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Dental Tribune Italian Edition

26 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2015Speciale IDS Colonia Considerazioni sulla promozione e sull’esportazione dell’industria dentale italiana << pagina 1 Prima della seconda guerra mondiale, in Italia, l’industria del settore dentale era quasi inesi- stente, mentre l’industria generale aveva cin- quant’anni di ritardo rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale – ritardo imputabile a motivi storici, politici ed economici di vario ge- nere. Alla fine della guerra, l’immagine dell’Italia all’estero era perciò quella creata, a suo tempo, dall’immigrato in cerca di quel lavoro che non poteva trovare nel suo Paese. L’immagine dell’I- talia del dopoguerra non poteva quindi favorire l’esportazione, e questo non era l’unico ostacolo: altre difficoltà erano rappresentate dalla genera- lemancanzadiconoscenzadellelinguestraniere, dai vent’anni d'isolamento dovuti al Fascismo e alle sanzioni ad esso conseguenti, dalla mancan- za di materie prime e fonti energetiche, carenze che aumentavano i costi dei prodotti e delle loro trasformazioni. Eppure l’esportazione c’è stata, e nel settore dentale si è sviluppata in modo par- ticolare nel ramo dell’attrezzatura, dove l’Italia è considerata nelle prime posizioni su scala mon- diale. Nel periodo postbellico, di ricostruzione, caratterizzato dalla generale mancanza di tutti i generi di consumo e di beni durevoli, nel qua- le, iniziative politiche nazionali e internazionali (come il Piano Marshall) venivano promosse per lanciare l’economia italiana, si è generato quel fe- nomeno inatteso che è stato definito “il miracolo economico italiano”, fenomeno che logicamente ha trascinato anche il settore dentale. La deci- sione dell’imprenditore determinato ha avuto il sopravvento, aiutato da alcuni aspetti favorevoli, e gli imprenditori italiani sono riusciti a supera- re gli ostacoli. Oggi le imprese esportano perché hanno bisogno di aumentare il fatturato per ammortizzare i costi fissi, gli stampi e le attrez- zature speciali. Negli anni del miracolo, quando la richiesta era superiore all’offerta, i margini di guadagno erano maggiori e i problemi erano altri: era il momento favorevole per entrare nei mercati esteri. Spinte da quel desiderio di affer- mazione che anima ogni imprenditore, diverse aziende italiane del settore dentale hanno colto il momento favorevole, hanno varcato i confi- ni, hanno pagato il noviziato, ma in gran parte sonoriusciteaoccuparequelleposizionicheoggi consentono loro di essere presenti sui mercati esteri, anche dove la produzione locale è molto agguerrita. In seguito, le aziende con prodotti interessanti, attraverso anni di lavoro, di buona produzione e di puntualità, si sono create un’im- magine e una certa sicurezza e stabilità di lavoro. Guai a sbagliare, però: nel libero mercato gli er- rori si pagano sempre nella misura dovuta, e la clientela, pur tenendo conto dei meriti acquisiti, abbandona il prodotto superato per dare la pre- ferenzaalprodottomigliore,piùaggiornatoepiù conveniente.Nonesisteunmomentonelqualesi può dire «ho guadagnato una posizione che nes- suno può togliermi»; sul mercato la posizione è insidiata tutti i giorni, e bisogna guadagnarsela di nuovo, continuamente. Prodotto, prezzo, pub- blicità e organizzazione sono gli ingredienti indi- spensabili, non c’è abilità di industriale o nome prestigioso che consenta di vendere un prodotto scadente o poco competitivo. Il libero mercato seleziona prodotti e aziende a unico beneficio dell’acquirente – nel nostro caso, a beneficio del professionista. La competizione non è un peso, non rappresenta una difficoltà, anzi è uno stimo- lo; l’imprenditore, come lo sportivo, nella com- petizione trova gusto e soddisfazione. Talvolta, burocrazia e politica creano ostacoli e problemi al lavoro e all’esportazione, situazioni di fronte alle quali l’imprenditore è spesso impotente. Re- centemente, interrogato da alcuni amici, il noto cronista sportivo Bruno Pizzul, alla domanda: «Il momento di maggior disagio durante le crona- che sportive all’estero?», ha risposto: «Quando i colleghi stranieri ironizzano sulle incongruenze deldebitopubblicoitalianoelespesefolliperl’ac- quisto dei calciatori stranieri». Questo particola- re evidenzia il metro con cui l’opinione pubblica straniera ci giudica, giudizio