Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

46 Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2015Meeting & Congressi ANTHEC: ottima occasione per mettere a fuoco l’essere e il divenire della Medicina Rigenerativa Evento assai articolato che si dipana attraverso momenti forti: operatività, workshop aziendali, procedure di elaborazione, case reports, passaggi clinici chiarificatori ed infine, la sintesi attraverso una Tavola Rotonda. Negli articoli che seguono gli emocomponenti (e il Congresso) visti da 4 autorevoli protagonisti e da angolazioni diverse. Il 16 e 17 ottobre, nella splendida cornice di Palazzo Trecchi, si terrà la terza edizione del Congresso dell’Academy of Non Transfusional Hemo-Components (ANTHEC). Relatori di alto profilo illustreranno gli aspetti normativi e clinici in medicina, odonto- iatria e veterinaria sull’utilizzo degli emocomponenti ad uso non transfusionale. Parti- colare importanza verrà data, in questa edizione dal taglio molto pratico, all’operatività clinica, per far luce sulle modalità per arrivare al successo terapeutico. L’impiego di videoclip intraoperatori nelle presentazioni dei conferenzieri aiuterà la com- prensione dei concetti di base sul trattamento, mentre i workshop organizzati dalle azien- de offriranno la possibilità di cimentarsi personalmente nella preparazione dei concen- trati piastrinici. Inoltre, una sessione di comunicazioni brevi parallela ai workshop darà la pos- sibilità ai congressisti di esporre i propri casi clinici. Chiuderà il Congresso una tavola rotonda con esperti sulla clinica e sulle normative pronti a rispondere alle domande di un pubblico certamente incuriosito dagli interessanti argomenti trattati nei due giorni. Insomma, un’occasione di approfondimento da non perdere! Carlo Manzella, presidente ANTHEC EVENTSwww.dental-tribune.com Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale. Marco Mozzati L’utilizzo degli emocomponenti non trasfusiona- li come ausilio terapeutico nella pratica clinica, in particolar modo in ambito chirurgico, è ormai un argomento di estrema attualità e interesse per di- verse discipline mediche, quali: la medicina cardio- vascolare, la chirurgia generale, la chirurgia orale e maxillofacciale, l’ortopedia, la traumatologia dello sport, la dermatologia, la chirurgia plastica e rico- struttiva, la reumatologia, la neurochirurgia, l’of- talmologia, l’otorinolaringoiatria. Consentono, infatti, di avere a disposizione quan- tità più elevate di fattori di crescita e di altre mole- cole che svolgono un ruolo fisiologico nella guari- gione e nella rigenerazione tessutale, migliorando i processi di guarigione e il decorso postoperatorio dei pazienti. Sicuramente, le situazioni che più pos- sono trarre giovamento dall’utilizzo degli emocomponenti sono quelle caratterizzate da un deficit della capacità rigenerativa, da deficit dalla diversa eziologia, genetica, con- genita o acquisita o da condizioni di criticità che compromettono significativamente la qualità di vita. In letteratura sono evidenti i benefici che gli emocomponenti determinano nel trat- tamento dei pazienti oncologici in terapia con bifosfonati, dei diabetici e di quelli con disordini emocoagulativi, soprattutto in virtù delle loro proprietà antibatteriche e di angiogenesi. La letteratura presenta numerose metodiche per il loro ottenimento e il mercato numerosi sistemi da acquistare con nomi diversi: tutti i sistemi in commercio oggigiorno, che abbiano alle spalle una ricerca scientifica e un protocollo certificato e ripetibile, sono assolutamente funzionali ed efficaci. Ciò nonostante la scelta va indirizzata esplicitamente a seconda dell’utilizzo da farsi. È importante distinguere tra tecniche che prevedono l’utilizzo dell’emocomponente in aggiunta all’intervento chirurgico e quelle che, viceversa, sono la terapia stessa della patologia da risolvere. Carmen Mortellaro Oggi tutte le specialità mediche, compresa l’odon- toiatria, prestano particolare attenzione alla medi- cina rigenerativa, che offre innovative modalità te- rapeutiche su cui si stanno concentrando gli sforzi dei ricercatori, onde fornire all’organismo umano gli elementi necessari per una riparazione in vivo, inventare