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Dental Tribune Italian Edition

38 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Settembre 2015 Gengivoplastica con laser a diodo: rapidità, efficacia, mininvasività e predicibilità Dott. Saverio Capodiferro, DDS, LDS Introduzione Il rimodellamento delle parabole gengivali è una terapia chirurgica molto spesso necessaria per otti- mizzare al meglio le linea del sor- riso dei pazienti, al fine di una ar- monica e quanto più esteticamente valida riabilitazione protesica. Tra le diverse tecniche chirurgiche uti- lizzabili a tale scopo, la chirurgia con laser a diodo offre sicuramente una serie di vantaggi in termini di 1. Gabrić Pandurić D, Blašković M, Brozović J, Sušić M. Surgical treatment of excessive gingival display using lip repositioning technique and laser gingivectomy as an alternative to orthognathic surgery. J Oral Maxillofac Surg. 2014 Feb;72(2):404. 2. van As G. Uncovering the tooth: the diode laser to uncover teeth, brackets and im- plants. Dent Today. 2012 Jan;31(1):168. 3. Gontiya G, Bhatnagar S, Mohandas U, Galgali SR. Laser-assisted gingivectomy in pediatric patients: a novel alternative treatment. J Indian Soc Pedod Prev Dent. 2011 Jul-Sep;29(3):264-9. 4. Pang P. Lasers in cosmetic dentistry. Gen Dent. 2008 Nov-Dec;56(7):663-70; quiz 671-2, 767. 5. Magid KS, Strauss RA. Laser use for es- thetic soft tissue modification. Dent Clin North Am. 2007 Apr;51(2):525-45. 6. Lee EA. Laser-assisted gingival tis- sue procedures in esthetic dentistry. Pract Proced Aesthet Dent. 2006 Oct;18(9):suppl 2-6. 7. Christensen GJ, Child PL Jr. Fixed pros- thodontics: time to change the status quo? Dent Today. 2011 Sep;30(9):66, 68, 70-3. bibliografia rapidità, efficacia, ma soprattutto di mininvasività e predicibilità del ri- sultato. Tali vantaggi sono ottenibili grazie alle proprietà della radiazio- ne laser a diodo: innanzitutto il ta- glio di tipo termico senza carboniz- zazione dei tessuti e la contestuale coagulazione, e ancora la riduzione dei tempi di guarigione, e soprattut- to la stabilità del risultato grazie alla completa assenza dei tanto temuti fenomeni di retrazione gengivale, che rappresentavano una costante al tempo dell’elettrobisturi. Infatti, il laser a diodo, pur effettuando un taglio termico legato all’interazio- ne della radiazione con i pigmenti contenuti all’interno dei tessuti, se utilizzato con una tecnica corretta e soprattutto con una intensità di potenza adeguata al fine di ottenere l’effetto desiderato, non produce sul tessuto gengivale danni di tipo ter- mico dovuti a innalzamenti eccessi- vi della temperatura tissutale, come invece avviene mediante l’utilizzo di un taglio diatermico. Descrizione del caso Il paziente è un maschio di 52 anni, che necessita di una riabilitazione protesica del gruppo frontale in- feriore dall’elemento 4.3 al 3.3. La Fig. 1 mostra infatti la necessità di armonizzare i profili gengivali dei centrali inferiori, di ricostruire la radice dell’elemento 4.2 e di posi- zionare il provvisorio in resina già confezionato prima della riabili- tazione finale. Pertanto, con una ridotta infiltrazione di anestesia loco-regionale, si procede all’inter- vento di gengivoplastica con laser a diodo 980 (KaVo MASTER lase). L’intervento è stato effettuato con il laser settato a 0,8 W in modalità iperpulsata, secondo le caratteri- stiche proprie dell’apparecchio, in modo da ottenere un’eccellente rapidità di taglio con una ridotta interazione laser-tessuto; la Fig. 2 mostra l’immediato post-opera- torio dove sono evidenti le radici dei denti trattati con i profili gen- givali ridisegnati, ma soprattut- to si nota l’assenza di fenomeni di carbonizzazione. Il provvisorio in resina è stato immediatamente posizionato. A distanza di 7 giorni (Figg. 3a, 3b, 3c), senza aver ribasato appositamente il provvisorio pro- prio al fine di rendere più evidente l’effetto del nostro trattamento chi- rurgico mediante laser a diodo, i tes- suti gengivali si presentano in uno stato di guarigione pressoché com- pleto, ma soprattutto senza segni di flogosi residua né di retrazione gengivale indesiderata (Figg. 4a, 4b, 4c). Si è proceduto pertanto imme- diatamente alla presa di impronta per la riabilitazione finale mediante corone in zirconia-ceramica (Fig. 5). Discussione Come dimostra il caso descritto, il laser a diodo fornisce una serie di vantaggi in chirurgia mucogen- givale. I vantaggi intra-operatori sono per lo più legati alla rapidità di esecuzione e alla mininvasivi- tà del trattamento, ma anche alla contestuale assenza di sanguina- mento, che mantiene sempre ben visibile il campo operatorio. Inoltre, la capacità coagulativa del laser a diodo fornisce un ulteriore vantag- gio in termini di preparazione del paziente all’intervento chirurgico; nello specifico, ci permette di trat- tare paziente affetti da malattie si- stemiche o che assumono farmaci che interferiscono con la normale coagulazione, senza preoccupar- ci dell’aumentato sanguinamento intra-operatorio e anche senza ef- fettuare alcuna sospensione o con- versione delle terapie in corso. I van- taggi post-operatori, invece, sono l’assenza di edema post-chirurgico e il ridotto dolore, ma sicuramen- te più importante è la stabilità del trattamento chirurgico inteso come permanenza alla guarigione del tes- suto gengivale trattato allo stesso livello in cui modellato e/o tagliato durante l’intervento; non ultimo, un ulteriore vantaggio è la rapida guarigione che, da un lato, porta il nostro paziente a riprendere le sue normali abitudini di igiene e alimentari in un tempo veramen- te ridotto, dall’altro lato permette di ottimizzare al massimo i tempi di riabilitazione. Pertanto, in un’o- dontoiatria moderna ormai estre- mamente orientata alla rapidità esecutiva – tramite, ad esempio, i si- stemi CAD/CAM, la TC CONE BEAM anche integrabile nei sistemi CAD, l’impronta ottica, l’allargamento mediante laser del solco gengivale per presa d’impronta e tanto altro – la possibilità di ottenere tramite il laser a diodo una quanto più rapida e predicibile guarigione dei tessuti gengivali è sicuramente un fattore aggiuntivo e migliorativo molto im- portante, che perfettamente si inte- gra nel flusso di lavoro snellendolo ulteriormente. Fig. 1 Fig. 3a Fig. 4a Fig. 3b Fig. 4b Fig. 3c Fig. 4c Fig. 5 Fig. 2

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