enfatizzato dalla stampa e dalla televisione estera che, troppo spesso, ci descrivono come un popolo di mafiosi e di ladri. Tale trattamento, favorito dal desiderio dapartedeimassmediadifarenotizia,nonècer- tamente scevro da spinte nazionaliste e di difesa degli interessi interni e particolari delle aziende dei Paesi interessati dall’export italiano. Più vol- te mi è capitato di perdere la battaglia con il mio concorrente, ubicato un po’ più a nord rispetto all’Italia, semplicemente perché il potenziale cliente(informatopiùdallastampaedallatelevi- sionechedaconoscenzedirette)nonselasentiva di imparentare i de- stinidellasuaazienda commerciale con un prodotto proveniente da un Paese dove la scorrettezza è descrit- ta come l’abitudine. Il campo dentale è comunque un settore piccolo, dove costrut- tori e commercianti, anche di Paesi diversi, si conoscono abba- stanza bene, e dove chi si è guadagnato la stima del mercato ed è stato accettato non viene generalmente emarginato solo a causa della poca cre- dibilità del Paese d’o- rigine. Abbiamo detto che non è consentito distrarsi, confermia- mo questo assunto e, a maggior chiarez- za, per chi non vive giornalmente la battaglia per la sopravvivenza del commercio e dell’industria, aggiungiamo che l’imprenditore deve scendere in campo ogni giorno estremamente concentrato, altrimenti, al pari dello sportivo, quel giorno perderà la sua competizione, non ci saranno tempi supple- mentari e non ci potranno essere troppi giorni perdenti senza precipitare nel girone inferiore. Quella dell’imprenditore è una vocazione che comporta l’assunzione di grandi responsabilità di fronte alla società e alla legge. L’uomo previ- dente che non vuole correre rischi, quando veste i panni dell’imprenditore, rischia il fallimento come la prigione, anche quando pondera ogni decisioneconilmassimodellaprudenza.Leleggi, spesso incomprensibili o interpretabili in diversi modi, la burocrazia, che non riesce mai ad essere chiara e semplice, sono mine che sembrano fatte apposta per dissuadere l’imprenditore. Problemi che con l’esportazione si ingigantiscono: per il funzionario statale l’azienda che esporta è neces- sariamente implicata nell’esportazione di valuta, non si rende conto dei maggiori costi dell’espor- tazione e della necessità di abbassare i prezzi all’estero per compensare il passaggio in più, che è il compenso dell’importatore. Ciò nonostante, molti uomini, spinti dalla vocazione, interpreta- no il lavoro come un dovere e portano avanti l’a- zienda privata con quel carico di funzioni sociali ed economiche necessarie alla società. All’inizio degli anni Novanta, superate certe impostazioni ideologiche, i governi europei erano impegnati nello studio di nuovi assetti economici e socia- li e di alcune riforme urgenti. Le legislazioni di alcuni Paesi si sono aggiornate e, da quanto si è letto su diversi giornali, sembra con vantaggi pratici rilevanti. In Italia correnti fortemente conservatrici hanno ostacolato tali realizzazioni, l’operatività della legislatura è diventata sempre più difficile, è iniziata la stagione dell’inefficien- za legislativa. Le ragioni dell’inefficienza sono diverse: vanno dai pregiudizi, alla mancanza di aggiornamento della politica, ancora legata a schemiideologicisuperatiealfattochetuttipos- sonoostacolaretutto.Negliannichesonoseguiti (dai primi anni Novanta a oggi), sembra che in Italia una parte di politici abbia abbandonato il concetto di politica come missione e servizio, per rincorrere solo l’ambizione personale e il profit- to. Tale degenerazione morale si è estesa anche in periferia, alle regioni e alle amministrazioni locali. Non vogliamo accusare i politici in genera- le, anzi precisiamo che stiamo parlando di chi è stato trovato con le mani nel sacco ed è già stato condannato. Politici con indirizzi simili non po- tevano certo fare riforme, favorire una più equa distribuzione della ricchezza, evitare gli sprechi, ridurre il debito pubblico ecc. Nel nostro Paese i politici sono molto numerosi, per cui anche i fuorviati non sono pochissimi, soprattutto se si considerano anche i loro aiutanti: dai portaborse ai consulenti. Considerato il numero e le pretese, le spese della politica gravano sensibilmente sul bilancio del Paese, il finanziamento pubblico dei partiti, i rimborsi e i privilegi ormai non bastano più, per cui alcuni sono ricorsi alle tangenti e ad