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Implant Tribune Italian Edition

9Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2014 Pratica & Clinica www.tepe.com · infoitalia@tepe.com · tel. +39 02 93291475 · fax +39 02 93594980 AD130083IT I giusti strumenti per un’adeguata pulizia degli impianti. 1 paziente su 5 dopo 10 anni sviluppa perimplantite. Il successo della terapia implanto-protesica dipende da alcuni fattori, primo tra cui l’igiene orale. Proprio per questo TePe, insieme ad esperti dentali, ha realizzato prodotti dedicati alla pulizia degli impianti. Le speciali caratteris- tiche di TePe Implant Care e TePe Implant Brush, insieme allo scovolino TePe, semplificano la pulizia delle aree più critiche. Pulizia linguale e palatale Implant Care™ Implant Brush™ Pulizia vestibolare Prodotti in Svezia, usati in tutto il mondo. www.tepe.com · infoitalia@tepe.com · tel. +39 02 93291475 · fax +39 02 93594980 AD130083IT_advert_156x185mm_IT.indd 1 2013-10-11 14:10:03 << pagina 8 – elevata precisione (incisioni linea- ri e conservative); – traumatismo dei tessuti molli cir- costanti quasi nullo rispetto alle tecniche tradizionali; – riduzione drastica delle compli- canze lesive a carico delle struttu- re anatomiche nobili del distretto oro-facciale (membrana schnei- deriana, nervo alveolare inferiore, arterie, ecc.), in caso di contatto diretto accidentale. Per le suddette ragioni la PES ha me- ritatamente riscosso un immediato successo anche in implantologia. Allo stato dell’arte, infatti, moltepli- ci protocolli riabilitativi prevedono l’utilizzo della PES non solo nelle condizioni cliniche più avanzate e complesse (split-crest, rialzo del pavi- mento del seno mascellare, ecc.), ma anche nei casi meno complessi, limi- tatamente all’allestimento dei singoli siti implantari. Infatti, anche in implantologia non avanzata, che non preveda cioè la contestuale rigenerazione del proces- so alveolare residuo per l’inserimen- to dell’impianto, esistono a volte con- dizioni cliniche di oggettiva difficoltà almeno per le fasi iniziali di prepara- zione del sito chirurgico. Riportiamo di seguito alcuni esempi di tali situazioni. – Posizionamento di impianti post- estrattivi immediati a livello dei settori anteriori. – Posizionamento di impianti post- estrattivi immediati a livello delle biforcazioni inter-radicolari. – Posizionamento di impianti a li- vello di processo alveolare eden- tuloconirregolaritàmorfologiche a livello crestale o con profilo resi- duo molto ridotto. – Posizionamento di impianti a li- vello del processo alveolare eden- tulo con presenza di sottosquadri ossei in senso vestibolo-linguale (ovvero in senso vestibolo-palati- no se in mascellare superiore). Per l’operatore esperto tali circo- stanze non assumono vere e proprie prerogative di complessità, ma ren- dono comunque più difficile la pre- parazione iniziale del sito implan- tare utilizzando solo le frese pilota su manipolo disponibili in tutte le sistematiche implanto-protesiche in commercio. Questo a causa del fatto che la rotazione della fresa, e quindi il suo macromovimento, ne rende particolarmente complessa la stabilizzazione in fase iniziale esat- tamente dove voluto dall’operatore, e questo anche in caso di fresa lan- ceolata appuntita e tagliente. In tal senso l’utilizzo della PES rappresenta un ausilio importante per il clinico, in quanto costituisce una metodica sicura e affidabile con indiscutibili vantaggi sia di carattere intraopera- torio (tecnica-correlati) che di carat- tere biologico. I principali vantaggi di carattere tec- nico-esecutivo per l’operatore posso- no essere così riassunti. – Consente un posizionamento più stabile dell’inserto guida sul pro- filo crestale per la creazione del primo foro implantare. – Consente la definizione di un più corretto asse implantare, favo- rendo il successo della riabilita- zione implanto-protesica. – Consente eventuali correzioni intra-operatorie dello stesso asse implantare. – Rende l’osteotomia corticale in cresta più sicura, essendo il mani- polo piezoelettrico ergonomico al brandeggio e privo dei fenome- ni di “sbandieramento” iniziale tipici di ogni sistema rotante. – Rende l’osteotomia iniziale meno traumatica, sfruttando il processo cavitazionale con irri- gazione costante. – Riduce l’impatto emozionale sul paziente, che non avverte le fastidiose vibrazioni causate dall’uso di frese su manipolo. I vantaggi di tipo biologico, invece, sono comunque tecnica-correlati e Fig. 11 - Preparazione del sito implantare con la tecnica suggerita dagli autori: primo passaggio con gli inserti piezoelettrici. Figg. 13, 14 - Preparazione del sito implantare con strumenti rotanti. Fig. 12 - Preparazione finale della zona con le frese consigliate dal sistema implanto- logico prescelto. possono essere elencati come segue. – Riduzione dello stress termico sul tessuto osseo. – Mantenimento di una migliore vitalità ossea. – Maggior rispetto del turn-over osteoblastico e migliore risposta ossea post-resettiva. – Preservamento dei tessuti molli e di eventuali strutture anato- miche nobili (nervo alveolare in- feriore, membrana schneideria- na, ecc.) contigue all’osteotomia. Quanto sopra esposto, in particola- re per quanto concerne i vantaggi di tipobiologico,èrealesoloincondizio- ni di utilizzo appropriato e corretto dello strumento piezoelettrico, oltre che ovviamente di selezione del si- stema di piezochirurgia che risponda alle sopradescritte caratteristiche. Esistono, infatti, alcuni studi che evi- denziano come un utilizzo improprio della piezochirurgia in determinate circostanze possa essere potenzial- mente più rischioso, se non addirittu- ra iatrogeno, rispetto alle osteotomie tradizionali, realizzate con frese su manipolo. In particolare, in tali ri- cerche si evidenzia che un’eccessiva e prolungata pressione esercitata dall’operatore sul manipolo (e quindi sull’inserto vibrante) in fase di taglio, come può erroneamente verificarsi nel caso di osteotomie estese e in pre- senza di densità ossee particolarmen- te elevate, possa generare tempera- ture superiori a quelle generate dalle frese tradizionali sui tessuti duri. Come è noto, lo stress termico indu- ce un conseguente danno tissutale significativo e interferisce con la neo- angiogenesi. Tale evenienza intraope- ratoria assume particolare rilievo so- prattutto quando le quote ossee sono minime, come avviene di solito in implantologia o, più genericamente, in chirurgia orale. Inoltre, giova ricordare che non tutto ciò che vibra è piezochirurgia. Esi- stono in commercio sistemi che pur dichiarandosi atti a tale procedura, non hanno le adeguate caratteristi- che, non hanno i necessari studi isto- logici validanti alle spalle o non han- no le adeguate modalità e frequenze di utilizzo. >> pagina 10

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