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Dental Tribune Italian Edition

9Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2015 Teknoscienza - controllo infezioni La soluzione migliore © Nobel Biocare Services AG, 2015. Tutti i diritti riservati. Nobel Biocare, il logo Nobel Biocare e tutti gli altri marchi di fabbrica sono, salvo diversa dichiarazione o evidenza dal contesto in un caso specifico, marchi di fabbrica di Nobel Biocare. Esclusione di responsabilità: alcuni prodotti potrebbero non avere l’approvazione o l’autorizzazione alla vendita da parte degli enti normativi in tutti i mercati. Rivolgersi all’ufficio vendite locale Nobel Biocare per informazioni sulla gamma dei prodotti esistenti e la loro disponibilità. IlconcettoditrattamentoAll-on-4èlasoluzionemigliorenellasuaindicazione.Masoloconl’usodi prodottiNobelBiocareoriginali.Moltihannocercatodireplicarequestoconcettorivoluzionarioma dalla nostra parte abbiamo un successo scientificamente documentato. Il concetto di trattamento All-on-4 offre ai pazienti edentuli o prossimi all’edentulia una protesi fissa su quattro impianti il giorno stesso della chirurgia. Con questa soluzione potrete trattare i vostri pazienti al meglio. Visitate nobelbiocare.com/all-on-4 Concetto di trattamento All-on-4® LA GESTIONE DEL TIMING IN TERAPIA IMPLANTARE: CONTROVERSIE E NUOVE POSSIBILITÀ Roma, venerdì 16 ottobre 2015 Per iscrizioni ed informazioni visitate eventonobel2015.it Dopo l’allarme legionella a Torino la messa a punto scientifica degli esperti “Rischio legionella dal dentista, tre professionisti sotto inchiesta”, titolava la Repubblica il 15 aprile con un som- mario ancora più choccante: “Elevate cariche batteriche rilevate nei circuiti idrici delle poltrone. Si indaga anche fuori Torino”. Promotore dell’inchiesta il procuratore Gua- riniello che, inviati funzionari dell’ASL a controllare una cinquantina di studi odontoiatrici, avrebbe riscontrato in tre di loro valori oltre il consentito, con conseguente iscri- zione nel registro degli indagati dei tre titolari, «essendo stata ritrovata nei campioni d’acqua del circuito idrico del- le poltrone odontoiatriche un’alta carica batterica nei pun- ti critici, ossia in corrispondenza della turbina che fa gira- re gli attrezzi nebulizzando l’acqua e alla fontanella che riempie il bicchiere dal quale il paziente bene per sciacqua nelle pause degli interventi». Questo l’antefatto di cronaca. L’Ordine dei Medici di To- rino (presidente Guido Giustetto) si era immediatamen- te attivato con una conferenza stampa (23 aprile) a Villa Raby, consegnando ai giornalisti generalisti e specializzati un comunicato dal titolo eloquente “Dentisti e legionello- si: perché non è un problema di salute pubblica”, concetto ripreso da Roberto Longhin, consulente giuridico dell’Or- dine, e ribadito dal Gruppo di studio creato ad hoc per lo studio dei vari aspetti del problema. Con Giustetto e Longhin, per sottolineare l’attenzione al tema e alle sue varie implicazioni, alla conferenza stampa avevano preso parte Gianuigi D’Agostino, presidente CAO Torino, Virginio Bobba, presidente ANDI-Torino, William Manuzzi, presidente SUSO-Torino, Vincenzo Macri, rappre- sentante dell’AIO e, ultima ma certamente non meno im- portante, Carla Maria Zotti, Associato di Igiene e medicina preventiva all’Università di Torino. A lei Dental Tribune ha chiesto di dare il suo contributo, quale esperta del proble- ma in un’ottica prettamente scientifica. Dental Tribune Quando l’infezione rientra fra i rischi lavorativi e assistenziali dello studio odontoiatrico Carla M. Zotti, Savina Ditommaso, Monica Giacomuzzi