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Dental Tribune Italian Edition

10 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2015Teknoscienza Nelle anomalie orali individuata la causa di una malattia rara Un nuovo metodo di valutazione delle cure primarie per combattere la malattia orale Allarme lanciato dalla FDA sull’uso di sostituti per innesto osseo in pazienti con meno di 18 anni BIRMINGHAM (USA) – In collaborazione con un team interna- zionale di ricercatori, alcuni scienziati dell’Università di Alaba- ma (Birmingham, USA) hanno scoperto la base della sindrome di Singleton-Merten (SMS), rara malattia autosomica dominan- te, che tra altre condizioni causa una precoce ed estrema calci- ficazione del cuore, anomalie dentali quali la prematura com- parsa di parodontite e, tra l’altro, il riassorbimento dei denti in pazienti colpiti. Il gruppo internazionale è composto da ricercatori prove- nienti da Germania, Francia, Olanda e Regno Unito, ed esperti odontoiatri dell’Università di Alabama, i quali hanno sco- perto che alle origini della sindrome di Singleton-Merten vi è una mutazione, che cambia un singolo aminoacido nella proteina MDA5 codificato nel gene IFIHI da arginina a glu- tammina. Questo cambiamento provoca una maggiore indu- zione di interferone beta, hanno spiegato i ricercatori. Così, questa sindrome è stata riconosciuta per la prima volta come una malattia autoimmune congenita. Nello studio sono state identificate in Germania tre famiglie colpite dalla sindrome di Singleton-Merten. La sequenza del loro DNA ha rivelato che la stessa mutazio- ne della MDA5 era presente in 10 pazienti. Nella seconda fase dello studio, i ricercatori dell’Alabama hanno analizzato le caratteristiche dentali dei pazienti e selezionato linee cellu- lari derivanti da soggetti con sindrome di Singleton-Merten. Molte delle linee cellulari della polpa dentale provengono dalla formazione di un terzo molare inviato dalla Germania agli Stati Uniti. La squadra, attualmente, sta proseguendo la ricerca per scoprire l’impatto dell’SMS su 30 geni che sono coinvolti nella formazione del dente e nella mineralizzazione della dentina. Intitolato “A Specific IFIH1 Gain-of-function Mutation Causes Singleton-Merten Syndrome”, lo studio è stato pubblicato onli- ne il 22 gennaio sull’American Journal of Human Genetics. Dental Tribune International I ricercatori hanno scoperto che una mutazione del gene causa l’infiammazione parodontale e il riassorbimento den- tale nelle persone con sindrome di Singleton-Merten (foto: 18percentgrey/Shutterstock). NEW YORK (USA) – Secondo un rapporto pubblicato di recente, inserire la valutazione della cavità orale tra gli esami convenzionali di testa, orecchie, occhi, naso e gola (HEENT) potrebbe essere un metodo semplice ed effica- ce per ridurre i differenti livelli di salute orale in larga parte della popolazione. L’approccio è stato sviluppato per promuovere la collaborazione interprofessionale e le competenze riguardanti la salute orale tra gli addetti all’assistenza primaria. Per la maggior parte di tali operatori, l’HEENT esclude l’e- same di denti, gengive, mucosa, lingua e palato. Inoltre, la salute orale e il suo collegamento con lo stato di salute generale vengono spesso omessi nell’anamnesi clinica del paziente, nell’esame fisico, nella valutazione del rischio e nel piano di terapia. Pertanto, il passaggio dall’esame HE- ENT a un metodo che includa la valutazione della cavità orale (da cui il nome di “esame HEENOT”) potrebbe contri- buire a migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria orale e ad affrontare problemi di salute pubblica come carie della prima infanzia, cancro orale e orofaringeo da papilloma- virus, sindrome della bocca secca e malattia parodontale. Il metodo è stato sviluppato nell’ambito del program- ma TOSH (Teaching Oral-Systemic Health) del New York University College allo scopo di organizzare esperienze cliniche interprofessionali incentrate sulla salute orale in generale per l’infermiere, l’ostetrica e gli studenti di medicina e odontoiatria. Come parte del progetto, molti studenti di infermieristica, medicina e odontoiatria della New York University College sono stati oggetto di simu- lazioni didattiche in classi interdisciplinari ispirate al- l’“HEENOT”, comprensive di salute orale. «L’esperimento didattico – dicono i ricercatori – è collegato al crescente rinvio delle cure dentali primarie. Il programma TOSH ha incrementato notevolmente la collaborazione interpro- fessionale tra gli studenti di infermieristica, odontoia- tria e medicina», ha detto Ken Allen, professore associato all’University College of Dentistry. «Lavorando insieme, hanno formato un gruppo unito nell’insegnare e pro- muovere l’esame della bocca come una parte integrante della valutazione di ogni paziente, un aspetto spesso tra- scurato in passato». Intitolato “Putting the Mouth Back in the Head: HEENT to HEENOT”, il rapporto è stato pubbli- cato online il 20 gennaio sull’American Journal of Public Health. La salute orale è sempre di più considerata una parte integrante di quella generale. Per questo gli esperti ritengono importante completare gli esami generali di routine con quelli orali (foto: Alexander velonte/Shutterstock). SILVER SPRING (USA) – La Food and Drug Admini- stration aggiorna le raccomandazioni circa l’uso di sostituti per innesto osseo contenenti proteine ri- combinanti o peptidi sintetici in pazienti sotto i 18 anni. A preoccupare l’FDA, che sconsiglia pertanto l’uso sistematico di tali prodotti in questa fascia di popolazione, la segnalazione di gravi lesioni susci- tate dal loro utilizzo. Alcune proteine ricombinanti e peptidi sintetici che promuovono la nuova crescita di osso sono stati ap- provati per uso ortopedico e odontoiatrico solo in pazienti di età maggiore di 18 anni, scheletricamen- te maturi. Esistono solo prove limitate sulla loro ef- ficacia e sicurezza nei pazienti al di sotto dei 18 anni ancora in fase di sviluppo, dichiara infatti la FDA. L’organizzazione ha esortato gli operatori sanitari (chirurghi orali e ortopedici) a prendere in consi- derazione altre opzioni terapeutiche per pazienti più giovani con difetti ossei significativi o patolo- gie ossee rare. Tali opzioni includono l’autoinnesto e l’allotrapianto osseo e i sostituti di innesto osseo approvati dalla FDA senza proteine ricombinanti e peptidi sintetici. La FDA ha ulteriormente sottoli- neato come qualsiasi prodotto che influisca sulla crescita ossea potrebbe influenzare negativamente lo sviluppo scheletrico alterando la normale forma- zione e crescita ossea. Secondo la FDA, tra gli effetti negativi segnalati ci sono l’eccessiva crescita ossea, l’accumulo di liquidi, l’impossibilità di guarigione ossea e gonfiore. Materiali per innesto osseo che imitino le sostanze che favoriscono la crescita di osso naturale vengono inseriti nelle aree dove l’osso è carente per accelerarne la crescita (foto: fortunato Business/Shutterstock).

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