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Dental Tribune Italian Edition

15Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2015 Teknoscienza - endodonzia << pagina 14 Per queste ragioni dagli anni No- vanta la ricerca ha intrapreso due strade parallele: – la ricerca di irriganti più per- formanti e diffusibili; – l’attivazione degli irriganti con varie tecniche meccaniche ed elettroniche. Ricerca sugli irriganti Un irrigante deve avere le seguenti caratteristiche: – bacterial decontamination; – broad spectrum antimicrobial activity; – ability to enter deep into denti- nal tubules; – ability to dissolve necrotic tis- sue; – ability to dissolve inorganic material; – safety; – biocompatibility; – lack of toxicity; – ease of use; – moderate cost. Ipoclorito di sodio Irrigare un canale senza ipoclorito di sodio è impensabile date le sue caratteristiche antimicrobiche e soprattutto per la capacità di dis- soluzione dei tessuti organici che è unica tra gli irriganti attuali. Oggi sappiamo sicuramente che: – l’aumento della temperatura ha l’effetto di potenziare l’azio- ne solvente sul collagene dell’i- poclorito, mentre l’attività battericida è influenzata dalla concentrazione e dal tempo di contatto con i batteri; – la concentrazione ottimale è al 5,25%7 . – l’azione battericida si esplica in 2-5 minuti, a patto che ci sia un contatto diretto tra ipoclorito e batteri. Pertanto è rilevante rinnovare l’irrigante sia per favorire la rimozione dei detri- ti, sia per avere una soluzione sempre attiva; – l’ipoclorito di sodio da solo non è in grado di raggiungere le zone profonde del sistema canalare e quindi queste rap- presentano dei serbatoi di po- tenziale ricontaminazione. – l’ipoclorito di sodio non è in grado di rimuovere lo smear layer, è tossico se spinto oltre apice, e presenta un’elevata tensione superficiale. EDTA Viene usato a concentrazioni com- prese tra il 15% ed il 17% a pH tampo- nato tra 6,5 e 7. Se usato in sinergia con l’ipoclorito permette di ottene- re pareti dentinali perfettamente deterse anche nella regione apicale a patto di portare una quantità suf- ficiente di entrambe le soluzioni nel terzo apicale del canale8 . Ma la capacità dell’EDTA di chela- re gli ioni calcio e la capacità dell’i- poclorito di dissolvere i tessuti necrotici diminuiscono se queste due sostanze entrano in contatto: la percentuale di clorina libera crolla dallo 0,50% allo 0,06% se l’i- poclorito viene messo in soluzione con l’EDTA (Grawehr 2003). Un tempo di azione prolungato (10 min.) causa un’eccessiva erosione pertitubulare (Çalt 2002). La completa rimozione dello sme- ar layer non è ancora mai stata ot- tenuta, in particolare nella zona del terzo apicale (Peters 1997, He- ard 1997, Peters 2000, Hülsmann 2001, Schäfer 2002, Foschi 2004). Soluzioni con clorexidina L’efficacia antivirale si è rivelata 1. Siqueira JF, et al. Mechanical reduction of the bacterial popu- lation in the root canal by three instrumentation techniques. J Endod 1999; 25 (5): 332-5. 2. Siqueira et al. Disinfection and elimination of bacteria in the root canal. J Endod 2010; 36: 1860-65. 3. Lynn J. Albrecht, DDS, J. Craig Baumgartner, DDS, PhD, and J. Gordon Marshall, DMD-Evaluation of Apical Debris Remo- val Using Various Sizes and Tapers of ProFile GT Files. Journal of Endodonticsvol 2004; 30, (6). 4. Tay FR, Gu LS, Schoeffel GJ, et al. Effect of vapor lock on root canal debridement by using a side-vented needle for positive pressure irrigant delivery. J Endod. 2010; 36 (4): 745-50. 5. Markus Haapasalo, Ya Shen, Wei Qian, Yuan Gao. Irrigation in Endodontics. Dent Clin N Am 54 (2010) 291312 doi:10.1016/j. cden. 2009.12.001. 6. Vittorio Franco Cristiano Fabiani. L’irrigazione nei canali ra- dicolari: revisione della letteratura. G It Endo, 19 (4): 262-272 (revisione della letteratura, ottobre-dicembre 2005). 7. Raddle C. CE., Potouridou L., Qureshi R., Habahbeh N., Qual- trough A., Worthington H., Drucker DB. Antimicrobial acti- vity of varying concentrations of sodium hypochlorite on the endodontic microorganisms Actinomyces israelii, A. Naeslun- dii, Candida albicans and Enterococcus faecalis. Int. Endod. J. 2004; 37: 438-446. 8. Giuseppe Cantatore. Irrigazione canalare: vantaggi, ottimizza- zione e sequenze operative. 