare il professio- nista nella formulazione del piano di trattamento protesico. Un grazie davvero sentito a tutti i colleghi che condividono con me que- sta avventura e che hanno permesso la formazione del Mauro Fradeani Education Group, li voglio citare qui: Leonardo Bacherini, Tiziano Bombar- delli, Giacomo Fabbri, Stefano Gori, Francesco Mintrone e Roberto Turrini. Siamo particolarmente coinvolti da questo nuovo progetto che ver- rà ufficialmente presentato il 16 maggio prossimo nell’ambito di un appuntamento gratuito e aperto a tutti: “Study Club 2015 – The Future is now” che si terrà a Pesaro, presso l’Hotel Cruiser in Viale Trieste 281, sul lungomare di Pesaro. Che cos’è l’estetica per Mauro Fradeani. Per sua stessa definizione l’estetica è una nozione impossibile da definire in modo univoco, sulla base di criteri oggettivi. Ma la mia esperienza mi fa rispondere senza alcuna remora che l’estetica, in ambito odontoiatri- co è la capacità di realizzare restauri perfettamente integrati sotto il pro- filo sia estetico sia funzionale, non solo nell’ambito orale, ma anche nel contesto del viso del paziente modu- landone le esigenze estetiche con le necessità funzionali. Al termine del trattamento, grazie alla ritrovata capacità di sorridere serenamente, il paziente acquisisce una nuova sicurezza che ne cam- bia sostanzialmente la mimica del volto. Se lo sguardo e il sorriso gio- cano un ruolo fondamentale nella qualità espressiva di ognuno di noi e raccontano le emozioni meglio delle parole, è normale che un bel sorriso ci faccia sentire più sicuri e meglio accettati dagli altri. Un trattamento appropriato può, quindi, cambiare in maniera determinante l’atteg- giamento dei pazienti nella vita di relazione. Patrizia

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