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Implant Tribune Italian Edition

12 Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2014 1. Baker JA, Vora S, Bairam L, Kim HI, Davis EL, Andreana S. Piezoelectric vs. conventional implant site preparation: ex vivo implant primary stability. Clin Oral Implants Res. 2012 Apr;23(4):433-7. doi: 10.1111/j.1600-0501.2011.02286.x. Epub 2011 Sep 15. 2. BlusC,Szmukler-MonclerS.Atraumatictoothextractionand immediateimplantplacementwithPiezosurgery:evaluation of 40 sites after at least 1 year of loading. Int J Periodontics Restorative Dent. 2010 Aug;30(4):355-63. 3. Blus C., Szmukler-Moncler S. Split-crest and immediate im- plant placement with ultra-sonic bone surgery: a 3-year life- table analysis with 230 treated sites Clin Oral Impl Res, 17 (2006), pp. 700–707. 4. Cassetta M, Ricci L, Iezzi G, Calasso S, Piattelli A, Perrotti V. Useofpiezosurgeryduringmaxillarysinuselevation:clinical results of 40 consecutive cases. Int J Periodontics Restorative Dent. 2012 Dec;32(6):e182-8. 5. Kocyigit ID, Atil F, Alp YE, Tekin U, Tuz HH. 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Otti- mizzazione della concentricità del- lapreparazionedelsitoimplantare tra 2/3 mm di diametro mediante inserto piezoelettrico IP 2-3 ovvero dell’insertoOT4incasodinecessi- tà di correzione dell’inclinazione. 3. Eventuale ulteriore allargamento del sito implantare mediante in- serto piezoelettrico Mectron IM 3 (A o P a seconda dell’area trattata). La fase successiva di completamento e ottimizzazione del sito implantopro- tesico è stata eseguita con fresa im- plantarerotantesumanipolodedicata al sistema in utilizzo necessaria a por- tare la preparazione al diametro atte- so dall’operatore per quell’impianto e per quella tipologia ossea. È noto infatti che a seconda del sistema im- plantologicopresceltoodellatipologia dell’osso incontrato sono a volte ne- cessarie modalità differenti di prepa- razione (sovra o sotto-preparazione). Gli autori ritengono che questo tipo diapprocciooffraiseguentivantaggi: – precisione elevata; – possibilità di ottimizzare l’inclina- zione dell’asse implantare; – traumatismi tissutali ridotti; – rispetto della sequenza operativa del sistema implantare in uso; – successo clinico maggiormente predicibile. Risultati Sono stati posizionati nel complesso 64 impianti, di cui 25 nel mascellare inferioree39nelmascellaresuperiore, così ripartiti: – 21 impianti posizionati nel Gruppo 1 (esclusivo uso di frese tradiziona- li montate su manipolo, con frese dedicatealcorrispondentesistema implantare), dei quali 13 a livello mascellare superiore e 8 a livello mandibolare; – 22 impianti posizionati nel Gruppo 2 (esclusivo uso di inserti piezoelet- trici),deiquali12alivellomascellare superioree10alivellomandibolare; – 21 impianti posizionati nel Grup- po 3 (uso di inserti piezoelettrici limitatamente alla preparazione iniziale del sito implantare, mentre la fase terminale di preparazione dello stesso sito chirurgico è stata completata con le frese dedicate della relativa sistematica implanta- re), dei quali 14 a livello mascellare superiore e 7 a livello mandibolare. I termini di successo clinico sono stati distinti in breve (rimozione dei nodi della sutura in ottava giornata), me- dio (a 6/8 settimane dalla chirurgia) e lungo termine (a circa 36 mesi dalla protesizzazione definitiva). Come già detto sono stati utilizzati quali parametri di successo clinico: − stabilità primaria misurata trami- te il torque in Nw/cm (e rilevata con utilizzo della registrazione of- ferta dal motore chirurgico Bien Air modello iChiropro) e con veri- fica della stabilità implantare me- diante Implant Stability Quotient (ISQ) tramite Ostell®; – stabilità secondaria (tramite ISQ); – indici di sanguinamento peri-im- plantare (da 1 a 3); – indici di placca (da 1 a 3); – grado di soddisfazione del pazien- te (da 1 a 3). In tutti casi riabilitati si è riscontrato il successo a lungo termine e nessuno dei 64 impianti inseriti è andato in- contro a insuccesso. Tuttavia, in seguito ai sopramenzio- nati prelievi istologici intraopera- tori (vedasi il precedente paragrafo “Materiali e metodi”), sono state riscontrate differenze significative sotto il profilo istologico per quan- to concerne il danno tissutale osseo tra le tre differenti tecniche di alle- stimento del sito implantare. In particolare, nei casi trattati con tec- nicamista(Gruppo3),sisonoosservati migliori risultati in termini di: – corretto posizionamento degli impianti; – guarigione a medio e lungo ter- mine; – traumatismo tissutale locale. Per quanto concerne invece i risultati istologici si è riscontrata in entrambe le tecniche che contemplano l’uso de- gli inserti piezoelettrici una migliore condizione di salute dei margini ossei adiacentiallapreparazionedelsitoim- plantare. Conclusioni Sulla base dei risultati conseguiti, ol- tre che dei dati riportati in letteratura, possiamo affermare che l’uso degli inserti piezoelettrici – limitatamente alla preparazione iniziale del sito im- plantare e abbinato all’uso delle frese rotanti su manipolo dedicate della re- lativa sistematica implantare in fase terminale di allestimento – ottimizza i risultati clinici, consentendo di otte- nereiseguentifondamentaliobiettivi: – corretto posizionamento degli impianti; – ottima precisione iniziale e otti- ma ritenzione primaria; – ottima ritenzione ossea secon- daria e ottimo mantenimento dei picchi ossei; – guarigione ottimale a medio e lungo termine; – traumatismo tissutale locale estremamente ridotto. Quanto sopra risulta più predicibile e ripetibile rispetto alle tecniche di pre- parazione esclusivamente effettuate confreserotantioconinsertidapiezo- chirurgia. Tali risultati estremamente soddisfacenti inducono, pertanto, a proseguire le ricerche cliniche in tal senso e la procedura illustrata resta, secondo il parere degli autori, valida alternativa – seppur non sostitutiva – delle tecniche tradizionali già esau- rientemente descritte in letteratura. Fig. 24 - Un esempio del controllo dell’ISQ. Fig. 20 - Istologia ossea nella tecnica mista per la preparazione iniziale con inserto da piezochirurgia e visibile riduzione del livello osseo corticale e basale. Fig. 21 - Tessuto osseo dopo preparazione con tecnica mista con riduzione ossea corticale decisamente modesta. Fig. 22 - Istologia di tessuto osseo sano con preparazione del sito tramite inserti da piezochirurgia. Fig. 23 - Istologia ossea con la tecnica di preparazione solo con frese rotanti. Si può vedere un oggettivo danno tissutale con molte aree necrotiche. Pratica & Clinica

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