2002. 9. Torabinejad M, Shabahang S, Aprecio RM, Kettering JD. The- antimicrobial effect of MTAD: An in vitro investigation. J En- dodon 2003; 29 (6): 400-3. 10, 11. Tay et al. Ultrastructure of smear layer – covered intraradicu- lar dentin after irrigation with BioPure MTAD. J. Endod 2006; 32 (3) : 218-21. 12. Berutti E, Marini R, Angeretti A. Penetration ability of diffe- rent irrigants into dentinal tubules. J Endodon 1997, 23 (12): 725-7. 13. Giardino L, Ambu E, Becce C, Rimondini L, Morra S. Surface tension comparison of four common root canal irrigants and two new irrigants containing antibiotics. J Endodo 2006; 32 (11): 1091-3. 14. Giardino L, Ambu E, Rimondini R, Debbia EA. Antimicrobial effect of MTAD, Tetraclean, Cloreximid and Sodium Hypoch- lorite on three common endodontic pathogens. IJDR 2008. bibliografia Giovanni Schianchi Laureato in Medi- cina e Chirurgia all’Università de- gli Studi di Paler- mo il 28 marzo 1984. Si è specia- lizzato in Odonto- stomatologia e protesi presso la stessa Università il 12 dicembre 1989. Libero professionista in Roma con studio odontoiatrico sito in Viale delle Milizie, 34 – 00192 Roma. Si occupa principalmente di endodonzia e conservativa, adottando le ultime tec- nologie con l’ausilio del microscopio operatorio senza tralasciare le altre di- scipline inerenti l’odontoiatria. Socio attivo della Società Italiana di Endodonzia (SIE) e dell’Accademia Ita- liana di Odontoiatria Microscopica (AIOM), di cui fa parte del consiglio di- rettivo in qualità di segretario nazio- nale e responsabile del sito Internet istituzionale, membro della commis- sione web della SIE e segretario regio- nale della sezione del Lazio fino a giu- gno 2015 (SER). Migliore ricerca al premio “Movie Sessione” 2010 della Società Italiana di Endodonzia, e Award della rivista Dental Tribune per l’articolo pubblicato nel numero di giu- gno 2013 dal titolo “L’uso del microsco- pio in odontoiatria a 360°”. Umberto Uccioli Laureato con lode in Odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università La Sapienza di Roma, è socio atti- vo della Società Italiana di Endo- donzia dal 1999, nella quale dal 2009 al 2013 è stato membro della commissione accettazione soci e dal 2014 membro della commissione culturale. Dal 2005 al 2007 segretario culturale della Società Romana di Endodonzia (SER); dal 2001 è socio attivo dell’Acca- demia Italiana di Odontoiatria Micro- scopica (AIOM) e socio ordinario dell’Ac- cademia Italiana di Conservativa (AIC). Relatore in numerosi congressi naziona- li e internazionali. È autore di pubblica- zioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Ha collaborato alla stesura del Ma- nuale italiano di endodonzia, a cura della SIE. Esplica un ruolo attivo con il gruppo di studio del Dott. Malentac- ca, nella sperimentazione di nuove si- stematiche di otturazione canalare e di detersione endodontica. Attual- mente svolge l’attività di odontoiatra come libero professionista, dedican- dosi prevalentemente all’endodonzia e alla conservativa. autori bassa, mentre quella antibatterica è risultata evidente. Le soluzioni acquose di clorexidina sono disponibili in diverse concen- trazioni che vanno dallo 0,1% al 2%. È spesso addizionata a un agente tensioattivo (cetrimide), presenta elevata capacità di adesione alle superfici dentinali proseguendo in situ la sua azione antibatterica, in maniera direttamente propor- zionale al tempo d’applicazione del medicamento ed alla sua con- centrazione. Ciò permette un più agevole ingresso nel sistema tu- bulare del principio attivo, dove può esplicare, oltre all’azione an- tibatterica diretta, anche l’attività di substantivity consistente nella sua peculiare caratteristica di ade- sione alle superfici dentinali. Ha un’azione battericida dovuta alla distruzione del citoplasma batterico per formazione di cross- link tra le proteine (Fardal 1986, Safavi 2003). È incapace a dissolvere il tessuto pulpare necrotico e presenta un’in- stabile efficacia sui batteri sia G+ che G– (dobbiamo considerare che le infezioni endodontiche sono sempre a eziologia polimicrobica con una predominanza di batteri G– anaerobi (Sundqvist 1994). Acido citrico In concentrazioni che