Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition No. 10, 2016

18 Speciale Perio Tribune Italian Edition - Ottobre 2016 FARMACOLOGIA ODONTOIATRICA: gli aggiornamenti irrinunciabili Nell’arco di un decennio le conoscenze acquisite durante gli studi universitari vengono spesso superate dall’evoluzione della scienza applicata alla medicina condizionando negativamente le scelte terapeutiche ed esponendo il paziente a rischi per la salute e l’operatore a rischi medico-legali. Questo vale ancor più per le conoscenze farmacologiche necessarie ad affrontare la pratica odontoiatrica. Anche l’educazione continua, oggi obbligatoria, insegna le procedure odontoiatriche in senso stret- to, affrontando il “come si fa” in luogo del “perché si fa”. Il corso vuole trattare le implicazioni farmacologiche della pratica odontoiatrica, sottolineando gli aspetti che più di altri hanno subito evoluzioni significative nelle conoscenze e quelli che pre- sentano i maggiori rischi in relazione alle procedure odontoiatriche. Per ulteriori informazioni e/o iscrizioni chiamare lo 011 3110675 o scrivere a: info@tueorservizi.it N. Perrini Cenni storici sulle terapie antalgiche C. Scarpignato Uso appropriato dei FANS in Odontoiatria: benefici e rischi R. Mattina La antibioticoterapia e la profilassi in odontoiatria G. Campisi Farmaci antiriassorbitivi e antiangiogenetici: istruzioni per l’odontoiatra nella prevenzione e cura dell’osteonecrosi delle ossa mascellari (ONJ) L. Lo Muzio Nuove terapie in oncologia: implicazioni per il cavo orale G. Cervetti Nuovi anticoagulanti orali: consigli terapeutici per l’odontoiatria G. B. Desideri Il paziente polimedicato: dimensione del problema R. Rotundo Anti-biofilm therapy: razionale ed applicazione in Parodontologia e Implantologia M. Vano Nuove strategie per il trattamento dell’ipersensibilità dentinale M. Bossù Sostanze/Farmaci Anticarie F. Graziani Farmacologia in parodontologia A. Sardella Le patologie del cavo orale che richiedono sostitutivi salivari G. Ficarra Effetti collaterali dei farmaci e cavità orale CORSO on line ECONOMICO • FACILE • COMODO VALIDO dal 25 LUGLIO 2016 al 25 LUGLIO 2019 costo 90 euro iva compresa* *Il costo per l’acquisto è deducibile al 100%. < pagina 17 Parodontite, infezione polmonare cronica e pazienti affetti da fibro- si cistica sono esempi di malattie diverse, ma che presentano un’as- sociazione comune; sono patologie associate alla presenza dei biofilm. Varie infezioni nosocomiali come quelle connesse all’uso di catete- ri venosi centrali, cateteri urinari, protesi e valvole cardiache, devices ortopedici ecc. sono chiaramente associate a biofilm aderenti alla su- perficie del biomateriale. Queste in- fezioni condividono caratteristiche comuni, anche se le cause micro- biche e i siti di accoglienza variano notevolmente. La più importante di queste caratteristiche è che i batteri nel biofilm sono in grado di eludere le difese dell’ospite e resistono alla terapia antimicrobica. Modelli di biofilm in vitro hanno dimostrato la sopravvivenza batterica, dopo il trattamento con antibiotici, a con- centrazioni centinaia, o addirittura migliaia, di volte più alte della mi- nima concentrazione inibente dei batteri misurata in culture. I meccanismi noti di resistenza agli antibiotici, come pompe di flusso, enzimi che si modificano, mutazio- ni ecc. non sembrano essere respon- sabili per la protezione dei batteri in un biofilm. Anche i batteri sensibili, se aggrega- ti in un biofilm, modificano la loro suscettibilità all’azione dell’antibio- tico. Se, viceversa, vengono dispersi dal biofilm risulta molto più effica- ce la terapia, che deve essere il più possibile mirata (efficacia dell’an- tibiogramma). I batteri presenti in un biofilm persistono e attivano una tenace sopravvivenza, più che espletare una virulenza aggressiva, e tendono a creare cronicizzazione. Poiché la resistenza del biofilm di- pende dall’aggregazione dei batte- matrice del biofilm. Altri autori con- vergono su azioni sinergiche di più antibiotici al fine di destrutturare il biofilm. Valutazione parodontale Gli antibiotici sono aggiunte impor- tanti nel trattamento delle malattie infettive, compresa la parodontite. Le critiche più ampie che riguarda- no l’uso indiscriminato di questi farmaci è che tra i loro effetti colla- terali presentano lo sviluppo delle resistenze batteriche. La valutazio- ne delle resistenze batteriche è fon- damentale per una terapia corretta. La conoscenza dei meccanismi bio- logici