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Dental Tribune Italian Edition

4 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2015News & Commenti < pagina 3 È stato difficile il reclutamento delle aziende sponsor? Le aziende hanno aderito con estre- mo entusiasmo. È difficile avere in un’unica sede un numero così ele- vato di appartenenti a una cate- goria. Qui le aziende di igiene orale possono contare sul loro target di riferimento. Quando ripeterete questa esperienza? Ne dobbiamo ancora discutere. Pro- babilmente sarà biennale, per ren- derla una manifestazione più impor- tante. Vogliamo creare aspettativa, così come in questi mesi si è creata nei confronti di queste due giornate. La categoria è in crescita, partecipativa; la prevenzione in Europa è molto sentita. In Italia non è sufficiente questa coscienza. IDEA lavora per crearla. Pensiamo ad esempio agli ospe- dali: non più di una quarantina di igienisti nelle strutture pubbliche, per lo più in Trentino, Provincia a statuto speciale. Le linee guida sono ottime, ma spesso sono fine a se stesse e non concretizzate, pro- prio dagli igienisti. Il nostro ruolo è relegato nelle strutture private. Voi desiderate lavorare nelle strutture pubbliche? Sì, soprattutto per quanto concer- ne la prevenzione. Pensa che questa Expo possa diventare un evento di portata internazionale? Ci piacerebbe. Il segreto del successo (2300 presenze) e una cena partecipata da oltre 1000 persone… Umiltà e senso del gruppo, dell’as- sociazione e della categoria. I gio- vani igienisti volevano qualcosa di diverso dai congressi. I colleghi di adesso sono diversi da come era- vamo noi, diversa la concezione del profilo professionale. Con loro siamo riusciti a interagire attra- verso i social network. Prossimo appuntamento? Il nostro Congresso nazionale che si terrà a Matera, mia città di origine. Un’altra scommessa per avvicinare di più il Nord e il Centro Italia, dove ci sono il maggior numero di igieni- sti, al Sud, in una città che nel 2019 è stata eletta capitale della cultura. Terminiamo la nostra giornata rac- cogliendo opinioni agli stand, in realtà inavvicinabili, tanta è la folla dei partecipanti. Buon successo dei workshop. Le aziende, intervistate esprimono uno stupore e un entu- siasmo che gratifica in particolare Marianna Cozzolino, membro del Coordinamento nazionale, che si è occupata del reclutamento. Un’or- ganizzazione fatta per lo più da volontari, uniti dallo spirito che si può cambiare e si può vincere. Patrizia Gatto “50 anni di sostenibilità, in autonomia” Dental Tribune intervista Alberto Oliveti, presidente ENPAM < pagina 1 Oliveti, ci racconta per cominciare quando è iniziato il suo mandato e quando terminerà? Sono in carica dal 14 luglio 2012, la data della la presa della Bastiglia, mi perdoni la battuta, e il mio mandato durerà sino a fine giugno 2015, quando sarà approvato il nuovostatutoepotròquindiindireleelezioniperlenuovecariche.Stiamoaspettando l’approvazione deiMinisterivigilanti,ilMinisterodelLavoro,chehagiàapprovato,eil Ministerodell’EconomiaedellaFinanza.Allostatoattualeèancorainvigoreilvecchio statuto. Che cos’è oggi l’ENPAM? L’ENPAM è il più grande ente previdenziale privato, con un patrimonio di circa 18 mi- liardidieurodiriserva,superioreaquellodell’INPS.Unenteche,graziealleriformefat- tenelcorsodelmiomandato,chehannomessoalcentrolaprevidenza,puògarantire un futuro previdenziale sostenibile e sicuro agli iscritti. Oggi, anche se teoricamente non ci fossero più versamenti, saremmo in grado di pagare le pensioni per almeno altri 12 anni ai livelli attuali. Noi abbiamo dovuto garantire 50 anni di sostenibilità al Ministro Fornero, operando la riforma richiesta. Quali sono state le principali riforme nel corso del suo mandato? Per prima vorrei ricordare la riforma della gestione del patrimonio, che ha avuto come obiettivo la messa in sicurezza del patrimonio ENPAM. Poi, la riforma previ- denziale imposta dalla Legge Fornero. E ancora, la revisione dello statuto, in fase di prossima definitiva approvazione, che garantisce una migliore rappresentatività del- le categorie contribuenti. E infine, misure a favore del cosiddetto patto generazionale e del patto di genere, con riferimento alle genitorialità e alla maternità. Quali sono i criteri che permettono di definire l’ENPAM un ente sicuro? Il patrimonio senza dubbio, che a seguito della riforma previdenziale che abbiamo dovuto operare continuerà ad accumularsi. Un fattore determinante è stata la rifor- ma del modello organizzativo del patrimonio stesso. Oggi la gestione è più sempli- ce e trasparente a protezione dell’investimento: la speculazione non ci interessa. La Fondazione ha un modello di gestione del patrimonio che ha rovesciato quello del passato, che era riferito a delle discrezionalità, per quanto ritenute autorevoli. Abbia- mo girato la questione sul modello delle procedure e innescato un meccanismo di controlli indipendenti e incrociati, che ci permette di avere linee guida aggiornate in base alle migliori pratiche esistenti. Per gli investimenti abbiamo quindi adottato un modellocheprevedelareplicazionepassivadegliindicidimercato,dandoaigestoriil