Dipartimento di Scienze della Sanità pubblica e pediatriche – Università degli Studi di Torino La domanda che ci si deve porre quando si esamina un evento sanita- rio è: «È un problema di salute?». Questo significa definire una soglia (di quantità, di gravità, di qualità) al di sopra della quale una situazio- ne non è compatibile con la salute umana e necessita di soluzioni più o meno drastiche, rapide, efficaci a tempi brevi ed efficienti, in un con- testo dove le risorse vanno scarseg- giando. La ricerca di soluzioni efficaci, ef- ficienti, fattibili passa ovviamente attraverso una disponibilità di tec- nologie con evidenza di efficacia, studiate scientificamente, con risul- tati pubblicati su riviste attendibili, provate sul campo oltreché nei labo- ratori, e condivise dalla comunità di operatori coinvolti nel problema. Allora la domanda che ci poniamo, «la legionella è un problema per l’o- dontoiatria?», passa attraverso una serie di valutazioni di tipo epidemio- logico, e le soluzioni all’eventuale problema – quando ne sia dimostra- ta l’esistenza – devono passare attra- verso l’evidenza scientifica. Gli aspetti noti da un punto di vista microbiologico, clinico e igienisti- co sono i seguenti: la legionella è un bacillo Gram-negativo, aerobio, asporigeno, generalmente mobile per la presenza di uno o più flagelli. Ne sono conosciute 52 specie suddi- vise in oltre 70 sierogruppi, circa la metà delle quali risultano patogene opportunistiche; 20 specie sono sta- te individuate come patogene per l’uomo, e di queste L. pneumophila è responsabile del 90% dei casi; in particolare, L. pneumophila di siero- gruppo 1 è la maggiormente impli- cata nella patologia umana (80% dei casi) seguita da L. pneumophila sg. 3 (2-3%), e da altri sierogruppi (5-6%) di L. pneumophila. Vive in ambienti acquatici naturali e artificiali; la trasmissione interuma- na della legionella non è mai stata dimostrata, pertanto l’unica sorgen- te di infezione a oggi riconosciuta è rappresentata dall’ambiente. Non è nota la dose minima infettante per l’uomo. L’infezione, che può decorrere anche in modo asintomatico, si presenta in due forme cliniche: la febbre di Pon- tiac e la malattia del legionario. La prima, dopo una incubazione di 24/48 ore si manifesta con un qua- dro simil-influenzale senza interes- samento polmonare. La seconda, dopo una incubazio- ne da 2 a 10 giorni dà luogo a una polmonite interstiziale non ne- cessariamente con manifestazio- ni extra polmonari. Fattori pre- disponenti la malattia sono l’età avanzata, la presenza di malattie croniche e l’immunodeficienza. Il rischio di ammalarsi è inoltre correlato al grado di intensità dell’esposizione, dipendente dal- la quantità di legionelle presenti e dal tempo di esposizione, dalla virulenza e dalla carica infettante dei singoli ceppi. L’esito della malattia è condizionato da caratteristiche individuali e da patologie preesistenti che spiegano la diversa suscettibilità alla malattia da parte di soggetti esposti alla stes- sa fonte di contagio. La letalità media è del 10%, con picchi fino al 30-50% nei casi di origine nosocomiale, e raggiunge l’80% nei soggetti immu- nocompromessi o non trattati. La temperatura condiziona in modo importante la sopravvivenza del bat- terio: legionella sopravvive a 20-25 °C senza replicarsi; ha una tempe- ratura ottimale di replicazione a 25- 42 °C; può essere sofferente e senza replicazione a temperature di 45-50 °C; a 50-60 °C muore in 2 ore il 90% delle cellule batteriche; a temperatu- re > 60 °C si osserva la morte del 90% delle cellule in 2 minuti. >> pagina 10

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