3 Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2016 L’Editoriale PERCHÉ I PAZIENTI ORTODONTICI MERITANO CURA E ATTENZIONI SPECIALI SUNSTAR Italiana S.r.l www.GUM-Ortho.it L’UNICA LINEA COMPLETA CON SOLUZIONI SPECIFICHE PER I PORTATORI DI APPARECCHI ORTODONTICI Pagina ORTHO A4 2014.indd 1 22/01/2014 16:33:24 L’ortodonzia diagnostica digitale come patrimonio culturale accessibile < < pagina 1 Così, l’inesperto talvolta rinuncia ad affrontare il mondo del CAD/CAM e dell’odontoiatria digitale per paura di non essere in grado di affrontare i cambiamenti, di non poter sostenere i costi o più semplicemente perché non è sufficientemente curioso. Sì, perché la curiosità è un buon motore per cavalcare l’onda dell’odontoiatria digitale. La curiosità la noti nei colle- ghi che si appassionano alla tecnolo- gia digitale e si impegnano ore e ore per apprendere e perfezionare le pro- prie abilità nell’utilizzo di software e macchinari altamente sofisticati. La curiosità ti aiuta a cercare nuove soluzioni che migliorino la quali- tà del nostro lavoro quotidiano. Io sono una persona curiosa, e la pri- ma volta che ho visto una ricostru- zione tridimensionale di un cranio umano rimasi totalmente affasci- nata. Vent’anni dopo, la ricostruzio- ne tridimensionale dei tessuti duri e molli del distretto maxillo-facciale ha rivoluzionato totalmente l’ap- proccio diagnostico e progettuale in odontoiatria e in chirurgia maxillo- facciale. Ad oggi, però, l’odontoia- tra digitale resta ancora un tool in mano a pochi appassionati. Un fattore importante da conside- rare è che il work flow digitale dalla scansione radiologica alla creazione di manufatti protesici o ortodon- tici non segue un percorso lineare, perché non sono ancora raffinati alcuni sistemi di progressione del lavoro dal progetto alla realizza- zione del prodotto finale. Inoltre, è come se fosse un sistema bancario chiuso, incapace di interagire con altri sistemi: i prodotti digitali non sempre possono essere trasferiti e rielaborati da un software all’altro. Quando venne coniato il termine “DICOM” (Digital Imaging and Com- munication in Medicine) nel 1993, l’obiettivo fu proprio quello di cre- are uno standard comune per tutti sistemi radiologici per poter visua- lizzare, comunicare e archiviare le informazioni digitali. Il linguaggio digitale dovrà necessariamente semplificarsi, per diventare sempre più user friendly e consentire alle informazioni di essere elaborate su diverse piattaforme. Le procedure di acquisizione d’immagini, le fasi diagnostiche, progettuali e realiz- zative del materiale, infatti, do- vrebbero seguire un percorso unico semplificato. La visualizzazione dei file DICOM, ad esempio, è vincolata all’inserimento in software dedi- cati all’elaborazione di immagini. È questo uno dei punti dolens in odontoiatria. Il software è visto an- cora come un tool non accessibile, perché troppo complesso o troppo costoso. Come si nota in corsi e congressi, i relatori mostrano metodiche e protocolli che ai più appaiono una grande vetrina, ma ancora troppo lontani dalla realtà quotidiana del dentista generico, che si trova tutti i giorni ad affrontare la cura dei pro- pri pazienti. Questo fattore sicura- mente limita l’utilizzo, soprattutto fra i giovani che dovrebbero essere proprio loro i principali utilizzatori. Io stessa vivo questa contraddizione e mi batto perché l’ortodonzia dia- gnostica digitale diventi patrimo- nio culturale accessibile. Mi auguro che, come nella telefonia – il costo di un cellulare nel 1985 era stratosferi- co mentre oggi si può accedere alla telefonia mobile a costi veramente contenuti –, così accada anche per i software che sono deputati a per- mettere all’odontoiatra di visualiz- zare, diagnosticare, progettare per i propri pazienti manufatti precisi estetici, duraturi e soprattutto di- sponibili a costi sostenibili. Giovanna Perrotti Pagina ORTHO A4 2014.indd 122/01/201416:33:24