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implants - international magazine of oral implantology No.1, 2018

opinion _ impianti zigomatici “Problemi di confine” tra odontoiatri e chirurghi maxillo-facciali in ambito implantologico L a sovrapposizione di competenze capita in Medicina. A causa di “questioni di confi- ne” come, con immagine giornalistica, vengono definite, avviene che gli animi si riscaldino per affermare questioni di principio che talvolta nascondono (o vengono tacciate per) interessi corporativi. Questo succede perché, come dice giustamente una figura autorevole come Aldo Bruno Giannì, Ordinario di chirurgia maxillo-fac- ciale all’Università di Milano «viviamo nel Paese dei Guelfi e Ghibellini in cui non esiste la certez- za del diritto ma soltanto l’arroganza del proprio pensiero» e la forza dei numeri. A riscaldare gli animi in anni passati il que- sito è stato se in quali circostanze i chirurghi maxillo-facciali possano esercitare l’implan- tologia. Venne proposto nel 2008 al Ministro Ferruccio Fazio, Sottosegretario al Ministero della Salute da Sid Berrone, Ordinario Chirurgia. Maxillo-Facciale all’Università di Torino oltre- ché Presidente SICMF e da Aldo Bruno Giannì, allora Straordinario Chirurgia Maxillo-Facciale Università di Milano. Nella loro richiesta i due cattedratici richiamarono espressamente il pa- rere espresso nel marzo 2008 da Giovanni Le- onardi, uno dei Direttori Generali del Ministero della Salute, secondo cui «era preclusa la pos- sibilità per i laureati in Medicina e specialisti in Chirurgia maxillo-facciale di applicare impianti endossei con finalità odontoprotesiche». Se per implantologia dentale «s’intende una tecnica riferita al recupero della stabilità di denti o pilastri protesici attraverso l’utilizzo di monconi o perni – dissero allora Giannì e Berrone – non si può non essere concordi». Ma vi è implantologia e implantologia: quella dentale va distinta da quella endossea inserita anche a livello europeo nell’am- bito della chirurgia oro-maxillo-facciale, essendo non una tecnica protesica ma di chirurgia orale ed extraorale. «Quindi il dr. Leonardi – concluse- ro – si riferiva certamente alla prima». Altrimenti avrebbe contraddetto lo Statuto delle Scuole di in chirurgia maxillo-facciale Specializzazione dove all’art.2, si dice che «la Scuola ha lo scopo di formare specialisti nel settore professionale della chirurgia maxillo-facciale, ivi compresa la chirur- gia speciale odontostomatologica». Come ogni tecnica chirurgica l’applicazione di impianti endossei non è scevra da complican- ze (fratture patologiche dei mascellari, invasione delle cavità paranasali o addirittura della base cranica, lesioni del nervo alveolare e/o infraor- bitario, ecc.) e «solo lo specialista in chirurgia maxillo-facciale e non certo l’odontoiatra viene addestrato nei 5 anni di specialità, a trattare chirurgicamente queste condizioni morbose». Quindi l’implantologia endossea dovrebbe essere eseguita solo dal laureato in odontoiatria mal- grado non sia in grado di affrontarne le possibili problematiche cliniche? Altra osservazione: per- ché in altri possibili ambiti di sovrapposizione di competenze (es. in otorinolaringoiatria o chirur- gia plastica) non è mai stata invocata l’esclusivi- tà della professione odontoiatrica, ma solo con i maxillo-facciali in implantologia? Alla richiesta di un secondo parere lo stes- so Leonardi precisò salomonicamente che «il chirurgo maxillo-facciale può eseguire impianti a scopo odontoprotesico solo su indicazione e conseguente progettazione dell’intero piano di trattamento da parte dell’Odontoiatra». Afferma- zione chiara e certamente condivisibile secondo le norme in vigore e soprattutto del buon senso, che avrebbe dovuto porre un punto fermo, non fosse che il presidente CAO, Pippo Renzo, in una tavola rotonda dichiarò che la CAO sarebbe rima- sta ferma alla prima circolare Leonardi dal mo- mento che i laureati in medicina, come prescritto dalle norme europee, non possono esercitare la professione odontoiatrica. Prendendo ad esempio quanto avviene in altri paesi UE in cui il chirurgo maxillo-facciale non solo è solamente laureato in medicina ma inserisce impianti endossei a scopo odontopro- 36 1_2018

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