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implants - international magazine of oral implantology No.1, 2017

1_2017 40 l’intervista _ Protesi cementata Monoedentulia e atrofia ossea grave. Problem solving in area estetica Intervista al dott. Alessandro Carmignani, vincitore del premio PEERS, sezione Protesi cementata Il dott. Alessandro Carmignani ha ricevuto il premio PEERS nella sezione Protesi cementata, con un caso clinico dal titolo “Monoedentulia e atrofia ossea grave. Problem solving in area estetica”. Il caso presentato dal dott. Carmignani si riferiva a una donna di 55 anni con monoedentulia 21 e atrofia orizzontale/verticale. Lamentava mobilità della riabilitazione protesica (ponte) eseguita anni prima, la decementazione dello stesso ponte (11-22) per carie al pilastro (22). La paziente rifiuta l’opzione non chirurgica di un nuovo ponte. Abbiamo incontrato il dott. Carmignani e gli abbiamo rivolto alcune domande in merito al caso clinico vincitore. _Dott. Carmignani può riassumerci gli aspetti più importanti del caso clinico che ha presentato? Il piano di trattamento ha dovuto ov- viamente tenere in conto le richieste spe- cifiche della paziente. Migliorare l’aspetto estetico, ma soprattutto ristabilire l’indivi- dualità degli elementi dentali rispetto alla situazione preesistente (cioè la presenza di un ponte in metallo-ceramica) era una richiesta imprescindibile per l’accettazione del piano di trattamento da parte della pa- ziente. Una volta effettuata la visita e stila- ta la diagnosi, è emersa immediatamente la necessità di ricreare le condizioni anatomi- che necessarie e sufficienti per l’inserimen- to di un impianto endosseo e di migliorare la prognosi dei denti adiacenti già trattati endodonticamente e ricostruiti in maniera non adeguata. _Il piano di trattamento aveva come obiettivo di risolvere problemi funzionali (occlusione) e le nuove aspettative este- tiche. Quale è stato l’iter di questo com- plesso trattamento? Nonostante l’assenza di alcuni molari ed evidenti segni di marcata usura occlusale, la palpazione muscolare e dell’ATM avevano di- mostrato assenza di sintomi, e quindi una compensazione funzionale della paziente. Dal punto di vista estetico, oltre alla deformità muco-gengivale a livello del dente mancante, un altro elemento “menomante” era rappre- sentato dall’asimmetria dei profili gengivali dei denti del settore. Fondamentale è stato pertanto l’ausilio del trattamento ortodontico, per migliorare le parabole gengivali del settore frontale senza alterare l’occlusione esistente. Da questo punto di vista il trattamento orto- dontico preliminare eseguito da mio fratello Roberto è stato determinante per il successo. _La paziente ha accettato facilmente il piano di trattamento? Non solo. La signora – che si rivolge rego- larmente da diversi anni al nostro studio per sedute di igiene orale – aveva già espresso i suoi desiderata riguardo alla soluzione a lei più congeniale, qualora si fosse verificata la ne- cessità di sostituire il ponte, eseguito in pas- sato da un altro collega. Nonostante la possi- bilità di una soluzione fissa tradizionale quale un nuovo ponte e di un percorso riabilitativo meno impegnativo, e nonostante siano state debitamente illustrate le differenze esistenti in termini di durata, costi e probabilità di com- plicazioni, la paziente non ha avuto dubbi a riguardo.

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