altri sistemi illeciti. Gli uomini pubblici, come i campioni e i leader, dovrebbero essere incorrut- tibili, perché facilmente vengono imitati. Con il tempo, infatti, le cose sono peggiorate: l’illecito dilaga, aumentano gli evasori fiscali, le carceri sono stracolme ecc. Molti cittadini ormai hanno perso le speranze: gli industriali, oppressi da una pressione fiscale insostenibile, da una giustizia con tempi biblici e da una burocrazia sempre più complicata e farraginosa, portano le loro azien- de all’estero, operazione non facile, ma ritenu- ta indispensabile per salvarle. Tanto per essere concreti facciamo un esempio: l’industriale che porta l’azienda in Corea del Sud, un Paese indu- strializzato e all’avanguardia, dove non esiste burocrazia e l’evasione fiscale è l’eccezione, trova una pressione fiscale del 25%. Le parole non con- vincono più nessuno, i politici che da mezzo se- colosialternanoallaguidadelPaese,promettono cambiamenti che non vengono mai realizzati. Se gliattualigovernantiriuscirannoafareprogressi nella giusta direzione, ci sarà una ripresa e i risul- tati non mancheranno; diversamente, rimanen- do nel caos attuale, si arriverà alla bancarotta. Noi ripetiamo che non abbiamo ancora perso tutte le speranze: l’Italia è un Paese a vocazione industriale, e lo abbiamo dimostrato, abbiamo ancora molte industrie che possono essere ri- lanciate e molti giovani disposti a fare sacrifici. Per uscire da questa situazione bisogna avere fede e coraggio. La politica deve dare l’esempio: diminuire drasticamente e immediatamente il numero dei parlamentari e i loro privilegi, deve avere il coraggio di dire la verità ai cittadini, deve eliminare quella burocrazia che non è al servizio dello Stato e che non è utile ai cittadini e deve far funzionare la giustizia. Ecco cosa intendiamo per “fare”. Non andiamo oltre, perché non ne abbiamo le competenze, abbiamo comunque capito che la politica deve far funzionare lo Stato con mano ferma prima che ci pensi un dittatore. La situazione si sta deteriorando in modo pauroso, abbiamo già letto sui giornali di un risveglio delle brigate rosse e delle frange di estrema destra. Per il resto, per salvare l’Ita- lia bisogna appellarsi ai giovani, i giovani sono idealistiesensibilialgridodiaiutocheormaisi sente ripetere da più parti, se responsabilizzati sono gli unici in grado di “rilanciare il miracolo economico italiano”. Volevamo parlare del dentale oggi, e ci siamo smarriti in considerazioni sulla situazione ge- nerale; non potevamo comunque non tenere conto del momento particolare che attraversa il Paese nel quale operiamo. Noi riteniamo che l’azienda si possa salvare anche senza portar- la all’estero; è vero che in Italia abbiamo una pressione fiscale da record mondiale, mentre altrove si riduce del 50%, è però vero anche che altrove le strade non possono essere tutte in discesa – già il trasloco rappresenterà una bella difficoltà – e qualunque sia il Paese di approdo, troveremo strade in salita. È molto positivo che ci sia la libertà di spostarsi, ma qua- lunque cosa si faccia è senz’altro prudente farla gradualmente e lasciare aperta la porta per un eventuale rientro. Si salveranno le aziende che fanno ricerca, che produrranno perciò macchine (o prodotti) aggiornati allo stato della tecnica, nel caso dei beni durevoli – oggi dobbiamo produrre prodotti e macchine ecosostenibili. L’ecososte- nibilità è senz’altro l’aspetto più importante del momento attuale. Le materie prime e le fonti di energia (solide e liquide) che la natura ha fornito gratuitamenteall’uomoechecihannopermesso di raggiungere l’attuale stato di benessere sono beni limitati. L’umanità ha sempre consumato tali beni in modo limitato, dando così tempo alla natura di rigenerarli. Da qualche anno il loro consumo ha superato la capacità della natura di riprodurli, continuando di questo passo le future generazioni,equindiinostrifiglinontroveranno più tale gratuità. Non ci dilunghiamo a produrre icalcoliprecisidiquantoaffermato,questicalcoli comunque sono stati fatti da organismi interna- zionali e sono ormai di dominio pubblico. Vice- versa quanto si può risparmiare con l’uso delle moderne tecnologie nel nostro settore, è stato pubblicatoindiversiredazionalirintracciabilisul nostro sito Internet (www.cattani.it). Coraggio e buon lavoro a tutti! Augusto Cattani

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