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Implant Tribune Italian Edition

4 Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2014News & Commenti < pagina 1 I ricercatori hanno esaminato i ri- sultati di prove cliniche condotte in tutto il mondo su impianti presi a caso avvalendosi del proprio ar- chivio. Un’unica differenza statisti- camente significativa che è emersa riguarda la preparazioni delle su- perfici: quelle lisce sono risultate meno inclini alla perdita d’osso e a conseguenti perimplantiti rispetto a quelle ruvide. Dall’analisi emerge, tuttavia, che le superfici lisce sembrano più spesso fallire prima. Risultati simili erano già stati segnalati dal gruppo di stu- dio in una serie di precedenti indagi- ni, tra cui la prima venne pubblicata nel 2002. Nell’aggiornamento più re- cente, gli autori dell’indagine hanno esaminato singolarmente 38 diffe- renti tipi di impianto analizzati in 27 sperimentazioni, coinvolgendo più di 1500 pazienti, a partire dai primi anni Ottanta fino all’inizio del 2014. Benché la loro relazione non abbia fornito prova che un tipo di im- pianto sia superiore in termini di successo nel lungo termine rispetto ad altri caratterizzati da caratteristi- che diverse, gli autori hanno tutta- via dichiarato che i risultati sono da valutare con cautela dato il ridotto numero dei partecipanti all’indagi- ne e periodi di follow-up brevi (va- rianti da 1 a 10 anni). Nel complesso, hanno dichiarato che più della metà delle prove recensite ha dimostrato di essere ad alto rischio di bias. «Un ben noto punto debolezza di questo genere di meta-analisi che coinvolge vari piccoli studi è che non può prevedere i risultati con- seguenti a una ricerca più ampia», dice a tal proposito Stefan Holst, responsabile dell’Area Ricerca e Scienza della Nobel Biocare, uno dei leader mondiali in implantologia dentale. «Con 38 diversi tipi di impianti dalle geometrie, superfici, sovrastrutture protesiche altamente diversificate e con differenti protocolli clinici applicati, alcuni dei quali caduti in disuso, sono diverse le variabili da tenere in conto. La meta-analisi contribuisce infatti a travisare i potenziali effetti di una superficie implantare significativa o di una ca- ratteristica». Un portavoce della Straumann ha anche messo in guardia dai risultati dell’indagine dicendo che la stessa indagine è messa in forse a causa dei pochissimi (in alcuni casi nessuno) dati clinici pubblicati sulla maggior parte degli impianti dentali in com- mercio, non essendo stati tutti clini- camente testati. Ha inoltre sottoline- atoilfattochetratuttigliimpiantiin commercio solamente 38 sono stati giudicati degni di esser presi in con- siderazione dopo esser stati testati in studi clinici randomizzati. «Per quanto riguarda i nostri im- pianti, l’indagine ha escluso ricer- che che noi, e anche altri, riteniamo di grande interesse. Inoltre, non ha considerato l’ampio numero di test di confronto e indagini precliniche che in alcuni casi mostrano diffe- renze significative», ha recentemen- te dichiarato a Dental Tribune onli- ne lo stesso esponente Straumann. Secondo il Cochrane Group, sul mer- cato oggi ci sono più di 1300 diversi impianti dentali disponibili e il loro valore totale è stato stimato a 3,4 miliardi di dollari nel 2011. Alcuni esperti analisti prevedono che esso raddoppierà nei prossimi 5 anni, grazie anche alla crescente doman- da proveniente da una popolazione in via di invecchiamento e all’au- mento di dentisti che li utilizzano. Dental Tribune International Secondo il Cochrane Group non è provato che alcuni impianti abbiano maggior durata (e quindi successo) Scegliere un sistema implantare in funzione di un più lungo periodo di utilizzo? Commenti del dr. Yatoro Komiyama, Giappone, sull’indagine Cochrane Sono rimasto molto impressionato dall’ultima recensione Cochrane sugli impianti dentali. Mi