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Dental Tribune Italian Edition No. 10, 2016

7 Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2016 Trends Ortodontici 1. Gianolio A., Beretta M., Lanteri C., Lanteri V., Rapid and slow maxillary expansion: a postero- anterior cephalometric study World Journal of Orthod. Vol. suppl. 7th Int. Orth. Congress Sydney2010. 2. Lanteri C., Lerda F., Francolini F. L’espansore Lento Ammortizzato (ELA): un nuovo appa- recchio di espansione mascellare boll. Inform. Ortod.Firenze4:22-282005. 3. Lanteri C., Beretta M., Lanteri V. L’espansore lento ammortizzato (ELA) Boll. Inform. Ortod. 79:11-202007. 4. Lanteri C., Beretta M., Lanteri V. L’utilizzo dell’E.L.A. nell’espansione mascellare Dent. Trib.III,7:6-122007. 5. Lanteri V., Lanteri C., Sfondrini M.F. Un nuovo apparecchiodiespansionemascellare:l’espanso- re lento ammortizzato Atti IX Conv. SIOCMF LombardiaNembro(BG)2006. 6. Lerda F., Lanteri C., A new appliance for ma- xillary expansion: ELA (Espansore Lento Am- mortizzato)WorldJ.OrthodVol6suppl.6thInt. Orth.Congr.Paris,2732005. 7. Mobrici P., Beretta M., Lanteri V., Lanteri C. Caprioglio A., Dental skeletal and periodontal changes in adult patients treated with a slow maxillary expander., ATTI 89° Congress of Eu- ropean Orthodontic Society (Free Topics SP 251 pag.175)SantiagodeCompostelaJune2012 8. Gianolio A., Lanteri C., Lanteri V., Cherchi C. Un nuovo dispositivo per l’espansione lenta del mascellaresuperiore:l’espansoreriattivabilecon molle a balestra in nichel-titanio Boll. Inform. Ortod.93:2014. 9. Gianolio A., Lanteri V., Chierchi C. Rapid and slow maxillary expansion: a postero-anterior cephalometric study. European Journal of Pae- diatricDentistry,15/14,2014. 10. Gianolio A., Lanteri C., Lanteri V., Cherchi C. A new device for calibrated maxillary expansion. OrthoNews,1/38:1-10,2015. bibliografia < < pagina 6 La vite infatti agisce comprimen- do una doppia molla a balestra in Ni-Ti che, in fase di disattivazione, recupera le sue dimensioni, deter- minando un’espansione calibrata dell’arcata superiore (Fig. 1). Per dare risposta alla più ampia gamma possibile di contingenze cliniche, sono attualmente dispo- nibili in commercio quattro tipi di molle a balestra: 1. 6 mm/450 gr; 2. 6 mm/900 gr; 3. 9 mm/450 gr; 4. 9 mm/900 gr. Nel tipo da 6 mm le molle a ba- lestra sono due. Ogni attivazione determina un’espansione della vite di 0,1 mm. Mediamente si eseguono 10 attivazioni/mese, in un’unica seduta, raggiungendo in 3 mesi il numero massimo di atti- vazioni effettuabili, pari a 30. Il tipo da 9 mm è caratterizzato dalla presenza di tre molle a ba- lestra che permettono di ottenere l’espansione massima con 45 atti- vazioni, al ritmo di 15 attivazioni/ mese, in un’unica seduta (Fig. 2). Esempio clinico Il paziente (AG di anni 9) si è pre- sentato alla nostra osservazione per la presenza del morso crociato monolaterale destro, diagnostica- to correttamente dalla pediatra. Il consueto iter di valutazione cli- nica e documentale (modelli di studio, foto del volto e della boc- ca, ortopantomografia e telera- diografia latero-laterale) ha con- dotto alla diagnosi di: – classe I scheletrica e dentale in soggetto normodivergente; – stadio di dentizione mista pre- coce; – morso incrociato monolatera- le destro per iposviluppo tra- sversale del palato; – shift mandibolare verso de- stra con secondaria deviazione omolaterale della linea media- na; – lieve deficit di spazio dispo- nibile a livello degli incisivi laterali superiori (Figg. 3a-3j, 4a-4c). Gli obiettivi del trattamento sono: – espansione dell’arcata supe- riore per correzione del