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implants - international magazine of oral implantology No.1, 2017

1_2017 32 caricamento protesico, impedendo così il ri- modellaggio dell’osso. Per avere una diagnosi accurata si deve eseguire una TAC Cone Beam tridimensionale, specialmente se il paziente accusa dolori nevralgici cosiddetti NICO (neu- ralgia inducing cavitational osteitis), che pro- vengono dalle seguenti aree con infiammazioni croniche dell’osso degenerato. I batteri marker aggressivi parodontologici come: _ Actinobacillus actinomycetemcomitans con la sottospecie Porphyromonas gin- givalis; _ Tannerella forsythensis (Bacteroides forsythus); _ Treponema denticola; _ Prevotella intermedia. Questi batteri danno un’infiammazione persistente e distruggono il tessuto periodon- tale. I siti dove troviamo questi batteri possono infiammare altri siti (come il sito dell’impianto) e provocare una perimplantite. Dovrebbero es- sere eliminati prima di una terapia implantare. Come misura di successo possiamo misurare, oltre all’aspetto e il sanguinamento della gen- giva, la presenza di calprotectina (conosciuta come marker di infiammazione intestinale) nel solco o nella tasca gengivale. Nell’attuale ricerca sia il titanio sia il biossi- do di zirconio con il passare del tempo posso- no perdere la loro idrofilia. Alcuni studi (Ushio) hanno mostrato che dopo 4 settimane l’idrofi- lia si riduce notevolmente. La ditta giapponese Ushio lavora sulla attivazione della superfice (Fig. 1). Nel dipartimento ACTA, presso l’Università di Amsterdam, hanno sintetizzato e stanno ri- cercando l’effetto delle bone morfogenic pro- teins per ottenere una osteoinduzione. Di recente una notizia proveniente dalla Russia riporta che un gruppo di studiosi del- la Tomsk Polytechnic University ha proposto come soluzione al rigetto un composto bioat- tivo con il quale vengono rivestiti gli impianti analogo alla citochina interleuchina-4. Que- sta sostanza è infatti in grado di controllare il comportamento delle cellule immunitarie, i macrofagi, forzandoli a stimolare il processo di guarigione. Per assicurare un successo implantare senza effetti collaterali oggi possiamo usare i concentrati delle piastrine (PRP) e il resto del plasma (PPP) del paziente, preparato immedia- tamente prima dell’applicazione. Il sistema da noi usato è quello del CGF, che è sul mercato da oltre 10 anni e ha un piego sia in medicina sia in odontoiatria. I più conosciuti e studiati fat- tori di crescita sono: il Platelet Derived Growth Factor (PDGF), che funziona come mitogeno sull’attività di divisione cellulare delle cellule di origine mesenchimale (Andrew et al., 1995). Il Transforming Growth Factor beta 1 (TGF-beta 1) e beta 2 (TGF-beta2), che agiscono nelle differenti fasi della guarigione di una frattura intramembranosa ed endocondrale (Cho et al.). Il Fibroblast Growth Factor (FGF), che agisce sulla regolazione e stimolazione della differen- ziazione delle cellule, sull’angiogenesi e sulla chemotassi (Glowaki, 1989; Liebermann et al., 2002). Il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), che regola l’angiogenesi (Tsiridis et al., 2007). L’Insulin Like Growth Factor (IGF), che promuove la proliferazione delle cellule e ini- bisce l`apoptosi (Liebermann et al., 2002). Oggi sono documentati circa 500 fattori e compo- nenti del sangue, di cui in parte conosciamo l’azione ma non l’esatta interazione tra loro. Questo fa capire che la guarigione è molto complessa e solo l’utilizzo di tutti i fattori può dare un ottimo risultato. Fig. 1 research _ fattori di crescita

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