Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2015

8 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2015Clinica & Pratica Figg. 1a-f - Sostituzione di singolo dente con progettazione pre- e post-aumento in 3D. Estesi difetti nella lamina buccale, regioni 11 e 21 (1a). Le dimensioni dei difetti sono visibili sul piano sagittale (1b). Dopo l’innesto osseo orizzontale (1c). Progettazione tridimensionale post-aumento (1d). Post-impianto (1e). Paziente con corone (1f). Fig. 2 - Varietà anatomiche di riduzione apicale nella zona laterale della mandibola (classificazione secondo Atwood). Figg. 3a, 3b - Progettazione nella zona laterale della mandibola con set-up in situ (SICAT) (3a). Post-impianto con guida chirurgica per il controllo (3b). Vantaggi della progettazione implantare in 3D Andrea Grandoch, Peter A. Ehrl Introduzione L’implantologia è un argomento prevalentemente chirurgico e pro- tesico. Il suo scopo è il restauro sia funzionale che estetico. Oggi, si può inserire un impianto nell’osso mascellare con alta probabilità di successo se c’è un buon supporto osseo. Vi sono, tuttavia, preoccu- pazioni riguardo i difetti ossei, il posizionamento ottimale dell’im- pianto in senso estetico e funzio- nale e la situazione dei tessuti molli, possibili richieste di riabili- tazione parziale. Il numero ideale di impianti per grandi riabilita- zioni è ancora oggetto di dibattito. Funzionalità, durata ed estetica sono gli obiettivi che dovrebbe- ro, in generale, essere raggiunti nel modo più semplice possibile, utilizzando tecniche vantaggio- se e possibilmente reversibili con il minimo danno, anche nei casi problematici. Oggi il restauro dei denti è diventato più facile da otte- nere, ma si deve stabilire caso per caso se il rapporto costi-benefici è soddisfacente. Non esiste ancora un consenso su questi obiettivi e forse il suc- cesso può essere definito solo individualmente. Le aspettative riguardo le soluzioni implantari sono aumentate a causa dei signi- ficativi progressi tecnologici. Si può distinguere tra i criteri di suc- cesso generali validi per tutti gli impianti e i criteri per specifiche indicazioni. Mentre alcune società scientifiche raccomandano la so- stituzione dei denti persi con im- pianti come trattamento ottimale, tenendo presente che l’obiettivo è il ripristino delle condizioni natu- rali, si deve accertare in ogni sin- golo caso se questo è valido per la sostituzione di un singolo dente e di più denti. Le ragioni per soluzioni poco ot- timali sono molteplici, a partire da insufficienti condizioni inizia- li associate a un trattamento di più alto rischio fino a limitazioni socio-economiche. Non si può scri- vere di trattamento implantare in generale, visto che troppi para- metri giocano un ruolo, soprat- tutto perché ogni caso è diverso dall’altro. Inoltre, non ci sono rac- comandazioni generali sulla me- todologia. Ciò non sorprende, dal momento che vengono utilizzati diversi metodi, di cui molti hanno un’applicazione limitata e diven- tano rapidamente obsoleti. Non c’è un’ampia intesa sullo standard ottimale1 . Metodi Nel 2000, la CBCT è stata introdot- ta nella nostra clinica con iniziale esitazione e limitata a problemi più gravi e a malattie progressive. È stata utilizzata sempre di più e usata in quasi tutti gli ambulatori di implantologia fin dal 2008. La diagnostica tridimensionale offre indiscutibilmente una maggiore comprensione, aumentando così la qualità del trattamento. La pianifi- cazione tridimensionale, tuttavia, significa sempre dover conside- rare la pianificazione protesica e il substrato anatomico. Questo si fa in modo digitale o tramite mo- delli convenzionali. Anche prima dell’introduzione di tecnologie 3D, la pianificazione precedente2 ha dimostrato che visualizzare il risultato del trattamento de- siderato è utile per raggiungere l’obiettivo. Anche in questo caso, inizialmente abbiamo applicato la pianificazione tradizionale ai casi che richiedevano un ampio tratta- mento, fino a quando abbiamo im- parato che la pianificazione è utile anche per la sostituzione di singoli denti. Ognuna di queste tecniche – modelli tradizionali e scansioni CBCT – può essere utile, contri- buendo a un netto miglioramento dei risultati del trattamento nelle mani di un implantologo esperto. Il passo successivo sarebbe quin- di collegare queste due tecniche. Dopo che la navigazione a control- lo esclusivamente digitale è