variano dal 6% al 50% è risultato inefficace se usato come unico irrigante nella dissoluzione di tessuti organici e nell’azione antibatterica, mentre è risultato essere efficace nella ri- mozione dello smear layer usato in associazione all’ipoclorito di sodio (Kopp 1979, Bitter 1990). La demineralizzazione e la ri- mozione dello smear layer sono influenzati, dal punto di vista quantitativo, dal pH, dal tempo di azione e dalla concentrazione del- la soluzione chelante (Baumgart- ner 1997, Bolaños-Carmona 2006). Durante l’irrigazione interagi- sce fortemente con l’ipoclorito di sodio (Baumgartner 1984), ridu- cendo la quantità di cloro libero e rendendo inefficace la sua azione antibatterica e di rimozione dei tessuti necrotici (Schmidlin 2005). Acido citrico e ipoclorito di sodio non dovrebbero mai essere usati insieme durante le fasi d’irrigazio- ne (Schmidlin 2005). Studi effettuati a differenti con- centrazioni hanno evidenziato come l’effetto sia maggiormente evidente nei due terzi coronali del canale radicolare e come non sia in grado di rimuovere completamen- te lo smear layer dal terzo apicale (Harashima 1999, Zehnder 2006, Torabinejad -Luque 2008, Armel- lin 2009). MTAD Introdotto da Torabinejad negli anni Novanta, questo irrigante è una miscela di doxiciclina (un antibiotico del gruppo delle tetra- cicline), acido citrico e di un ten- sioattivo (Tween 80), che possono essere considerati degli agenti che- lanti. Presenta la capacità di rimuovere lo smear layer, favorisce l’apertura dei tubuli dentinali, ha un’attività antibatterica, ma principalmente rileva assenza di effetti tossici9,10 . Si è visto che la capacità di que- sta soluzione acida (pH 2,15) non può prescindere dall’associazione con l’ipoclorito di sodio ed è stato evidenziato come il composto sia troppo aggressivo sulla dentina intertubulare, causando una mar- cata riduzione della matrice colla- gene esposta11 . Riguardo all’attività antibatterica, anche se gli studi preliminari indi- cavano il forte potere disinfettante di questa soluzione suggerendone un’elevata efficacia9 , ricerche suc- cessive hanno portato a risultati differenti, dimostrando la superio- rità di azione dell’ipoclorito di so- dio (a concentrazione dell’1%) verso l’E. Faecalis (Dunavant 2006) e la minore efficacia di MTAD anche ri- spetto alla clorexidina. Si può inoltre creare l’insorgenza di resistenze batteriche non infre- quenti fra microorganismi delle popolazioni intracanalari. In ulti- mo, per la presenza di tetracicline c’è il rischio di colorazione rosso- porpora della dentina radicolare e della corona10 . Tetraclean Presenta, rispetto all’MTAD, una quantità di doxiciclina ridotta a un terzo (50 mg/5 ml contro i 150 mg/5 ml dell’MTAD), Polipropilen- glicole, acido citrico e cetrimide12 . Il tetraclean, è in grado di penetra- re nei tubuli dentinali e di espli- care la propria azione nel tempo, eliminando i ceppi batterici in formazione, per la sua peculiare caratteristica di avere una bassa tensione superficiale rispetto agli altri irriganti13-14 . Date le caratteristiche più o meno performanti degli irriganti si è capi- to che la parola chiave è “sinergia” e cioè l’uso combinato di soluzioni che usate insieme riescano a dare una di- sinfezione ottimale senza interagire tra loro antagonisticamente. L’attivazione degli irriganti con varie tecniche meccaniche ed elettroniche Negli anni Novanta si è pensato che l’altra via era quella di “attiva- re” gli irriganti per fare in modo che raggiungessero tutte le parti dell’endodonto, provocando il mo- vimento degli stessi. In sintesi un irrigante doveva: – raggiungere l’apice; – creare una corrente (forza); – trascinare via le particelle per rimuovere i detriti della prepa- razione e i residui organici bat- terici. Varie sono state le metodiche im- piegate: – irrigazione manuale dinamica; – strumenti rotanti con irriga- zione interna; – manipoli ad aria con irrigazio- ne a pressione positiva e aspira- zione simultanea; – manipoli sonici; – ultrasuoni; – irrigazione a pressione negativa; – tecnologia laser. La seconda parte dell’articolo verrà pubblicata nella prossima edizione di Dental Tribune Italian Edition Fig. 10

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