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Implant Tribune Italian Edition

19Speciale RegenerationImplant Tribune Italian Edition - Settembre 2014 SR Gli emocomponenti in chirurgia orale: esperienza della scuola di Torino C. Aldiano, F.U. Florindi Scuola di specializzazione in Chirurgia odontostomatologica, Università degli Studi di Torino - Direttore: prof. Sergio Gandolfo. Insegnamento di Chirurgia preprotesica: dott. Vincenzo Carbone; Insegnamento tutoriale: dott.ri Mattia Berrone, Giacomo Chiappe, Fulvio Gardetto, Fabio Raviola. Introduzione Nell’ambito dell’utilizzo dei derivati del sangue ad uso non trasfusionale è necessario distinguere gli emocom- ponenti dagli emoderivati. L’emocom- ponente viene ottenuto dal frazio- namento del sangue con mezzi fisici semplici o mediante aferesi, mentre l’emoderivato viene definito come una specialità medicinale estratta dall’emocomponente mediante un processo di lavorazione. La centrifu- gazione del sangue intero costituisce il processo cardine per la separazione nei suoi componenti: eritrociti, leuco- citi, piastrine e plasma. Il processo di aferesi è un procedimento automatiz- zato, nel quale lo strumento provvede autonomamente a fornire il prodotto o i prodotti (aferesi multi-componen- ti) desiderati. La nostra esperienza clinica è basata esclusivamente sull’utilizzo di con- centrati piastrinici da singola unità e, in particolar modo, del PRGF. Il PRGF (plasma ricco di fattori di crescita) è un prodotto 100% autologo e biocom- patibile, ottenuto dalla centrifuga- zione “one step” del sangue intero del paziente, usando sodio citrato (3,8%) come anticoagulante. La centrifuga- zione avviene a 580 G per 8 minuti (fiale9ml);siottengonocosì4frazioni (Fig. 1): globuli rossi nella parte inferio- re della provetta, una porzione molto esigua di concentrato plasmatico ricco di leucociti (Buffy Coat), che separa la componente rossa dal PRGF presente nella porzione centrale, e il PPGF (pla- sma povero di fattori di crescita) nella partealta,riccodifibrina.IlPRGFliqui- do viene attivato con 50 µl di cloruro di calcio 10% per ogni ml di plasma1 , per consentirne il cambio di fase. Le piastrine svolgono un ruolo determi- nante nei processi riparativi e rigene- rativi, in quanto nei loro granuli sono contenutioltre300proteineattive,tra le quali i fattori che promuovono l’an- giogenesi, la proliferazione e differen- ziazione cellulare e la chemiotassi di cellule che favoriscono la guarigione. In ambito legislativo e regolamenta- re è stato redatto un importante do- cumento da parte del SIMTI (Società italiana di Medicina trasfusionale e Immunoematologia) sui concentrati piastrinici per uso non trasfusiona- le: l’uso degli emocomponenti viene indicato in attenuazione del dolo- re, riduzione della flogosi, aumento dell’angiogenesi e stimolazione alla formazioneditessutodigranulazione. Sulla base dei gradi di raccomandazio- ne, viene proposto in ambito odonto- iatrico un uso “suggerito” assegnando ai vari tipi di trattamento il seguente valore: 2B per il trattamento del rialzo del seno mascellare e per altre pato- logie odontoiatriche. Il documento regolamenta la produzione di emo- componenti autologhi o allogenici da Fig. 1 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Fig. 2 utilizzarsi a fini non trasfusionali per: impiego su superfici cutanee o mu- cose (uso topico); infiltrazione intra- tissutale; quale materiale da applicare localmenteinsedichirurgiche,dasolo o addizionato con materiale biologico autologo o acellulare (tessuto osseo di banca o sostituti ossei) o con dispositi- vi medici. Nella pratica clinica chirurgica della scuola di Torino, il PRGF è stato im- piegato nei seguenti campi: chirurgia endodontica e piccoli difetti ossei, grandi cisti dei mascellari, biorivita- lizzazione cutanea, sinus lift e atrofie dei mascellari. Chirurgia endodontica e piccole ci- sti3 . Dal punto di vista radiologico si è evidenziata una buona guarigione ossea senza complicanze nel breve e lungo periodo (dai 6 mesi ai 3 anni) (Figg. 2-5). Grandi cisti dei mascellari. In seguito a trattamento di enucleazione con o senza PRGF, non abbiamo riscontrato alcuna differenza clinica né radiogra- fica significativa tra i diversi tipi di trattamento al follow-up nei 6 mesi successivi4,5 (Figg. 6, 7). Biorivitalizzazione cutanea. A fronte di un grado di raccomandazione 1C, il suo utilizzo favorisce un’accelerazio- ne del processo di cicatrizzazione e guarigione di ulcere croniche e ferite difficili, per l’attività biostimolante sui fibroblasti del tessuto connettivo. Queste caratteristiche hanno suggeri- to il suo utilizzo nella biostimolazione tissutale soprattutto in pazienti con quadri di sofferenza cutanea a seguito di esiti di chirurgia resettiva e radio- terapia. L’aumento della vascolarizza- zione e la stimolazione dei fibroblasti nella deposizione di nuovo collagene ha consentito di ottenere un discreto riempimento dei tessuti migliorando- ne elasticità, texture e trofismo (Figg. 8-10). Sinus lift. In larga parte sono stati evidenziati risultati sovrapponibili a quelli riferiti in letteratura per quan- to riguarda la rigenerazione di tessuti duri neoformati con un’ottima guari- gione dei tessuti molli. In alcuni casi specifici abbiamo riscontrato radiolo- gicamente e clinicamente dei risultati inattesi. Alcuni pazienti sottoposti a sinus lift bilaterale, partendo da un grado di atrofia marcata, innestati esclusivamente con notevoli quantità di tessuto eterologo e PRGF, mostra- vano a 6 mesi immagini radiotraspa- renti all’interno del volume innestato >> pagina 20

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