8 Pratica & Clinica Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2017 Riempitivi e suture: cosa potranno mai avere in comune? Prof. Mauro Labanca, libero professionista in Milano < pagina 1 Ogni volta in cui affronto que- ste tematiche, ovunque mi trovi dico sempre a tutti che sono pron- to a ricevere ogni tipo di domanda, tranne due: quale tipo di sutura preferisco e quale riempitivo pre- ferisco. A queste domande mi ri- fiuto di rispondere ritenendole of- fensive della mia professionalità. Mi spiego meglio: chiedermi quale sutura (o quale biomateria- le) preferisco presupporrebbe che io abbia un solo tipo di paziente, con un solo tipo di problema ed un solo tipo di soluzione. O, peggio, che a fronte di molte e differenti situazioni cliniche io le ge- stisca tutte in un solo modo. Ecco per- ché mi considererei offeso. Entrambi i prodotti hanno un ruolo fondamen- tale nel nostro operato quotidiano, ed entrambi possono se ben seleziona- ti ed utilizzati costituire un ottimo modo per risolvere un problema; se mal scelti ne faranno parte. Iniziamo a valutare il discorso biomateriale. Come diceva Albert Einstein, “Look deep into nature and you will understand everything bet- ter”: la nostra guida decisionale dovrà sempre essere basata sulla biologia e sulla logica della guarigione se voglia- mo scegliere il materiale giusto per il paziente e non per il nostro fornitore! Il passaggio successivo sarà com- prendere la differenza tra riparazio- ne e rigenerazione: mentre la ripa- razione prevede la guarigione di un tessuto senza il completo ripristino morfologico e funzionale della parte interessata, la rigenerazione vedrà una completa restitutio ad integrum dell’area in oggetto. Per ottenere una completa rigenerazione il difetto inte- ressato dovrà essere ripopolato dalle cellule adeguate, escludendo dalla zona di guarigione cellule limitrofe e di diversa origine (Tab. 1). Proprio per proteggere il sito in fase di guarigione nel tempo sono stati introdotti vari materiali, tra cui le membrane ed i riempitivi, con il precipuo scopo di ottenere il desiderato effetto barriera affinché il difetto fosse ripopolato con le cellule desiderate, molto spesso con una velocità di differenziazione enor- memente inferiore a quello delle cel- lule adiacenti (epitelio e connettivo). Detto ciò, l’altro importante aspet- to da considerare sarà il tipo di difet- to, la sua dimensione, la sua vasco- larizzazione, l’esistenza di eventuali patologie sistemiche concomitanti (ad esempio l’osteoporosi) o l’assun- zione di terapie farmacologiche (ad esempio i bifosfonati) (Tabb. 2, 3). Infatti è noto a tutti che anche senza alcun intervento da parte no- stra un difetto osseo sarà in grado di guarire spontaneamente (come ad esempio dopo una avulsione) grazie al potenziale rigenerativo posseduto dal periostio, nostro vero e potente al- Rigenerazione biologica CELLULE INDESIDERATE CELLULE ATTESE DIFETTO Tab. 1 Possibili Difetti ossei in Odontoiatria Siti post-estrattivi Difetti ossei a due o tre pareti Difetti ossei da causa parodontale Difetti ossei attorno agli impianti Grande rialzo del seno mascellare Rigenerazione crestale Difetti ossei dopo estrazione di elementi inclusi Difetti ossei dopo apicectomia Difetti ossei dopo asportazione di lesione cistica Tab. 2 Difetti ossei e guarigione ossea: Guarigione ossea spontanea Elementi da considerare per il potenziale rigenerativo Guarigione incompleta Localizzazione: capacità rigenerativa posseduta dal difetto Dimensione: ad esempio cisti, tumori ossei, ecc. Vascolarizzazione dell’area ossea interessata ed eventuale necrosi ossea Disordini del metabolismo osseo come l’osteoporosi Assunzione di farmaci (ad esempio i bifosfonati) Fattori sistemici e disordini metabolici (ad es. il diabete) Adeguata preparazione del difetto Formazione di un coagulo solido e stabile e buona chiusura primaria del lembo Tessuto molle osso Tab. 3 Tab. 4 Caratteristiche per un biomateriale da innesto Struttura minerale Che si tratti di materiale autologo, calcio fosfato, biovetro, di origine naturale o sintetica, deve sempre e comunque essere in grado di integrarsi totalmente o di essere riassorbito Funzione di mantenitore di spazio Il materiale innestato deve essere in grado di impedire la crescita di tessuto molle all’interno del difetto osseo Osteoconduzione Il materiale innestato deve poter formare un’intelaiatura che permetta la crescita al suo interno di cellule ossee native in grado di costruire nuovo osso autogeno Tab. 5 GBR con sostituto osseo non riassorbibile Riparazione-non rigenerazione Tessuto molle osso TIPI DI MATERIALE DA INNESTO Autologo Allografico Xenografico Alloplastico Kasaj, A. et al. Zahnmedizin up2date 4 (2010) 167-184 Tab. 6 GBR con materiale riassorbibile rigenerazione Tessuto molle osso Defect Materiale innestato riassorbibile Nuovo osso del paziente Innesto non totalmente riassorbito 8 > pagina 9 Tab. 7 Tab. 8