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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2015

8 Lab Tribune Italian Edition - Maggio 2015L’Intervista << pagina 1 Ci ritroveremo in poco più di un mese, ben due volte a Roma: il 15 maggio davanti il Ministero della Salute per una manifestazione con sit in. Il 26 giugno presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati per l’edizione 2015 del Convegno del nostro Centro Studi. Due appuntamenti ineludibili? Assolutamente sì. Il Convegno del Centro Studi, che quest'anno avrà come titolo: “La questione odontotecnica: innovazioni & dintorni”, intende dare seguito all’appuntamento annuale di ini- zio estate avviato lo scorso anno. Intendiamo organizzare una sede di dibattito e confronto su un tema di assoluta attualità per l’odontotecnica italiana, nell’ambito delle più generali pro- blematiche della “questione odontotecnica”. La sede del Convegno sarà sempre la Camera dei deputati, in una location davvero bella e suggestiva, la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto in via del Se- minario. San Macuto è stata una delle carceri della Santa Inquisizione, ma lasciamo ad altri le vesti di improbabili Torquemada. In breve, conserviamo alcuni elementi quale il periodo (inizio estate), la sede (la Camera dei deputati), il mainstream (la questione odontotecnica), i relatori (mondo politi- co, accademico, della ricerca), ma apportando ogni anno elementi di novità (quest’anno le innovazioni tecnologiche e il loro impatto). Altro elemento di novità per ANTLO sarà la manifestazione davanti al Ministero della Salute. Manifestare per ANTLO non è proprio un elemento di novità. Nell’ultimo decennio, ANTLO ha organiz- zato una manifestazione molto partecipata, all’i- nizio del 2006, davanti Palazzo Chigi cui seguì un convegno al Cinema Capranica. A febbraio 2007, organizzammo un sit in più dimensionato davanti il Ministero della Salute. Non è certo nella cultura e nella storia odontotecnica il ricorrere a manife- stare in piazza, se non in casi di assoluta necessità. E ora? Ricorre l’assoluta necessità di manifestare? Per rispondere verrebbe voglia di prendere a pre- stito lo slogan del movimento delle donne “se non ora, quando?”. ANTLO non vuole drammatizzare alcune tematiche che affliggono l’odontotecnica italiana, ma la realtà basta a dimostrare che non si può rimanere inermi ad assistere alla fine di questa nostra attività. Quindi, “se non ora, quan- do manifestare?”. L’odontotecnica italiana rischia davvero la sopravvivenza? Stiamo vivendo una sorta di “tempesta perfetta”, il perfetto combinato di una serie di fattori tutti estremamente negativi, che di fatto procedono a minare la sopravvivenza stessa dell’odontotecni- ca italiana. Un portato di vecchi e nuovi elementi, alcuni in qualche misura già previsti e denun- ciati, e altri – come l’impatto delle innovazioni tecnologiche – non prevedibili, almeno nei tempi della loro concretizzazione e del conseguente im- patto sulla nostra attività. Cos’era prevedibile? L’insostenibilità di un certo modello di odonto- iatria e di certe fallimentari scelte. Un modello quasi tutto im- perniato sull’offerta privata e, per un ventennio, impermeabile a qualsiasi nuova modalità di sostanziare la domanda, come la mutualizzazione, defiscalizzazione e trasparenza dei costi delle prestazioni, con l’assoluto predominio di logiche corporative che hanno determinato un drastico calo degli accessi alle cure e, di fatto, negato un adeguato livello di salute orale, soprattutto alle fasce meno abbienti della popolazione. Non chiediamo che si in- toni il mea culpa, ma almeno una rivisitazione critica delle scel- te operate e pervicacemente praticate negli ultimi vent’anni, e non analisi tanto autoconsolatorie quanto infondate. Il turismo odontoiatrico, l’avvento dei low cost, i grandi network odonto- iatrici sono la conseguenza naturale della netta chiusura delle corporazioni odontoiatriche e non certo figli – come ci è capitato di leggere ultimamente – delle timide lenzuolate di liberalizza- zione economica dell’allora ministro delle Attività produttive, l’onorevole Bersani. Ultimamente ANDI si è pronunciata