Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

CAD/CAM - international magazine of digital dentistry

1_201510 l’intervista logie, forse anche odontotecnici meno abili nella produzione tradizionale manuale possono pro- durre restauri di alta qualità. Sono d’accordo sul fatto che l’odon- toiatria digitale sia la via del futuro, non sembra ci siano obiezioni al riguardo. Tutti sono d’accordo che i primi due passi del processo, l’acquisizione di dati attraverso qualche forma di scansione e il CAD, sono essenziali. Ma quando si tratta del compo- nente CAM, sembra ci sia una divergenza di opinioni. Uno dei relatori di IDEM Sin- gapore, il dott. Rik Jacobs, sembra pensare che le stampanti 3D possono già far fronte al processo produttivo del laboratorio e, una volta che gli ultimi materiali biologi- camente compatibili attualmente in fase di sviluppo siano stati testati e approvati, la stampa 3D sarà in grado di fare tutto, compresi gli impianti. Ritenete che la fre- satura di precisione esisterà ancora per gli anni a venire? Dr. A. Agnini – Non abbiamo molta esperien- za con macchine da stampa 3D. Di sicuro, saran- no una rivoluzione per la futura odontoiatria, per ora non credo che possano raggiungere la pre- cisione ottenibile dalle fresatrici. Per il momento, penso che le fresatrici siano il gold standard dif- ficile da superare. Quando la scansione e le tecnologie CAD/ CAM saranno migliorate e implementate, pensate che più dentisti, o almeno gli studi dentistici più grandi, cominceranno a fare più produzione in-house piuttosto che uti- lizzare laboratori esterni? E, se sarà così, che cosa possono fare i laboratori e gli odonto- tecnici per mantenere i propri clienti? Dr. A. M. Agnini – Il processo di fresatura in- house è un tema caldo oggi in odontoiatria. Tutto deve iniziare e finire tenendo a mente la qualità del restauro finale, che deve sempre essere il fat- tore decisivo. Oggi il clinico ha la possibilità di organizzare il proprio lavoro come preferisce, ma fare tutto da soli è, a nostro avviso, qualcosa non del tutto conveniente o pratico. Diverso è se l’o- dontoiatra ha nella studio un team odontoiatrico ben addestrato che può gestire il flusso di lavoro digitale dall’inizio alla fine. Tale gruppo dovrebbe includere un esperto odontotecnico, che si è dedicato allo studio e alla formazione relativa a tutte le ultime so- luzioni digitali. Solo in questo modo il clinico sarà soddisfatto dal punto di vista della qua- lità raggiunta e, per quanto concerne il busi- ness, dal punto di vista economico. Un’altra soluzione è quella di collaborare con un labo- ratorio esterno esperto in grado di progettare, personalizzare e produrre gli elementi prote- sici. In questo modo, non si deve investire in costi relativi alla creazione di un laboratorio odontotecnico. In sintesi, da un lato, l’arte dell’odontotecnico non può essere sostitui- ta dall’odontoiatria digitale: sarà ancora ne- cessario lavorare con un odontotecnico, in- house o all’esterno, capace e in continuo ag- giornamento sulla tecnologia. Dall’altra parte, se i laboratori odontotecnici vogliono mante- nersi nel business, devono incorporare al loro interno le ultime soluzioni digitali, capire e investire in queste, e sapere come sfruttarle al massimo. Questo sarà l’unico modo per i la- boratori odontotecnici per sopravvivere all’era dell’odontoiatria digitale. All’IDEM a Singapore le parole d’ordine erano sicuramente “CAD/CAM” e “stampa 3D”, ma quali prevedete saranno le nuove parole d’ordine per il 2018? Dr. A. Agnini – Penso che nel 2018 le parole d’ordine potranno essere “flusso di lavoro digita- le completo”, cioè un processo digitale comple- tamente predicibile; e “riabilitazione full-arch”. Oggi, è ancora troppo presto per gestire i casi complessi con lo scanner intraorale, l’errore in genere è ancora troppo grande. Fig. 4_Le tecnologie Cad/Cam e gli strumenti di ultima generazione hanno migliorato l’efficenza del flusso di lavoro odontotecnico, limitando le maggiori variabili di lavorazione. Fig. 4

Sito