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Dental Tribune Italian Edition No. 10, 2016

14 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2016 Teknoscienza I concentrati piastrinici: una nuova frontiera per la medicina rigenerativa La rigenerazione dei tessuti rappresenta una sfida continua sia dal punto di vista biologico che clinico. La medicina rigenerativa e l’ingegneria tissutale hanno fatto e continuano a fare enormi progressi nell’identificazione di nuove strategie nel campo della rigenerazione tissutale. In questo campo i concentrati piastri- nici rappresentano un’interessante e innovativa alternativa terapeutica, in quanto forniscono un ricco apporto di fattori di crescita autologhi che sono coinvolti nell’induzione della proli- ferazione cellulare, nel rimodellamento della matrice extracel- lulare e nei meccanismi angiogenetici che si attuano durante le diverse fasi della rigenerazione tessutale. Ipreparatipiastrinicisonoottenutidalsanguevenosodelpazien- te attraverso uno standardizzato processo di centrifugazione che, utilizzando talvolta l’aggiunta di sostanze esogene, permette di isolare una frazione ricca in piastrine e fattori di crescita, detta appunto «concentrato piastrinico» o «gel piastrinico». I fattori di crescita piastrinici hanno un’efficacia estremamente alta in ogni processo biologico in cui è necessario stimolare la riparazione dei tessuti, la crescita e la modulazione della vita delle cellule e l’au- tocontrollo del sistema immunologico. La tecnica dei concentrati piastrinici non fa altro che «spostare» il plasma ricco di fattori di crescita dal circolo sanguigno alla zona da trattare, accelerando e localizzando i processi naturali di guarigione. Il CGF, sviluppato da Sacco nel 2006, rappresenta un particolare tipo di preparato piastrinico con un notevole potenziale di ap- plicazione clinica. Alla base del processo riparativo/rigenerativo ci sono tre fattori particolarmente importanti per ottimizzare il processo: lo scaf- fold (biologico, naturale o sintetico), i fattori di crescita e cellule autologhe. Tutti questi elementi sono presenti nel CGF che è ot- tenuto mediante centrifugazione «one step» dei campio- ni di sangue, utilizzando una speciale centrifuga (Medi- fuge Mf 200, Silfradent srl, Forlì, Italia) senza l’aggiunta di sostanze esogene. La sua principale caratteristica risie- de nella sua consistenza: si tratta, infatti, di una matrice organica ricca in fibrina, quindi più densa rispetto ad altri concentrati piastrinici, in grado di «intrappolare» una grande quantità di elementi piastrinici, leucociti e fattori di crescita. Il CGF contiene infatti diversi fattori di crescita e ha mostrato buone proprietà rigenerative e versatilità di utilizzo. Queste caratteristiche, insieme al semplice e standardiz- zato protocollo di centrifugazione MEDIFUGE fanno del CGF un prodotto autologo superiore, da utilizzare in di- versi ambiti della chirurgia rigenerativa; ad esempio in odontoiatria, chirurgia maxillofacciale, chirurgia estetica, ortopedia La sua efficacia clinica è stata finora dimostrata in varie situazioni che vanno dal riempimento di alveoli post- estrattivi (Tadic et al., 2014), al riempimento di cavita dopo cistectomie (Mirkovic et al., 2015), a interventi di rialzo del seno mascellare e di aumento del profilo crestale (Kim et al., 2014; Del Fabbro et al., 2013; Sohn et al., 2011). Inoltre, le sue caratteristiche, lo rendono idoneo ad essere impiega- to sia da solo che insieme all’osso particolato autologo o a biomateriali (Gheno et al., 2014). In conclusione, se è vero che il sangue e per l’organismo «fonte di vita» le piastrine in esso contenute giocano un importante ruolo nei processi rigenerati- vi dell’organismo. La ricerca tuttavia non si ferma e Silfradent ha tutt’ora in corso studi presso alcune università italiane (Università degli Studi di Bari; Università degli Studi di Brescia), europee (ACTA Universi- ty Amsterdam; Dental School-Medical University Vienna; Uni- versità di Warwick – UK) extraeuropee (IPK centro Ospedaliero Havana-Cuba; Almejiera centro Ospedaliero Havana-Cuba). Antibiotici in età precoce Può aumentare il rischio di ipomineralizzazione La genetica può amplifi care gli impatti negativi dell’obesità sulla malattia periodontale Helsinki, Finlandia – Una nuova ricerca suggerisce che i bambini trattati con alcuni tipi di antibiotici a un’età precoce possono correre rischi più alti di ipomineralizzazio- ne dentale. Nello studio si è scoperto che i bambini trattati nel primo anno di età con penicillina o macrolidi, o con amoxicillina durante i primi tre anni, vanno incontro a un rischio maggiore di sviluppare il difetto dentale in questione se paragonati a bam- bini che non hanno preso quella classe di farmaci. Per valutare il legame tra antibiotici e ipomineralizzazione, i ricercatori hanno ana- lizzato 287 bambini provenienti da due scuole elementari diverse. Comparando i dati medici dei primi tre anni di vita dei bambini, hanno trovato una correlazione tra il trattamento con antibiotici e l’ipomineralizzazione dentale. I bambini trattati nel primo anno di età con penicillina, o con amoxicillina nei primi tre anni, hanno un rischio maggiore di contrarre la patologia (rispettivamente di 2,61 e 2,58 volte). In assoluto, il rischio più alto è stato associato all’uso di macrolidi come l’Erythromycin o il Clarithromycin. Per quanto riguarda le patologie, i bambini con almeno un episodio acuto di otite nel primo anno corrono un rischio maggiore di sviluppare la patologia (2,28 volte) rispetto a chi non ha sofferto di malattie infettive. Inoltre, lo studio dimostra che ogni ulteriore trattamento con gli antibiotici identificati aumenta il rischio di ipomineralizzazione. L’ipomineralizzazione è una patologia che può colpire uno o tutti i primi molari per- manenti, e spesso anche gli incisivi. I denti diventano ipersensibili e sono più vulne- rabili alle carie. Lo studio, intitolato “Molar – incisor hypomineralization and the as- sociation with childhood illnesses and antibiotics in a group of Finnish childrenW, è stato pubblicato sull’Acta Odontologica Scandinavica Journal. Dental

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