mandatodicomprareiprodottichecostituisconoilbenchmarkdisettore.Igestoripoi sonostatiscelticonunagaraeuropeaacuieranoinvitatiimigliorigrossistimondiali di patrimoni. Nel fare questo inoltre i costi commissionali sono stati estremamente ridotti, lo 0,07 per cento, quindi un estremo contenimento delle commissioni come segnale evidente di attenzione alla spesa. Lei ha parlato di un potenziale accumulo patrimoniale futuro fino a 120 miliardi di euro. Una garanzia per i giovani? Con il sistema attuale di fondi messi a garanzia, potrà accadere pro- prio questo. Teoricamente l’accumulo di patrimonio è visto come una garanzia per le prossime pensioni e per i giovani, ma il patrimonio in realtànonsipuòtoccareperl’erogazionedellepensioni.Patrimonioche oltre ad essere naturalmente assoggettato a tassazione, nel contempo potrebbe fare gola a tanti. C’è sempre il rischio di perdita dell’autono- mia per la Fondazione. L’autonomia è una cosa da difendere da continui attacchi? Certo, anche i progetti futuri saranno possibili solo mantenendo l’indi- pendenza. Che ne è stato dei fondi investiti in derivati? Oggi sono un problema risolto. Abbiamo creato un fondo svalutazione investimenti mobiliari, per rappresentare il valore attuale dei derivati. Nelfrattempoqueititolihannoripresovalore,lepotenzialiperditesono state gradualmente azzerate e non essendo stati messi nell’attivo a bi- lancio, quei valori al momento costituiscono un tesoretto. Si tratta di titoli prossimi alla scadenza, e in ogni caso li monitoriamo, se qualcosa cambia li vendiamo. Nel nuovo statuto della Fondazione ENPAM sono previste alcune riforme. Obiettivodellariformadellostatutoèmigliorare,aparitàdicosti,larappresentatività delle professioni e delle categorie comprese dalla funzione istituzionale della fonda- zione, in collegamento e in sinergia. Quali strumenti pensate di mettere in atto per questo? È stata istituita l’Assemblea nazionale, composta dai presidenti degli ordini, che sostituisce il Consiglio na- zionale. Ha un assetto va- riabile, in quanto gli ordini sono provinciali e quindi soggettiavariazioni.Anche lo statuto avrà un’architet- tura variabile e sarà com- posto da 3 componenti: a) i presidentidegliordini;b)un 10%,rispettoaicomponenti delgruppoa,dirappresentatideidentisti;c)irappresentatidicategoriedicontribuen- ti che dovranno essere il 50% per cento del gruppo a) più il gruppo b). Questo assetto supera le contestazione, del passato, in quanto si dà maggior voce alla categorie di maggior contribuzione. Alla categoria degli odontoiatri, oltre a una rappresentanza, viene dato un riconoscimento specifico. Un giusto compromesso tra le richieste di indipendenza da parte delle CAO e l’attuale assetto? Esattamente. E i costi? I costi dell’assemblea saranno gli stessi di oggi, pur variando il numero dei compo- nenti. In sintesi che cosa si è ottenuto? Abbiamo migliorato la rappresentatività, senza incremento di costi. Per quanto riguarda il CDA? Sarà molto più leggero ed espresso dall’assemblea. Al suo interno non ci sono rappre- sentanze governative dei Ministeri. Non entreranno, perché quali organi di controllo faranno parte del Collegio dei sindaci. Né ci saranno esperti finanziari. Perché? Perché un CDA deve essere l’interfaccia tra componente previdenziale, professionale ed economica finanziaria. Abbiamo rovesciato il concetto di esperti, per cui i membri del CDA saranno solo medici e dentisti. Prima di arrivare sul tavolo del CDA, tutte le proposte relative a investimenti finanziari dovranno essere vagliate dalla struttura tecnicainternaedall’investmentadvisoresterno,seguendoproceduresulcuirispetto vigila il Comitato per il controllo interno, attualmente presieduto da un magistrato della Corte dei Conti. Tutti gli investimenti saranno inoltre monitorati dal risk advisor, recentemente nominato a seguito di un’altra gara europea. Oggi l’ENPAM punta anche molto all’assistenza. Sì,questoèilnostroprogettoQuadrifoglio.Unprogettochericoprele4areedi:credito agevolato, previdenza complemen- tare, coperture assicurative e assi- stenza sanitaria integrativa. Il sistema contributivo ENPAM è comunque migliore di quello INPS? Il nostro è sempre stato un sistema contributivo. A tutt’oggi è il migliore per gli iscritti e anche per i giovani, garantendo,secondoleattualiregole normative, fino al 25% in più rispetto l’INPS. Voi puntate molto a sostenere i giovani. Certo, per una questione etica, ma non solo. I giovani sono coloro che sostengono il pagamento delle pensioni. A loro in- fatti sono state dedicate le conclusioni del seminario ENPAM che si è svolto a Catania, organizzato dalla Commissione albo odontoiatri dell’ordine di Catania il 28 marzo scorso. Concludo dicendo ai giovani che, se avete scelto di studiare Medicina questo è il mestiere migliore al mondo. La popolazione invecchia e ci sarà sempre più bisogno di medici che si prenderanno cura di questi pazienti. Presto ci sarà poi una grande generazione di medici che andrà in pensione: non mollate, siate forti e continuate. Patrizia Gatto, Dental Tribune

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