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Dental Tribune Italian Edition

18 Dental Tribune Italian Edition - Settembre 2015Teknoscienza << pagina 17 Bisogna inoltre considerare le tec- niche di mantenimento della cresta ossea, che, dopo estrazione di ele- menti dentari, tende a collassarsi sia in senso verticale che orizzontale, impedendo, a volte, l’inserimento di impianti a guarigione avvenuta. A tale scopo l’inserimento di im- pianti post-estrattivi non permette di prevedere il reale livello osseo che si raggiungerà durante la fase di guarigione. Per questa ragio- ne vengono utilizzate tecniche di mantenimento della cresta ossea (Socket Preservation) che, median- te l’inserimento di osteosostitutivi, con e senza membrana, riducono il riassorbimento osseo conseguente all’estrazione dentaria. Nuove possibilità di ottenere, in maniera non invasiva, nuovo osso autologo si basano sulle cellule sta- minali non embrionali ottenute da differenti tessuti dello stesso pa- ziente. Nel panorama della medici- na rigenerativa le cellule staminali occupano un posto preminente e, nel bene o nel male, occupano le pagine dei giornali anche per i non addetti ai lavori. Sembra comunque opportuno partire da una breve di- samina di quelle che sono le giuste definizioni per sgomberare il cam- po da inutili fraintendimenti. Parlando di cellula staminale, cioè la cellula totipotente in grado di differenziarsi dando origine a tutti i tipi di tessuti del corpo umano o animale, l’unica cellula a possedere tali peculiarità è lo “zigote”, cioè la cellula uovo fecondata. Altro discorso riguarda invece le cellule multipotenti in grado di dif- ferenziarsi in una serie di cellule specializzate in diversi campi, qua- li ad esempio le cellule della linea ematopoietica. Infine, abbiamo le cellule specializzate a riprodurre un solo tipo di tessuto, come ad esem- pio la cute, l’osso, ecc. Attraverso anni di studi, i biologi hanno tuttavia capito che alcune cellule, in determinate situazioni, possono regredire e comportarsi da cellule staminali. Si parla quindi di “staminalità”, o funzione staminale di una cellula, caratterizzata dalla capacità di ori- ginare una progenie cellulare iden- tica a se stessa e una discendenza di cellule sempre più differenziate. Cellule staminali sono presenti in tutti i tessuti somatici dell’adulto e possiedono l’unica capacità di rinnovarsi e nel contempo di diffe- renziarsi nelle cellule mature di un singolo tipo tissutale. La funzione di staminalità è determinata da una unità spazio-temporale, che prende il nome di “nicchia”. Nella nicchia agiscono tutti quei fattori e segnali di natura chimica e fisica in grado di far agire la cellula come staminale. In ambito odontoiatrico le cellule che possiamo utilizzare a scopo ri- generativo sono prelevabili dal tes- suto adiposo, dalla polpa dentaria, dalla papilla dentale, dal follicolo dentale, dal tessuto gengivale dise- pitelizzato e dal tessuto periostale, ma il limite fino ad oggi insormon- tabile riguardava la manipolazione cellulare, non consentita dalla legi- slazione italiana. La ricerca che attualmente stiamo portando avanti nell’Università di Pavia (Dipartimento di Scienze clinico-chirurgiche diagnostiche e pediatriche - Sezione di Odonto- iatria), validata dal Comitato Etico dell’Università di Pavia, si basa sul- la possibilità di estrarre le cellule progenitrici (diametro inferiore a 50 µ) da un piccolo prelievo di con- nettivo reperibile nel cavo orale del paziente. Tale possibilità è fornita da un’apparecchiatura in grado di disgregare i tessuti biologici selezio- nando e isolando le cellule stami- nali mesenchimali, che potranno quindi essere innestate, nella stessa seduta, su uno scaffold riassorbibile e reinserite nella zona ossea defici- taria o nello stesso sito post-estratti- vo, nel quale verrà poi inserito, dopo 2-4 mesi, l’impianto endoosseo. Con questa metodica l’intervento si con- figura quale microinnesto, risolven- do il problema della manipolazione cellulare. La metodica, chiamata Rigenera®, frutto di una ricerca tutta italiana, prevede l’uso di particolari filtri, denominati Rigeneracons®, che provvedono alla disgregazione del tessuto in 2 minuti circa mediante 600 lame. Le cellule progenitrici vengono quindi selezionate men- tre passano attraverso un filtro che lascia passare solo le cellule inferiori a 50 µ. I filtri disgregatori possono essere montati sul micro- motore da implantologia (15 Ncm e 75 giri/min), evitando quindi tra- sporto e manipolazione del mate- riale biologico. Le cellule selezionate e innestate sono cellule progenitrici che nel breve periodo di circa 20-30 giorni si differenziano in cellule stamina- li mesenchimali, che permettono di ottenere nuovo osso in tempi più rapidi della norma, sia nel seno mascellare sia negli alveoli di den- ti estratti, abbreviando i tempi per l’inserimento delle viti implantari. La tecnica presenta molti vantaggi: minimo trauma operatorio, poiché il tessuto connettivo viene preleva- to nella stessa zona dove si effettue- rà l’innesto; tempi di guarigione no- tevolmente ridotti, anche a livello dei tessuti gengivali; annullamento dei rischi infettivi legati all’impiego di osso di banca; assenza