derivanti dall’uso di antibioti- ci può aiutare il medico e la comu- nità dentale in generale a superare i problemi derivanti dall’uso indi- scriminato o non mirato. Di seguito possiamo valutare i meccanismi di azione degli antibiotici più comune- mente utilizzati per il trattamento parodontale (ovvero le penicilline, le tetracicline, i macrolidi e il metro- nidazolo) e i principali meccanismi di resistenza batterica a questi far- maci. La resistenza antimicrobica può essere classificata in tre gruppi: intrinseca, mutazionale e acquisi- ta. La penicillina, la tetraciclina e l’eritromicina sono farmaci ad am- pio spettro, efficaci contro i batteri gram-positivi e gram-negativi. La resistenza batterica alla penicil- lina può verificarsi a causa di una permeabilità diminuita della cellula batterica all’antibiotico, alterazione delle proteine leganti la penicillina, o produzione di beta-lattamasi. Tut- tavia, una percentuale molto pic- cola del microbiota sottogengivale è resistente alle penicilline (dato in letteratura da rivedere dopo l’uso indiscriminato delle penicilline ne- gli ultimi anni, ed è uno dei progetti di AIRO). Le resistenze dei batteri alle tetracicline o ai macrolidi sono legate al tentativo del batterio di li- mitarne l’accesso al batterio stesso, con alterazioni intracellulari che impediscono il legame del farmaco, o producendo enzimi che inducono l’inattivazione delle tetracicline o deimacroclimi.Conquestimeccani- smi, i patogeni parodontali possono diventare resistenti agli antibiotici rendendo inutile la loro sommini- strazione salvo antibiogramma spe- cifici che ne determino le sensibilità verso il farmaco utilizzato. Infine, il metronidazolo che può essere con- siderato un profarmaco nel senso che richiede un’attivazione meta- bolica dai microrganismi anaerobi. La resistenza acquisita o secondaria a questo farmaco è meno riportato ed è oggetto di studio. A causa di questi bassi tassi di resistenza e alla sua elevata attività contro i gram- negativi anaerobici, il metronidazo- lo è uno tra i più utilizzati nel tratta- mento delle infezioni parodontali. Deve essere valutata appieno la sua efficacia contro i gruppi patogeni più aggressivi e se è utile l’associa- zione con un altro antibiotico al fine di aumentarne lo spettro d’azione. Conclusioni Un maggior lavoro di ricerca risulta fondamentale per chiarire piena- mente i meccanismi dell’antibio- tico-resistenza. Inoltre, le valuta- zioni dei biofilm (e degli aggregati batterici) deve essere un incentivo a sviluppare nuove strategie tera- peutiche. Ma abbiamo prove suffi- cienti per fare alcune osservazio- ni e suggerimenti. Primo: diversi sono i meccanismi di resistenza che possono agire insieme, per cui le terapie antibiofilm devono poter contrastare più di un meccanismo contemporaneamente e devono ri- sultare clinicamente efficaci. L’ete- rogeneità è il tema comune di que- sta resistenza agli antibiotici; nel biofilm parodontale esistono più microrganismi in un ampio spettro di stati; in questa organizzazione i batteri potrebbero essere esposti a diverse concentrazioni di antibioti- co, a seconda della loro collocazione spaziale. Secondo: i gradienti di con- centrazione dei nutrienti microbici e dei prodotti di scarto attraversano il biofilm alterando l’ambiente lo- cale, con dei tassi di crescita eleva- ti delle singole cellule microbiche. Terzo: una piccola percentuale di cellule in un biofilm batterico po- trebbe differenziarsi in un fenoti- po altamente protetto dagli effetti degli antibiotici (super batterio?). Inoltre, sta emergendo l’importan- za della valutazione genetica del biofilm: il riconoscimento genetico richiesto per la formazione delle colonie multicellulari diventerà il potenziale bersaglio delle terapie antibiotiche. In altre parole, il futu- ro risiede nel capire chi abbiamo di fronte e come colpirne gli aggregati. AIRO, Accademia Italiana Ricerca Orale Valutare le resistenze batteriche è fondamentale per le terapie mediche e parodontali ri in comunità multicellulari, una strategia potrebbe essere quella di sviluppare terapie che alterino l’aggregazione multicellulare del biofilm. Se la pluricellularità del biofilm viene sconfitta, le difese dell’ospite potrebbero essere in grado di risolvere l’infezione, e l’ef- ficacia degli antibiotici favorirne la guarigione. Le potenziali terapie includono gli enzimi che sono in grado di sciogliere i polimeri della WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM chiamare lo 0113110675

Sito