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Dental Tribune Italian Edition No. 10, 2016

2 Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2016 News & Commenti < pagina 1 Da giovane dentista ho corretto un morso in- crociato con un semplice T-spring. Non ero uno specialista ma mi sono comunque occupato di ortodonzia. Al contrario, molti dentisti eseguono interventi di routine nel quadro della cosiddetta short-term orthodontics (STO), l’ortodonzia a bre- ve termine, e ciò ha portato a una serie di specu- lazioni per quanto riguarda i metodi per ottenere denti "dritti". In molti potrebbero considerare la STO in competizione con l’ortodonzia specialisti- ca, ma lo è davvero? Il percorso specialistico dell’ortodonzia include un triennio full time unito al raggiungimento di un master che può scoraggiare molti perché diffi- cile da sostenere, sia dal punto di vista accademi- co che da quello economico. Una volta raggiunta la qualifica, la maggioranza degli specialisti si in- stalla nel sud-est dell’Inghilterra. Anche per que- sta impari distribuzione di specialisti potrebbe sembrare normale che i dentisti contribuiscano a supplire alle domande ortodontiche. In verità i molto pubblicizzati “managed clinical networks” devono ancora essere realizzati. Il nu- mero dei terapisti ortodontici è aumentato negli ultimi dieci anni dall’inizio dei primi corsi in Galles e a Leeds. I terapisti sono più convenienti da formare e da impiegare anche se, a differenza di altri colleghi, non possono praticare senza la supervisione di uno specialista. I pazienti che possono accedere ai trattamenti or- todontici secondo il sistema finanziato dal gover- no inglese devono essere valutati secondo l’index of orthodontic treatment need britannico, ma ci sarà comunque un certo numero di pazienti che, pur non soddisfacendo i criteri stabiliti, ne- cessitano di un trattamento. Questo gruppo di persone probabilmente si dovrà rivolgere a studi privati e questo potrebbe portare a un “confronto territoriale” tra l’ortodonzia tradizionale e la STO. Facile e veloce? In Gran Bretagna ci sono marchi ortodontici a cui si collegano diversi corsi. Le aziende si vantano di avere il miglior prodotto e questi corsi servono soprattutto a trasformare i pazienti in clienti or- todontici. Ci sono libri che insegnano strategie di promozione e aumento delle vendite per attrarre più pazienti dei concorrenti. Tutto questo sem- bra più capitalismo che commercializzazione. La STO (short-term orthodontics), pur nel suo rapido sviluppo, non è infatti sfuggita al “venture capi- tal”; oggi un individuo può trovare trattamenti per i propri denti online, acquistare prodotti che gli arrivano direttamente a casa saltando l’inter- mediario (per esempio il dentista). Quello che può intimorire è che tutto ciò può distrarre dalle vere ragioni per cui forniamo il trattamento. Il rischio e il beneficio devono essere bilanciati, o sbilanciati a favore del paziente. Le cose migliori nella vita difficilmente sono faci- li e veloci. Per migliorarsi si ha bisogno di sbaglia- re e trarre insegnamento dagli errori o emulare chi si ammira: diventare esperto richiede tempo e fatica. L’ortodonzia è una disciplina complessa ed è difficile praticarla in modo ottimale. Si do- vrebbe sempre instaurare un rapporto umano con il paziente e allo stesso tempo il paziente dovrebbe sempre seguire scrupolosamente le indicazioni del dentista. Com’è possibile che un corso di uno o due giorni, con un trattamento che dura sei mesi, possa essere paragonato alle cure di un professionista tradizionale? In ogni caso, porre un limite di tempo a un trattamento po- trebbe essere considerato controverso. I pazienti mi chiedono sempre: “quanto tempo durerà il trattamento, dottore?” E io rispondo sempre: “lo saprà quando è finito”. In questo modo raramente sbaglio le tempistiche. Odontoiatria estetica Recentemente il ministero della salute australia- no ha esaminato lo stato delle forniture di servizi di odontoiatria estetica scoprendo che, nella mag- gior parte dei casi, la promozione di questi servi- zi si concentrava sul beneficio del consumatore senza quasi mai menzionare i rischi. Lo studio ha proseguito a studiare le tecniche di promozione che non erano guidate da un interesse medico ma da un tornaconto economico. La conclusione a cui si è pervenuti è stata la necessità di regolare la promozione e la pubblicizzazione, di controbi- lanciarla con informazioni eticamente corrette, facilmente accessibili dal pubblico e provenienti da una fonte terza e indipendente. Questo sfortu- natamente non è sempre possibile. In Australia ci sono specifiche linee guida che devono essere rispettate per la promozione degli interventi co- smetici e si occupano della pubblicità pre e post trattamento. In Gran Bretagna si trovano spesso, pubblicizzati sui siti internet, trattamenti estetici senza che si faccia cenno a possibili problemi ad essi connessi. È uno scenario comune che comprende anche le offerte a tempo limitato o i controlli gratis pro- mossi con voucher via internet o smartphone: viene da chiedersi, in queste offerte chi ci guada- gna e chi ci perde? Un altro importante aspetto sottolineato dal rapporto è l’impatto sociale di queste procedu- re estetiche: secondo lo studio porterebbero le persone a essere sempre meno soddisfatte del proprio aspetto. Molti dentisti in tutto il paese possono aver messo a posto piccoli problemi alla bocca di pazienti che difficilmente avrebbero at- teso il prossimo trattamento in offerta sul loro iPhone. Indurre dubbi o sollevare preoccupazioni circa i denti del paziente può essere considerato non etico o disonorevole. Caduta della fiducia In una recente pubblicazione l’ortodonzia è stata identificata come un’area costellata di reclami e si tratta probabilmente della punta di un iceberg che continuerà a crescere e le cui ripercussioni segneranno il prossimo futuro. Spostare un den- te dove il paziente - e il dentista - credono stia meglio può funzionare nel breve periodo, ma col tempo possono insorgere complicazioni dovute a una grande varietà di fattori che riguardano i tessuti molli e duri. È vero che in ortodonzia l’allineamento e la sim- metria sono di fondamentale importanza, ma la stabilità nel lungo periodo lo è ancora di più. Le ricadute sono un disturbo comune e se i pazienti hanno speso molto per un risultato che li ha sod- disfatti al momento del pagamento, nel corso del tempo possono andare incontro a insoddisfazio- ni. Quando i denti sono mossi in modo indiscri- minato il recesso nella zona labiale è una compli- cazione difficile da gestire. In effetti la fretta può far sì che un trattamento rimanga negativamen- te impresso nella mente del paziente per lungo tempo. I passi per costruire un business Il punto di svolta di un business di successo è la fi- ducia del paziente nel dentista, il fatto che si sen- ta soddisfatto dei servizi ricevuti, li giudichi posi- tivamente e voglia tornare. Un giudizio espresso soltanto in base al “guadagno” a breve termine, senza considerare la qualità o l’affidabilità del trattamento, può avere ripercussioni negative per il paziente e per l’intera professione. Aws

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