del trauma conseguente ai prelievi di osso dello stesso paziente in zone extra-orali (teca cranica e cresta iliaca). La sem- plicità dell’intervento lo rende par- ticolarmente adatto ai pazienti del- la terza età che ne potranno ricevere un vantaggio enorme sia in rappor- to alla vita sociale, sia riguardo alle funzioni dall’apparato orale: buona masticazione, con conseguente mi- glioramento delle funzioni digesti- ve, fonazione corretta ed evidente abbellimento estetico. Infine, l’osso così ottenuto ha dimo- strato di essere di elevata qualità. Una ulteriore evoluzione dei nostri studi sarà quella di creare scaffold, disegnati sulle immagini 3D ottenu- te dalla TC, per mezzo di stampanti tridimensionali. Questa tecnica ci permetterà di costruire segmen- ti ossei personalizzati in base alle esigenze del singolo paziente e che si adatteranno più facilmente alla sua anatomia con grandi vantaggi proprio relativamente alle fasce di popolazione più anziane e più sog- gette a svariate patologie senili. La validazione della tecnica passa anche attraverso una fase di studi in vitro: la sospensione cellulare, ot- tenuta dai tessuti disgregati, viene analizzata allo scopo di valutare il potenziale proliferativo e la capaci- tà di differenziarsi in tessuto osseo. Le cellule mesenchimali vengono mantenute in coltura e un campio- ne di cellule viene prelevato dalla coltura ed analizzato per verifica- re che si tratti di cellule staminali mesenchimali. Le rimanenti cellule vengono poi poste in coltura negli appositi terreni di differenziamen- to per saggiarne la capacità di differenziarsi in tessuto osseo, adiposo o con- drale. I risultati fin ora ottenuti in vitro confer- mano la possibi- lità di utilizzare, in vivo, cellule del paziente iso- late durante la fase chirurgica per indurre ri- crescita di osso mascellare. In particolare, ogni prelievo permette di ottenere circa 80.000 cellule progenitrici con vi- talità del 92%. A oggi sono stati operati 50 pazienti di sesso maschile e femminile di età superiore ai 18 anni in buona salute (ASA 1-2) con indicazione ad avulsio- ne dentaria da riabilitare con prote- si implanto-supportata e capacità di fornire un consenso informato valido. Dallo studio sono esclusi pazienti con patologie sistemiche come diabete scompensato, malat- tie neoplastiche, immunodepressi- ve, gravi malattie epatiche e renali, sottoposti a radioterapia locale, gra- ve dismetabolismo osseo, in terapia con bisfosfonati per grave osteopo- rosi o per patologie neoplastiche os- see, gravidanza, instabilità emotiva e abuso di alcool o droghe. In conclusione si può affermare che la tecnica, semplice e rapida, è in grado di evitare tutti quegli inter- venti di rigenerazione ossea i cui risultati, per la loro complessità, sono eccessivamente operatori/di- pendente. Le cellule staminali: una via possibile per rigenerare i denti perduti? Una terza dentizione a cent’anni per ognuno di noi dopo i den- ti da latte e quelli permanenti, come si legge in L’autunno del patriarca, lo splendido romanzo di Gabriel García Márquez? L’ipotesi fantascientifica potrebbe diventare realtà grazie alla coltura in vitro delle staminali: cellule indifferenziate che si dividono asimmetricamente e spiegano diversi gradi di “po- tenza”, cioè di abilità a trasformarsi in questa o quella cellula specializzata. Delle sperimentazioni più recenti e dei loro successi nel far ri- crescere il dente “da zero” ne hanno parlato di recente anche alcuni esperti internazionali a Chia (Cagliari) nel corso dell’VIII Congresso internazionale AIO. Tra questi la georgiana Mariam Margvelashvili dell’Università di Boston: «Grande è l’entusia- smo generato dalle “stem cells”. La condizione di “pluripoten- za” consente alle cellule staminali primitive di svilupparsi, trasformandosi in qualsiasi tipo di cellula», ha detto. Risultato: consentono di generare un numero illimitato di cellule funzio- nali per le terapie ricostruttive e riparative. «Dove oggi estraiamo un dente e rimediamo alla perdita utilizzando impianti con corone – continua la Margve- lashvili, che ha studiato anche in Italia – domani le cellule staminali offriranno una possibilità unica di rivitalizzare il dente e rigenerare i tessuti duri e molli, includendo quel- lo periodontale che consente di fissare il dente e conferire la forza masticatoria. Queste cellule offrono una chance unica per far ricrescere il dente in laboratorio e impiantarlo nell’area edentula del paziente; in alternativa, il germe del dente delle staminali può essere direttamente impiantato nella cavità. Occorre tuttavia molto lavoro – ha concluso – per determinare in pieno l’efficacia clinica, l’affidabilità e la sicurezza delle terapie. Come per altre innovazioni solo un’attenta investigazione scientifica e indagini cliniche possono attestare il potenziale reale delle cellule staminali umane pluri-potenti». Fonte: Ufficio stampa AIO Cellula staminale mesenchimale, con differenziazione in senso adiposo, in anafase. Cellula staminale mesenchimale, con differenziazione in senso osteoblasti- co, in telofase. Cellula staminale mesenchimale, con differenziazione in senso condrale.

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