sostituti e presìdi in grado di fondersi con il corpo e di stimolare e sostenerne le capacità in- trinseche a rigenerarsi e a guarire autonomamente. È nato pertanto un settore interdisciplinare di ri- cerche e applicazioni cliniche focalizzate sulla ri- generazione tissutale. Dalla letteratura scientifica emerge che si può far risalire la nascita del termi- ne “medicina rigenerativa” a quando il Governo federale americano approvò (Risoluzione 71 del 2 novembre 2004) il finanziamento del California In- stitute of Regenerative Medicine attribuendogli fondi statali per 3 miliardi di dollari in 10 anni, praticamente lo stesso budget utilizzato per lo Human Genoma Project. Fino agli anni Novanta, lo scopo della medicina rigenerativa in generale era stato di ri- pristinare tessuti e organi attraverso una riparazione chirurgica dei tessuti lesionati o mediante una loro completa sostituzione con il trapianto. Oggi lo scopo della medicina e della chirurgia rigenerativa è fornire all’organismo gli elementi necessari per una ripa- razione in vivo, inventare sostituti e presìdi in grado di fondersi, di stimolare e sostenere le capacità intrinseche del corpo a rigenerarsi e a guarire autonomamente stimolando le sue capacità di guarigione. Queste nuove modalità terapeutiche possono includere, senza limitazioni, l’uso di molecole solubili come i fattori di crescita cellulare, terapie geniche, quelle basate sull’uso di cellule staminali e/o progenitrici, ingegneria tissutale e riprogrammazione cellulare e/o tissutale. L’utilizzo clinico dei fattori di crescita piastrinici autologhi, pur gravato da oneri norma- tivi e medico-legali, presenta il vantaggio di essere più facilmente disponibili delle cel- lule staminali adulte e di disporre sistemi di separazione e preparazione relativamente semplici. I fattori di crescita piastrinici sono costituiti da insiemi proteici in grado di stimolare e regolare crescita e proliferazione cellulari, formando il complesso fattore di crescita- recettore cellulare e generando una cascata biochimica in grado di regolare enzimi e meccanismi di trascrizione capaci di raggiungere in molti casi gli obiettivi prefissati con risultati clinici evidenti. Trattasi quindi di una medicina “rivoluzionaria” rispetto al passato, la cui conoscenza è imprescindibile da parte dei clinici che vogliano tenersi aggiornati e approfondirne i temi. L’ANTHEC si affianca per accompagnarli in un percorso di acquisizione e approfon- dimento. L’occasione si presenta con il Congresso nazionale e con la sua impostazione teorico-pratica. Oltre alle fondamentali nozioni sulla materia e possibili campi di appli- cazione, verranno forniti elementi pratici sulle metodiche di preparazione unitamente alla normativa attuale che ne consente l’uso. Stefano Fiorentino L’incontro ANTHEC vuole segnare un ritorno agli “inizi dell’Accademia” anche da un punto di vista giuridico, offrendo alla platea spunti interessanti di riflessione e condivisione. Ormai tutti conosco- no, in ambito di utilizzo degli emocomponenti, il sistema delle convenzioni e il ruolo dei servizi tra- sfusionali in Italia: in attesa del nuovo decreto san- gue, che come l’Araba Fenice ricompare e scompare periodicamente dall’orizzonte ministeriale, una presentazione dei soliti profili legali mi sarebbe sembrata un’inutile e noiosa forzatura da imporre al professionista che si accinge ai congressi ansioso di crediti, ma anche di novità… Poiché spesso, nell’ultimo anno, ho avuto a che fare, da un punto di vista professionale, con accessi dei NAS sempre più frequenti agli studi dentistici in cui si manipolano emocomponenti e poiché, d’altro canto, i dentisti svolgono spes- so attività plurispecialistiche (pensiamo alla medicina estetica), ho ritenuto massima- mente interessante all’ANTHEC accendere “i riflettori giuridici” sulle problematiche di gestione di uno studio e su come possano essere rilevate nell’ipotesi di un accesso dei nuclei antisofisticazione. Il taglio della mia presentazione sarà molto pratico, mostrando casi tratti da situazioni realmente accadute, in modo da fornire al dentista il “brivido” di un accesso NAS, pur restando comodamente seduto sulla poltrona congressuale. What else?

Sito