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cosmetic dentistry Italian Edition Vol. 3, 2017

special _ white spot lesions Fig. 1c Fig. 1d Fig. 1e _Caso Clinico Si presenta alla nostra attenzione una pazien- te di 28 anni, non fumatrice, in apparente buone condizioni sistemiche (asa1) per una seduta di igiene professionale. Durante l’esame obiettivo, l’ausilio della telecamera intraorale permette di riscontrare la presenza di White Spot a livello del settore centrale e di condividerle con la paziente. La paziente riferisce che all’età di 13 anni è stata sottoposta ad un trattamento ortodontico per circa 1 anno, e dopo lo sbandaggio ha notato le “macchie bianche” e riferisce che anche il fratello più piccolo, 17 anni di età, curato anch’esso con terapia ortodontica fissa dallo stesso odontoiatra, ha il disagio di avere White Spot più evidenti delle sue sulle superfici dentali. Chiediamo di poter vi- sitare anche il fratello. La paziente chiede se esiste una terapia odontoiatrica per eliminare il disagio, poiché avendo un bel sorriso, la disturba la visio- ne delle White Spot. A tal proposito è stato con- dotto uno studio3 dal Baylor College of Dentistry che si è incentrato sul quantificare la prevalenza di White Spot Lesions visibili sui denti anteriori e, in secondo luogo, di valutarne i fattori di rischio associati. Dai risultati è emerso che il 23,4% dei pazienti ha sviluppato almeno una White Spot Le- sions durante il trattamento ortodontico: si è re- gistrata la formazione di 800 macchie, con netta predominanza nell’arcata mascellare (584) rispet- to alla mandibolare (216). La distribuzione delle lesioni è apparsa simmetrica da sinistra a destra e si è presentata con frequenze statisticamente significative sugli incisivi mascellari laterali, sui canini mascellari e su quelli mandibolari. In base ai risultati dello studio i ricercatori hanno clas- sificato i cinque fattori di rischio statisticamente rilevanti per lo sviluppo di White Spot Lesions du- rante un trattamento ortodontico: al quinto posto hanno indicato il periodo di terapia superiore ai 36 mesi (RR = 1,3), seguito dall’assenza di fluorosi (RR = 1,79) e dalla scarsa igiene orale prima del trattamento (RR = 2,83) e durante il trattamento (RR = 3,12). Al primo posto, il principale fattore di rischio è stato associato alla presenza di lesioni preesistenti (RR = 3,4). L’unica terapia4 scientificamente provata è la remineralizzazione. Dopo che l’odontoiatra ha espresso la dia- gnosi differenziale delle lesioni, si sceglie di sottoporre la paziente ad approccio terapeutico combinato di sbiancamento e infiltrazioni. cosmetic dentistry 3_2017 21

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