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Implant Tribune Italian Edition

26 Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2014La Rubrica | Uomini e Aziende MauroLabanca[maurolab@tin.it] LaRubrica De Ore di Andrea Nicolis Via Casette di Santa Maria, 23 37024 Negrar (VR) Tel.: 045 6020924 - Fax: 045 9613150 info@deorematerials.com MAX3 Srl Via Casette, 23 37024 Negrar (VR) Tel.: 045 7514468 - Fax: 045 9616150 info@imax3.com Come è arrivato a lavorare nel settore dentale? Un po’ per caso, come capita a tan- ti. Io mi sono laureato in Giurispru- denza con una tesi sul diritto isla- mico nel 1980, quindi molto prima che l’Islam diventasse una religione così conosciuta agli occidentali. Poi ho fatto un master in Commercio estero e Marketing con un periodo a Londra e poi sono tornato a Vero- na dove ho lavorato nel commercio estero, che mi ha dato l’opportunità, fin da giovane, di viaggiare moltis- simo e di accumulare un sacco di timbri su diversi passaporti. È stato il periodo in cui ho viaggiato preva- lentemente in Middle East, Far East, Australia e Est Europa. E poi? Nel 1988 ho ricevuto l’incarico dal- la W.L. Gore di distribuire in Italia le membrane in PTFE prima per la GTR e poi per la GBR e ho iniziato il mio percorso nel dentale. Anziché espor- tare sono passato dalla parte oppo- sta e mi sono occupato di importa- zione e distribuzione. I primi anni in “Gore” sono stati anni che definirei mitici, senza abusare del termine. Tutto era nuovo e pioneristico e tutti eravamo inconsapevolmente giovani. Si trattava di proporre il principio biologico della rigenera- zione più che un prodotto e tutto era assai difficile, ma anche assai af- fascinante. In quel periodo ho viag- giato moltissimo negli USA, sia per le frequenti visite alla casa madre in Arizona, che per i corsi e congressi di parodontologia. In quegli anni si trattava di lavorare su applicazioni che erano circoscritte ad un numero limitato di dentisti che si muoveva- no principalmente nel circuito inter- nazionale. Quanti clienti avevate? Pochi. Ricordo che il professor Ca- landriello dell’Università di Bologna mi disse che i parodontologi in Ita- lia si contavano sulle dita di un paio di mani e credo che avesse ragione. Ma poi lo scenario è cambiato ra- pidissimamente. La disciplina della parodontologia si è diffusa a mac- chia d’olio come successivamente si è diffusa ancora più velocemente l’implantologia e quindi la GBR. Quindi ha sempre avuto molto successo? Non sempre. I primi anni sono stati affascinanti ma hanno richiesto an- che molta energia. Poi verso la fine degli anni Novanta sono seguiti anni più contorti, come accade ritual- mente nelle multinazionali che sono mosse da logiche interne particola- rissime. Alla fine però ho felicemente aperto nuove strade con la creazione di due nuove realtà: De Ore nel 2009 e più recentemente iMAX3. [NDR: De Ore è specializzata in biomateriali per la rigenerazione e iMAX3 nella terza generazione di im- pianti a superfici lisce]. Ma perché Gore ha deciso di uscire dal settore dentale? La Gore ha sicura- mente scritto una pagina importan- tissima nell’odonto- iatria dando anche un significativo contributo all’ap- proccio EVIDENCE BASED. Negli anni Ottanta-Novanta la divisione den- tale era guidata da un team di per- sone “illuminate” e posso assicura- re che è stato speso moltissimo in ricerca sia di base che clinica, forse molto di più di quanto fosse neces- sario. Anche in ragione di questo i vertici della multinazionale hanno deciso di “tirare in remi in barca” e di focalizzarsi su quello che è il loro “core business” nel medicale, ovvero il settore vascolare concentrandovi con successo risorse sia economiche che umane. Io ero responsabile eu- ropeo anche della divisione Chirur- gia Plastica Ricostruttiva e anche questa divisione è stata chiusa, an- cora prima del dentale. Dobbiamo ricordarci che il settore dentale tal- volta vive un po’ all’ombra di altri mercati del settore medicale che sono caratterizzati da dimensioni maggiori e che ovviamente sono assai più interessanti. Quindi, avendo lavorato per anni in Gore e poi in De Ore ha la rigenerazione nel sangue? Direi di sì. La possibilità di rigene- rare nuovi tessuti mi ha sempre ap- passionato anche a livello personale e ancora oggi trovo che la GBR sia una disciplina unica: oltre ad arre- care benefici indiscussi ai pazien- ti offre al clinico l’opportunità di grandi crescite professionali. Come è stato il passaggio da Gore a De Ore con le membrane Cytoplast? Difficile e facile nel contempo. Ini- zialmente le abitudini non sono sta- te facili da far cambiare. La comu- nità dei dentisti infatti si divide tra quanti amano provare cose nuove e quanti invece non cambiano mai il loro protocollo. Credo che la giusta posizione sia nel mezzo. Comunque adesso De Ore distribuisce una gam- ma di prodotti specialistici che va oltre le membrane in PTFE ed offre un portafoglio di prodotti estrema- mente completo. Che cosa si porta dietro dalla lunga esperienza in Gore? L’onestà e la ricerca della qualità. C’è sempre stata la ricerca rigoro- sa dell’eccellenza, di “ fare le cose bene”, a partire dal confezionamen- to per finire al prodotto stesso ed al servizio pre e post vendita. Questo talvolta ha significato anche rinun- ciare a massimizzare le vendite ma ha ripagato su un altro fronte. Oggi De Ore si ispira agli stessi principi e credo che non esista al mondo una realtà simile: oltre alla completezza dei prodotti ha una speciale mission sulla qualità e sulle tecniche che ri- sale a quei tempi. Essendo una com- merciale specializzata, i prodotti che distribuisce sono selezionati per essere i migliori, senza compromes- si, e lasciare dentisti e pazienti sod- disfatti. E poi ha creato anche iMAX3 per gli impianti. Il passaggio è stato naturale perché la filosofia di De Ore era quella di dare delle soluzioni complete ed affidabili in campo rigenerativo. Infatti gli interventi di GBR sia con membrane riassorbibili che non riassorbirli hanno oggettivamen- te un maggior grado di rischio ri- spetto a un intervento implantare normale e le superfici ruvide non fanno altro che aumentarli. Pertan- to la mia visione di un impianto a superficie macchinata è scaturita inizialmente dal suo valore in cam- po rigenerativo. Perché due società distinte? È fondamentale avere dei focus spe- cifici per sviluppare competenze d’eccellenza. Sebbene rigenerazione e impianti appartengano allo stes- so mondo credo sia meglio tenere le cose ben separate. Cosa ci dice della sua vita personale? Amo un sacco di cose, soprattutto quelle che devono venire, che han- no una tensione ideale. Per questo il viaggio mi fa sentire bene e se è in Hi- malaya è anche meglio: il sole e l’aria rarefatta in quota mi sollevano. Ma anche il lavoro può essere un viaggio che ci dà l’opportunità di diventare essere umani migliori. A colloquio con Andrea Nicolis Titolare e amministratore di De Ore Biomaterials e iMAX3 srl

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