risul- tata imprecisa, i sistemi di guida chirurgica, basati su software di pianificazione sono diventati vali- di. Al momento, stiamo facendo il passo dal modello in gesso e cera, fino al modello digitale e alla rico- struzione digitale. Questo nuovo interessante approccio deve dimo- strare la sua validità prima nella pratica. Pertanto, dobbiamo deter- minare quali delle molte funzioni digitali sono essenziali nel tratta- mento del paziente. Caratteristiche principali della progettazione in 3D Solo la valutazione dei dati in 3D consente una decisione preopera- toria su come ottenere il risultato protesico desiderato. Con il risulta- to finale davanti agli occhi e nella mente, otteniamo una solida base per decidere sulla necessità e il tipo di aumento e se sono indicate protesi rimovibili o fisse in ma- scelle edentule. Ci sono spesso difetti ossei, la cui portata deve essere valuta- ta. Essi sono classificati secondo Fallschüssel e Atwood e la classi- ficazione dimostra che, di rego- la, la perdita ossea orizzontale si verifica per prima, mentre quella verticale è graduale. Il ripristino osseo orizzontale è importante nel restauro protesico principalmente per motivi estetici nella zona ante- riore e soprattutto per motivi fun- zionali nelle zone laterali, in rela- zione alla posizione dell’impianto nell’arcata dentale. Questi difetti possono essere corretti in modo ottimale mediante il ripristino chirurgico del volume osseo origi- nale. Per ogni caso si devono pren- dere le misurazioni per posiziona- re l’impianto (come l’inclinazione da eseguire da parte del chirurgo) e misurazioni per la protesi (che devono essere fatte dall’odonto- tecnico). In quest’ultimo caso, per esempio, le sporgenze buccali del- la corona o la morfologia delle mu- cose, impediscono il design igieni- co della struttura e molto spesso esita in carenze estetiche. Se è ne- cessario il ripristino del volume osseo verticale, ad esempio con di- fetti Fallschüssel Classe 4 frontali e 2 laterali o Atwood Classe 4, nella maggior parte dei casi deve essere seguita una tecnica in due fasi più costosa. A questo punto, si deve notare che quasi tutti i modelli di atrofia menzionati coinvolgono solo la mascella e non riguardano i componenti funzionali delle ar- cate dentali. Arutinov e collabo- ratori3 ritengono che questo deve essere compensato da impianti inclinati. Kinsel e collaboratori4 concludono che solo la lunghezza dell’impian- to è significativa per la perdita dell’impianto stesso. Ciò significa che deve essere utilizzato il mag- gior volume osseo possibile. Tutte le decisioni di pianificazione sopra menzionate si possono prendere tranquillamente solo se è valida l’informazione sia sull’anatomia in 3D sia sulla soluzione protesica desiderata. Le linee guida dell’As- sociazione Europea di Implan- tologia Dentale5 presentano una discussione critica di impianti inclinati e corti. Gli impianti incli- nati richiedono innanzitutto una qualità ossea superiore a 3, la pia- nificazione 3D e l’implantologia guidata. La pianificazione basata su un’impressione mediante la co- struzione di un modello è critica per il risultato finale del posizio- namento dell’impianto e quindi per la procedura. Questo determinerà le fasi di trat- tamento previste e l’esito del trat- tamento desiderato. Molto spesso, a tale passaggio non si accorda l’importanza necessaria nella pra- tica quotidiana. Un’adeguata pia- nificazione dovrebbe essere fatta dal dentista e si dovrebbe dare un apposito appuntamento al pazien- te per ottenere il consenso. Con le procedure in due fasi, può diven- tare necessario ripetere la pianifi- cazione dopo l’aumento e fare una seconda radiografia in 3D. Pianificazione digitale in 3D A tutt’oggi le possibilità di pro- gettazione protesica offrono delle alternative ai tradizionali modelli in gesso. Qui discuteremo di due strumenti di pianificazione prote- sica digitale, SimPlant (Materialise Dental) e SICAT/CEREC (Sirona). Entrambi sono alternative all’ap- proccio tradizionale sopra descrit- to mediante programmazione digitale. Con entrambi i metodi, la superficie dei denti vicini e dei tessuti molli viene scannerizzata e corrisponde ai dati radiologici in 3D. Questo può essere fatto da un modello in gesso (SimPlant e SI- CAT) o da una scansione intraorale (procedura OPTIGUIDE SICAT). Poi, viene creato un modello digitale con il programma di pianificazio- ne protesica. >> pagina 9

Sito