favorevolmente all’avvento del terzo pagante. Abbiamo colto con favore questo importante segnale, anche se arrivato con molto ritardo. Bisognerebbe poi stabilire le moda- lità e i tempi in cui si concretizza tale apertura alla mutualiz- zazione, che però deve estendersi anche alla defiscalizzazione e alla trasparenza dei costi delle prestazioni. Si sono pronunciati favorevolmente anche quanti, in ambito odontoiatrico da venti anni, hanno tuonato contro e si apprestano a raccogliere il setti- mo mandato ordinistico. È lecito, credo, rammentare Tomasi di Lampedusa con il suo: «Se tutto deve rimanere com’è, è necessa- rio che tutto cambi». Ecco perché, oltre a chiedere un nuovo mo- dello di odontoiatria, ANTLO chiede una Conferenza nazionale sull’odontoiatria, dove siano chiamati a concorrere a definire gli assi strategici di intervento tutti i soggetti della filiera, compresi odontotecnici e pazienti. Nello specifico odontotecnico, quali obiettivi vi proponete con la manifestazione del 15 maggio? Intanto difendere lo spazio professionale che, in soldoni, significa soprattutto non opporsi assolutamente alle innovazioni tecno- logiche, ma garantire al paziente analoghi requisiti di sicurezza e salute oggi garantiti dagli adempimenti e obbligazioni delle Direttive comunitarie. È stata individuata una possibile via, chiediamo al Ministero di praticarla con sollecitudine. Chiedia- mo inoltre che venga approvato finalmente il nuovo profilo e che venga posto un argine alla campagna di criminalizzazione della categoria, ma chiediamo anche la costituzione presso il Ministe- ro di una apposita Commissione per- manente per l’odon- totecnica, al pari di quella per gli odon- toiatri. Abbiamo re- datto un manifesto che riporta scopi e obiettivi della ma- nifestazione, e su questo manifesto in- tendiamo mobilitare soci e non soci. Se fosse vivo, De Gaulle forse potrebbe defi- nire con sarcasmo questo nostro ma- nifesto come “vaste programme”, ma la nostra non è un’eser- citazione velleitaria di buoni propositi e irraggiungibili obiet- tivi, ma il “minimo sindacale” dato il con- testo di riferimento. Avete definito il 15 maggio come la giornata di “festa & protesta” degli odontotecnici. Sì. Come recita il ma- nifesto, gli odontotec- nici il 15 maggio 2015 «escono dai labora- tori per non chiuder- li», per «protestare» contro l’incuria in cui versa l’odontoiatria e la categoria, ma anche per «cantare e suonare» alla bellez- za e all’orgoglio del proprio lavoro e «per esercitare il diritto a difendere il futuro della propria attività», tutelando i diritti co- stituzionali dei citta- dini. Della delegazione che chiederà di parlare con il Ministero faran- no parte tre studenti delle scuole di odontotecnica del Nord, Centro e Sud perché è al futuro che intendiamo rivolgere lo sguardo con la nostra manifestazione. Sarà inoltre presente la ANTLO band – che si è esibita con grande successo al Congresso di Montesilvano – con il compito non solo di intrattenere i par- tecipanti tra un intervento e l’altro, ma anche di testimoniare con la musica la nostra passione e il nostro orgoglio di essere odontotecnici che non si rassegnano. Odontotecnici in piazza: se non ora, quando? Dental Tribune intervista il presidente ANTLO, Massimo Maculan, in vista dei prossimi appuntamenti dell’associazione blematiche della “questione odontotecnica”. La sede del Convegno sarà sempre la Camera dei deputati, in una location davvero bella e suggestiva, la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto in via del Se- minario. San Macuto è stata una delle carceri della Santa Inquisizione, ma lasciamo ad altri le vesti di improbabili Torquemada. In breve, conserviamo alcuni elementi quale il periodo (inizio estate), la sede (la Camera dei deputati), il mainstream (la li», per «protestare» contro l’incuria in cui versa l’odontoiatria e la categoria, ma anche per «cantare e suonare» alla bellez- za e all’orgoglio del proprio lavoro e «per esercitare il diritto a difendere il futuro della propria attività», tutelando i diritti co- stituzionali dei citta- dini. Della delegazione che chiederà di parlare

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