interesse- rebbe conoscere dagli autori dell’in- dagine i risultati a lungo termine statisticamente ben documentati. Risultati che induco- no i dentisti a chie- dersi se non sia il caso di cominciare a usare i cosiddetti “easier and cheaper implant systems” (sistemi im- plantari più facili e convenienti) promos- si da diversi produt- tori. Spero che nessun den- tista interpreti i risul- tati in questo modo. Dobbiamo infatti tenere presente che questa indagine non si è basata su “tutti” i sistemi implantari, ma che è stato studiato solamente un numero ridotto di sistemi tra i 1300 che sono attualmente utilizzati. Le proprietà fisiologiche del processo di guarigione del tessuto vivo non differiscono tra i sistemi. Pertanto, dobbiamo individuarne uno basato sulla ricerca scientifica, su proprie- tà incontaminate delle superfici e sulla precisione, in applicazione del concetto di “fail-safe” (garanzia del risultato). Sono d’accordo con le conclusioni relative all’utilizzo di impianti tor- niti. Credo che la loro osteointegra- zione sia più difficile in alcuni casi rispetto a quelli che presentino una superficie di rugosità media. Tutta- via, sarebbe interessante scoprirne le ragioni scientifiche. Nei primi giorni, l’osso è stato pre- parato con una turbina rotante da 3 mm fino a tutta la lunghezza dell’impianto prima dell’installa- zione di impianti paralleli con pa- reti tornite anche nelle mascelle. In alcuni casi è stato difficile ottenere una iniziale stabilità. Una volta che l’osteointegrazione si sia stabilizza- ta, i miei 31 anni di esperienza mi dicono che l’infiammazione nel tes- suto circostante avviene raramente e l’osteointegrazione rimane stabile per molti anni. I dentisti dovrebbero adottare una prospettiva di lungo periodo nel se- lezionare il sistema di impianto da utilizzare. In materia di impianti, il fatto di essere un prodotto nuo- vo, non è un criterio significativo. Come dentisti si dovrebbe piutto- sto dar importanza alle cognizioni scientifiche che stanno alla base, rivalutando il protocollo originale proposto da Brånemark. Yatoro Komiyama, Dentista in Giappone BOPT e PRAMA Corso gratuito su un nuovo approccio in protesi fissa e implantoprotesi Una straordinaria intera giornata di corso gratuito, tenuto dal dott. Igna- zio Loi, si svolgerà il 25 ottobre p.v. ad Abano Terme (PD), presso il centro congressi Pietro D’Abano. Il corso sarà l’occasione per conoscere il nuovo impianto PRAMA, concepito e sviluppato dal dott. Loi insieme a Sweden & Martina. La preparazione dei denti naturali per restauri di protesi fissa può essere ese- guita con diverse modalità, riconducibili però a due tipologie di base: prepa- razione a margine definito e preparazione cosiddetta “a finire”. Quest’ultima è nata come tecnica dedicata alla protesi su denti trattati per patologia pa- rodontale con chirurgia resettiva. Il dott. Loi mostrerà come in realtà tale metodica possa essere impiegata in tutte le situazioni cliniche con risultati ottimi. Saranno presentati casi step by step con un follow-up a lungo termi- ne a riprova della stabilità dei risultati estetici. I concetti della tecnica BOPT sono stati trasferiti anche in campo implantare, con la creazione degli abutment verticali fresabili. Il conseguente ispessimento dei tessuti molli permette di ottenere una mag- giore stabilità degli stessi e una migliore estetica della zona marginale. L’ul- teriore evoluzione di questi concetti è stata la realizzazione di PRAMA, un impianto transmucoso a componente verticale. C’è grande attesa attorno al lancio di questo impianto, che unisce l’esperienza di Sweden & Martina alla professionalità del dott. Loi. Le iscrizioni sono aperte, anche online, sul sito www.sweden-martina.com. Venite a scoprire PRAMA: l’implantologia del futuro nasce dall’esperienza del passato.

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