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implants - international magazine of oral implantology No.1, 2018

opinion _ impianti zigomatici tesico «la chirurgia odontostomatologica – ri- badisce Giannì – è appannaggio di entrambi sin dal lontano 1978 (anno di costituzione a Napo- li della prima Scuola di Specialità in Chirurgia Maxillo-Facciale ndr.)». A parte ogni polemica più o meno corporati- va, Giannì esprime l’auspicio di potere, odontoia- tra e chirurgo maxillo-facciale, lavorare insieme, come del resto sempre fatto in passato: «Utiliz- ziamo la stessa passione e testardaggine usata nella diatriba per colpire coloro i quali, odontoia- tri o chirurghi maxillo-facciali o peggio semplici abusivi, usano ancora oggi riabilitazioni implan- toprotesiche incongrue, fornendo così un reale servizio alla collettività e alla salute del cittadino, al di là dei meri interessi di categoria». _m.boc Per le gravi atrofie della mascella superiore basta agli odontoiatri un corso di due giorni? D a qualche tempo l’industria implantare propone corsi, tenuti da chirurghi maxillo facciali di grande esperienza, volti all’addestra- mento di odontoiatri finalizzati all’inserimento di impianti in zone assai poco accessibili, quali la zona pterigoidea palatina e zigomatica, quest’ul- tima raggiungibile mediante l’attraversamento totale o parziale del seno mascellare. Da alcune interviste realizzate con alcuni relatori di questi corsi che ho avuto modo di seguire, anche su cadavere, è emersa la specificità di tali tecniche implantari da parte dei chirurghi maxillo facciali, qualificati alla pratica di tali tecniche chirurgiche in virtù dei loro studi e dalla correlazione con la pratica quotidiana. Forti di queste abilità alcuni di essi tengono corsi sponsorizzati dalle aziende del settore, volti all’addestramento degli odontoiatri. Per contro gli odontoiatri e i medici che praticano la chirur- gia orale, se non addestrati per queste tecniche, non hanno una preparazione tale da poter ma- neggiare con dimestichezza tali presidi, i quali se non correttamente veicolati, sono in grado, per l’insidiosità dei siti anatomici ai quali sono desti- nati, di originare incidenti sempre molto gravi e spesso difficilmente contrastabili, fino a porre in pericolo la vita del soggetto. Il mercato può tentare di banalizzare le reali difficoltà ma l’anatomia di un soggetto è unica e quasi mai desumibile in virtù della miriade di va- rianti, dagli atlanti o dai testi, in particolare quel- la del soggetto con gravi atrofie dei mascellari al quale questa terapia si rivolge in modo elettivo. La pratica clinica sicuramente satura questa lacuna che resta in coloro i quali, fatto un corso della durata di uno o due giorni non acquisiscono l’esperienza necessaria e sufficiente per impiega- re tali tecniche e tantomeno per fronteggiare le complicanze relative. Senza la pratica chirurgica di chi questa professione esercita quotidiana- mente è molto improbabile condurre un inter- vento di tale portata con coscienza e perizia. _Luigi Grivet Brancot 1_2018 37

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