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Dental Tribune Italian Edition

44 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2015Meeting & Congressi EVENTSwww.dental-tribune.com Consulta sul nostro sito l’area Events, un aggiornamento continuo sui migliori eventi del dentale. Massimo Cacciari e la sua proposta al Collegio Docenti: la “libertas philosophandi”, nuovo modello formativo Enrico Gherlone, presidente del Collegio dei Docenti per il prossimo quadriennio, ha inau- gurato il 9 aprile a Milano il 22° Congresso na- zionale, dinanzi a circa 800 persone. Lodevole la scelta dei temi e dei relatori della serata, che hanno affrontato temi cruciali per il mondo odierno dell’università e dell’odontoiatria: scenari e problemi attualmente non ancora ri- solti sia nella formazione universitaria sia per le cure odontoiatriche ai pazienti indigenti. Le prospettive dell’università sono state affi- date alla lectio magistralis di Massimo Caccia- ri, già preside della facoltà di Filosofia del San Raffale. L’università deve formare la futura classe dirigente e politica «libertas philoso- phandi», questa la sintesi dell’attenta e appas- sionata analisi di Cacciari, alla quale giunge a partire dalle origini delle università in Euro- pa, perché lì si trova la vera mission di questa storica istituzione. Nata infatti in un grande momento di crisi europea, l’università sorse dalla pressione di nuovi ceti sociali e soggetti economici. Nacque dal e nel conflitto che per- mette competizione e sviluppo di potenzia- lità; dalla ricerca di libertà, in una situazione che crea un sano pluralismo competitivo. Uni- versità libere che si contendevano gli studenti e che, se deboli numericamente, chiudevano per la necessità di stare “nel mercato”. Compe- tizione europea, non regionale. Fondamentale era di certo l’integrazione dei saperi all’in- terno della stessa sede, in un’ottica interna- zionale. Da qui la tesi sostenuta da Cacciari. L’università deve educare non istruire, ossia trasmettere il sapere; educare a far uscire le potenzialità degli studenti e questo implica un dialogo personale. Ma nelle prospettive di riforma ministeriali, sembra essere un’u- topia, laddove il reclutamento dei professori, il piano didattico sono uniformati e dove la statualità universitaria impedisce la competi- zione. C’è una crisi delle università italiane ed europee, luoghi che hanno finito per dimen- ticare le loro origini; e prima di affrontare un discorso più ampio di riforma bisognerebbe chiedersi se si condivide il concetto di “liber- tas philosophandi”. Nell’incalzante tavola rotonda condotta dal giornalista televisivo Paolo Del Debbio, la messa a fuoco delle contraddizioni all’interno dell’università italiana di odontoiatria, dove, a fronte di 34 corsi di laurea, secondo quan- to sostiene il presidente della Commissione nazionale albo odontoiatri, Giuseppe Renzo, non c’è uniformità di qualità nell’offerta for- mativa e un numero esiguo di studenti che si laurea. Troppi dunque e con grande dispendio di energie economiche (ogni studente costa 320.000 euro). Massimo Clemente, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’U- niversità Vita-Salute del San Raffaele, illustra come la loro facoltà, privata, stia sperimen- tando strade diverse di re- clutamento, che implicano un percorso prima della scelta definitiva. Un test di poche ore, seppur costruito in maniera perfetta, potreb- be limitare il giudizio su uno studente che in primis deve avere una motivazio- ne per la futura professione. A maggior ragione un den- tista, che dopo un percorso così specialistico, non potrà che svolgere quella profes- sione, a differenza di quanto ac- cade in medicina. Il giornalista Del Debbio non può fare a meno di cercare le ri- sposte in altri due punti “deboli” del sistema. Ovvero, l’odontoia- tria sociale e la prevenzione. Il problema delle cure dei denti è un indicatore sociale subito dopo l’affitto e il lavoro. Come spiegare che in Italia il 60% non si cura i denti? Quanto all’odon- toiatria sociale, viene erogata per un 7%, come un Paese in via di sviluppo. Lo stesso Gherlone, che per primo si era fatto carico del problema nella commis- sione ministeriale, mette in rilievo quanto co- sta la prestazione odontoiatrica e quanto sia triste per un Paese al terzo posto nel mondo nell’offerta sanitaria aver terminato i soldi per erogare prestazioni. Luongo parla dell’esperienza fatta in Lombar- dia in termini di opportunità di risparmi che possono essere dirottati in odontoiatria, e fa un accenno al volontariato di tanti studi privati, che non possono e non devono sostituirsi allo Stato. L’intervento del rettore dell’Università di Brescia, Sergio Pecorelli, va al nocciolo di tutti i precedenti interventi, ricordando che Cacciari ha portato le sue riflessioni all’essenza del pro- blema,ovverolaformazionedellaclassepolitica e dirigente, nella quale rientra anche l’odontoia- tria sociale: «Ci si pone non solo come odonto- iatri, ci si forma da un punto di vista generale». Tutto parte comunque dalla prevenzione, dal- la sostenibilità, da cui bisogna urgentemente partire. «Come presidente dell’Agenzia del farmaco (AIFA) – dice – e non come rettore, dico che per l’epatite C siamo il primo Paese del mondo, grazie a quanto