morso crociato monolaterale; – normalizzazione di overjet e overbite; – allineamento delle linee me- diane; – armonizzazione di forma e funzione delle arcate. La prognosi in casi simili è buo- na, soprattutto se si considera che non è richiesta alcuna colla- Figg. 7a-7j - A.G. di anni 9. Le foto finali dimostrano che gli obiettivi del trattamento sono stati raggiunti. In particolare si osserva la correzione del morso crociato monolaterale, la normalizzazione di overjet e overbite e la coincidenza delle linee mediane superiore e inferiore, per scomparsa dello shift mandibolare. S.N / A 82° +/- 3,5° 78° S.N / Pg 82° +/- 3,5° 76° A.N / Pg 2° +/- 2,5° 2° S.N / ANS.PNS 8° +/- 3,0° 7° S.N / Go.Gn 33° +/- 2,5° 31° ANS.PNS / Go.Gn 25° +/- 6 24° +1 / ANS.PNS 110° +/- 6,0 106° -1 / Go.GN 94° +/- 7° 96° -1 / A.Pg (mm) 2 +/- 2 mm 1 mm OVJ 3,5 +/- 2,5 mm 4 mm OVB 3,5 +/- 2,5 mm 2 mm +1/-1 132° +/- 6,0° 133° borazione e che abitualmente la compliance del paziente è buona, data l’assoluta assenza di dolore o di senso di trazione. Per la realiz- zazione del trattamento abbiamo scelto il Leaf Expander (LE), un espansore a forze leggere e co- stanti di nuova generazione, con doppia molla a balestra in Ni-Ti (Fig. 5). Ai controlli clinici mensili, ab- biamo osservato il progressivo aumento della luce tra i due ele- menti della molla. A partire dal secondo mese abbiamo iniziato a riattivare le molle, con un nu- mero di giri della vite sufficiente a permetterne il riavvicinamen- to delle stesse e la prosecuzione dell’espansione. Tale operazione è stata ripetuta mensilmente, rag- giungendo un totale di 30 attiva- zioni. Dopo 4 mesi dall’inizio dell’e- spansione, il morso incrociato è stato corretto e si attende la stabilizzazione del risultato con l’apparecchio in situ. Un’ulteriore attesa di 3 mesi ci ha permesso di apprezzare clinicamente l’eruzio- ne degli incisivi laterali superiori, la centratura delle linee mediane e l’armonizzazione della forma e funzione delle arcate, il raggiun- gimento quindi degli obiettivi prefissati. Le analisi cefalometriche e il ri- scontro radiografico confermano i risultati clinici ottenuti (Fig. 6, 7a-7j, 8a-8c). I risultati ottenuti comprovano l’efficacia, l’efficienza e la faci- lità di impiego dell’espansore lento ammortizzato, nella cor- rezione dei deficit mascellari trasversali nel paziente in cre- scita, con modalità che prescin- dono dalla collaborazione del paziente e non richiedono una particolare perizia dell’operatore. I vantaggi che abbiamo constata- to nell’impiego clinico, consisto- no principalmente in: – facilità d’attivazione; – controllo visivo dell’attivazio- ne; – sicurezza d’impiego; – non è necessaria la collabora- zione da parte del paziente; – movimento prevalentemente corporeo dei denti; – forze predeterminate, leggere e costanti; – predicibilità dei risultati. Gli effetti sono clinicamente e ra- diograficamente sovrapponibili a quelli raggiungibili con l’ERP, pertanto in condizioni svantag- giose per il suo impiego, il LE rap- presenta un’ottima alternativa. Ulteriori ricerche, già in corso, ba- sate su campioni più significativi, sono orientate verso il confronto con altre apparecchi di espansio- ne e si avvalgono sia di misurazio- ni sui modelli che di analisi line- ari e angolari sulle teleradiografie latero-laterali e postero-anteriori. L’articolo è stato pubblicato su Dental Tribune Italian Edition, giugno 2016. Figg. 8a-8c - Radiografia panoramica, teleradiografia latero-laterale e cefalometria finali. ANS.PNS / Go.Gn 25° +/- 624° +1 / ANS.PNS 110° +/- 6,0106° +1/-1132° +/- 6,0° 133°

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