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implants - international magazine of oral implantology No.1, 2017

31 1_2017 research _ fattori di crescita Orario Range pH H 6:00, dopo colazione pH 5,5-6,6 H 9:00 pH 7,0-7,2 H 12:00, dopo pranzo pH 6,7-6,9 H 15:00 pH 7,2-7,8 H 18:00, dopo cena pH 6,7-6,9 Tipo A Normale. Produzione della pro infiammatoria IL-1. Normale. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Tipo B Normale. Produzione della pro infiammatoria IL-1 Ridotta. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Tipo C Aumentata. Produzione della pro infiammatoria IL-1. Normale. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Tipo D Aumentata. Produzione della pro infiammatoria IL-1. Ridotta. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Gusto Disturbo/Carenza Sangue Carenza di ferro o disturbi nel metabolismo del ferro. Pesce Carenza di zinco o disturbi nel metabolismo dello zinco. Marcio Processi di putrefazione nell’intestino. Amaro Disturbi della cistifellea. Salato Disturbi dei reni. Dolce Disturbi del pancreas. Uova marce (idrogeno solforato) Disturbi nel processo di disintossicamento del fegato. classificazione va da A a D oppure da 1 a 4) (Tab. 4). Vogliamo precisare che una vera allergia al titanio è molto rara, dato che la reazione al titanio nel test di trasformazione linfocitaria (LTT) è differente dall’allergia dei noti allerge- ni a contatto come il nickel, il palladio e l’o- ro. La ragione è che gli ioni di titanio subito dopo la liberazione in un pH medio vengono immediatamente ossidati. Particelle di titanio ossidate a confronto di ioni metallici non sono in grado di diventare un allergene modificando le proteine. La reazione che dà il titanio è una reattività proinfiammatoria delle cellule del si- stema immunitario. Questa reazione proviene dalla propensione all’infiammazione delle cel- lule immunitarie non specifiche come monociti e macrofagi del tessuto a delle particelle parti- celle di titanio di dimensione da 1 a 10 micron che si trovano, come è noto, nel tessuto vicino all’impianto. La reazione al titanio ha una correlazione con il test genetico di infiammazione. Pazienti con Tipo 3 e Tipo 4 hanno in 80% die casi una reazione positiva al titanio. Pazienti con una reazione Tipo 1 e Tipo 2 sono solo positivi nel 5% dei casi. Vedendo che il totale delle reazioni e dell’85% e non del 100%, dobbiamo presu- mere che ci sono anche altre cause. Un altro rischio è rappresentato dalla con- centrazione di metalli pesanti nell’osso. Que- sti possono dare allergia (i metalli pesanti in generale provocano allergie del Tipo 4) oppure causare un’intossicazione cronica. I nostri stu- di condotti su pazienti con disturbi di causa idiopatica hanno trovato i seguenti metalli nell’osso e misurato la concentrazione: argen- to; bismuto; cadmio; cobalto, gallio; oro; indio; mercurio; molibdeno; palladio; piombo; plati- no; rame; stagno; tallio; zinco. La corrente galvanica tra i metalli in bocca si può misurare con l’amalgamometro, che ha il vantaggio di misurare la corrente galvanica con elettrodi di carbonio che non devono esse- re calibrati prima di una misurazione. La quan- tità di metalli nella saliva dopo la masticazione si rileva con il test del chewing-gum. Per rile- vare i metalli nei depositi si esegue il test con sostanze chelanti (test di Daunderer, DMPS/ DMSA). Per osservare l’assunzione negli ultimi mesi si esegue l’analisi del capello. In individui senza metalli, o dopo la rimozione di metalli, la concentrazione di metalli è minore. Questo vale anche per metalli assunti attraverso l’am- biente come il piombo e il tallio. Lo stesso vale anche per la concentrazione di solventi volatili come la formaldeide, che abbiamo trovato in biopsie dell’osso e delle radici di denti. Questo porta alla conclusione che i metalli pesanti di- minuiscono il livello di disintossicazione locale nei tessuti gengivali e nel tessuto osseo. Una rimozione dei metalli diminuisce la concentra- zione dei metalli nei tessuti. L’osso viene clas- sificato secondo la sua densità da D1 a D4 (il D5 rappresenta l’osso neoformato dopo rialzo del seno mascellare o accrescimento della cre- sta ossea). Se invece abbiamo una densità os- sea che non corrisponde alle aree dove si tro- va normalmente, possiamo supporre che qui abbiamo un osso degenerato con alto quan- titativo di grasso non in grado di ossificarsi. Dato che i metalli pesanti e i solventi sono li- posolubili un impianto senza adeguata pulizia dell’osso degenerato può dare un insuccesso, che si può verificare nell’immediato o dopo il Tab. 3_Gusti che possono indicare carenze o un disturbo. Tab 4._Tipologia genetica del Interleuchina-1. Tab. 2_Test delle urine di F. Sander: orari di misurazione del pH.

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