è stato fatto di sba- gliato nella bocca. A fronte di un modesto in- vestimento in prevenzione si opta invece per curare la malattia con drammatici costi in far- maci. La discussione accademica è importante – conclude Pecorelli – ma il vero problema è la mancanza di prevenzione e delle cure odonto- iatriche. Il mondo è fatto di competizione tra persone che si sono formate in qualche modo. Il problema universitario si può risolvere, ma non quello sociale». Gherlone non può che essere soddisfatto del suo esordio: «Sono fe- lice, non emozionato – esordisce tagliando il nastro del 22° Congresso –. Felice di aver pre- so il testimone dalla professoressa Antonella Polimeni e aver portato il Congresso per la prima volta a Milano, al San Raffaele, dove ini- ziai 25 anni fa. La nuova proprietà ci ha dato una grande mano: ora abbiamo una struttura moderna attrezzata per quanto riguarda l’as- sistenza e la didattica». Per la nuova proprietà, parte del Gruppo San Donato dal 2012, da sempre impegnato nella prevenzione e nella ricerca, interviene Gilda Gastaldi Rotelli che presenta le finalità delle ristrutturazioni in corso, per permettere al paziente di sentirsi in un ambiente familiare e colorato, e il progetto di prevenzione dell’o- besità dei bambini. Interviene anche l’AD del Gruppo San Donato, Antonio Bidin, che rassi- cura sull’attuale ottimo stato di salute del San Raffaele, reso possibile dall’applicazione del modello vincente sinergico di clinica, didatti- ca e ricerca scientifica, senza dimenticare “di far quadrare i conti”. Patrizia Gatto La salute orale rimane tutt’oggi un’a- rea negletta del Servizio Sanitario Na- zionale. Inoltre, la sua priorità politica in Italia è bassa. Il sistema sanitario italiano è decentralizzato a livello re- gionale e finanziato sia a livello nazio- nale sia a livello locale. Sebbene certi serviziodontoiatricisianogarantitidal servizio odontoiatrico pubblico, l’ac- cesso alle terapie è disomogeneo e ben lungi dal soddisfare la richiesta di tera- pie espresse dalla popolazione. Lo sco- po della relazione di Polimeni è stato quello di descrivere la situazione della salute orale nella popolazione italiana delle diverse fasce di età. I dati nazio- nali sulla patologia cariosa riflettono un decremento della prevalenza (per- centuale di popolazione con malattia attiva) e dell’esperienza (percentuale di popolazione venuta a contatto con lapatologia,ovveroconmalattiaattiva e con segni pregressi di malattia) nella popolazione infantile con un trend si- mile a quello evidenziato in altri Paesi europei. In Europa, come nel resto del mondo industrializzato, è una eviden- za assodata che i problemi relativi alla salute orale siano maggiori nelle fasce economicamente e socialmente svan- taggiate. Tale situazione è peggiore in Paesi come l’Italia, con una distribu- zione dei servizi sanitari pubblici “a macchia di leopardo” e con una bassa prevalenza di visite odontoiatriche programmate. In Italia, i programmi di educazione sanitaria odontoiatrica sono ancora a uno stadio iniziale e con una distribuzione non omogenea sul territorio nazionale, in assenza di una regolare sorveglianza epidemiologia. I dati nazionali in età pediatrica sono ormaidatati(2005)emostravanoun’e- sperienza di carie pari al 21% a 4 anni, che raggiungeva il 43% a 12 anni. Dati più recenti (2010), seppur non rappre- sentativi dell’intera popolazione ita- liana, evidenziano una prevalenza di carie nei bambini di 1-4 anni di circa il 10%, che sale in quelli di 5 anni al 29% e a 6 anni raggiunge un’esperienza di carie del 35%: figli di madri con un bas- so livello di scolarizzazione mostrano un grado più elevato di severità della patologia cariosa. Un’indagine effet- tuata su circa 1.000 adolescenti ha evidenziato un’esperienza di carie pari al 59% del campione esaminato. In età adulta, dati nazionali non sono mai stati rilevati. Un recente rilevamento effettuato su un campione di circa 500 soggetti di età compresa tra 35-45 anni ha evidenziato una prevalenza di patologia pari al 63% e un’esperienza del 95%. Le cose non vanno meglio in età avanzata. Un’indagine effettuata su un campione di oltre 1.000 sogget- ti (età media 82 anni) presso strutture residenziali per anziani ha evidenziato una prevalenza di edentulismo totale pari al 60% del campione esaminato. Nella cornice politica attuale, esistono varieopportunitàchepotrebberoesse- recolteperfacilitarel’analisi,ladiscus- sione e i cambiamenti allo scopo di migliorare la salute orale delle diverse fasce di età della popolazione italiana. Glistepfuturipotrebberoesserelapia- nificazione di programmi preventivi nazionali della salute orale rivolti ai gruppi più fragili della popolazione: i bambini (0-14 anni) e gli anziani (> 65 anni) e di stabilite un programma di indagini epidemiologiche standar- dizzate per acquisire un numero suf- ficiente di dati su tutte le fasce della popolazione italiana, al fine di rilevare i diversi livelli di patologie e le diverse necessitàditrattamento. “Simposio sulla salute orale in Italia”, presentato venerdì 10 aprile in aula 5 da Antonella Polimeni, svolto in collaborazione con il Centro OMS per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria di Comunità

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