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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2018

20 L’Intervista Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2018 La sfida delle sfide: rendere sostenibile la rivoluzione digitale Nell’ambito del 62° Corso della Fondazione Luigi Castagnola svoltosi a Montecatini Terme il 23 e 24 Marzo scorsi, abbiamo avuto il piacere d’intervistare il dott. Massimo Buda, che ha tenuto una round table dal titolo “L’odontoiatria nell’era digitale: un’acquisizione sostenibile”. Quindi sicuramente il digitale può elevare il livello dell’informazione, ma occorre essere molto cauti al fine di evitare che questa maggiore cono- scenza si trasformi in un pericoloso strumento di “autoprescrizione”. Ricordiamoci che in primo piano deve essere sempre posta la figura del paziente che deve essere considerato innanzitutto una persona. Dunque la centralità del pa- ziente è il prerequisito per ridefini- re un percorso di umanizzazione nel rapporto medico/paziente nel quale l’ascolto delle esigenze della persona, nel rispetto della sua vita di relazione, delle sue aspettative e non ultime delle disponibilità eco- nomico-finanziarie devono essere considerate prioritarie. Un’ulteriore sfida è rappresenta- ta dal coinvolgimento delle persone in un’area che qualche volta è un po’ sfumata e che è rappresentata della prevenzione. Spesso il pazien- te si rivolge a noi soltanto quando le sue condizioni sono molto com- promesse, con conseguente neces- sità di trattamenti lunghi, costosi e dall’esito incerto. Occorre invece elevare il livello d’informazione e di consapevolez- za per consentire a tutti di accede- re a protocolli di diagnosi precoce, d’intercettazione di patologie allo stadio iniziale con conseguente semplificazione dei trattamenti e con una sensibile riduzione dei co- sti da sostenere. Enormi sarebbero i vantaggi sia per la collettività che per il singolo utente che potrebbe beneficiare di servizi di eccellenza a costi contenuti. Esiste tra le altre cose un proget- to italiano che si chiama appunto “Progetto Digitale” che trae spunto dalla necessità di dover introdurre i giovani alla comprensione dei prin- cipi e delle regole che governano il digitale in tutti gli ambiti, compreso ovviamene quello sanitario. Conte- stualmente sarà necessario formare i docenti che dovranno adeguare comportamenti e linguaggio per po- ter comunicare con efficacia con le nuove generazioni dei “nativi digita- li” al fine di rendere realmente fruibili le nuove tecnologie. La Rivoluzione Digitale è destinata a fallire se non sarà utilizzata in modo accessibile e usata nel modo corretto da tutti? Certo! La sfida digitale non può essere ignorata. Oggi molte pro- cedure analogiche che utilizziamo in odontoiatria saranno sostituite e completamente soppiantate da procedure digitali. È il caso ad esempio degli scan- ner intraorali che sostituiranno i materiali da impronta tradizionali. Risulterà molto difficile, se non ad- dirittura impossibile, per esempio sviluppare un’impronta eseguita con tecnica analogica perché molti dei materiali, come ad esempio il gesso da modelli, saranno sempre meno reperibili sul mercato. Inoltre ci sono delle problema- tiche relative al paziente stesso, il quale informato sull’esistenza di mo- dalità molto meno invasive per poter assumere dei dati, sarà lui stesso a richiedere questo tipo di procedure. Quindi rimanere al di fuori di questo mondo vorrebbe dire restare indietro di molti anni rispetto a quella che è l’evoluzione globale. versi piani di cura proposti nel corso della visita. Questo può aiutare il paziente a comprendere meglio tutti gli aspetti della sua situazione, anche attraver- so una condivisione ad esempio con i propri familiari. In questo senso il dialogo a distan- za può rappresentare un’opportuni- tà offerta dal digitale. Occorre invece porre molta atten- zione alle informazioni che vengono divulgate attraverso il web che molto spesso non sono rappresentative del reale stato dell’arte della medicina e possono solo generare equivoci e creare false aspettative nelle persone che credono di potersi appropriare di queste informazioni per formulare il proprio piano di trattamento. «Sono Massimo Buda, sono un den- tista e mi sono dedicato per tanti anni allo sviluppo delle tecnologie digitali che insegno in vari master universitari. Sono stato Presidente dell’Accademia Italiana di Odontoia- tria Conservativa e Restaurativa, ho conseguito un Master il Odontoiatria Digitale e sono Socio Attivo della Di- gital Dentistry Society, quindi da un mondo analogico ho trasferito la mia esperienza in questa nuova sfida dell’era digitale». Quando si parla di era digitale si parla di una sfida, ma è davvero una rivoluzione? Diciamo che il digitale è la sfida delle sfide e c’è quindi la necessità di ade- guarci a questa nuova modalità di comunicazione e di trasferimento dei dati. Si tratta di una sfida importante perché coinvolge tutti, a vari livelli e non ultimi naturalmente coloro che si devono occupare di formazione. Siamo una popolazione abbastanza anziana, quindi abbiamo difficoltà ad interiorizzare tutte queste tecno- logie. È però uno sforzo che occorre fare perché se non si procede in que- sta direzione si resterà inevitabilmen- te arretrati rispetto a quello che suc- cede nel mondo che ci circonda. Qui stiamo parlando di Rivoluzione Digitale, molti la danno per assodata, ma forse è interessante sottolineare di cosa si tratta anche a livello medico scientifico. C’è questa presa di consapevolezza che esistono degli strumenti in più oggi che possono essere utilizzati? Nell’ambito della medicina il ruolo più importante del digitale è quello dell’acquisizione dei dati, quindi delle informazioni relative al paziente. Tra- dotto in termini medici, potrebbe es- sere equivalente alla parola diagnosi e quindi alla possibilità di utilizzare una serie di strumenti che ci consen- tono di acquisire informazioni molto più dettagliate sullo stato di salute o eventualmente di malattia del nostro paziente. Abbiamo così la possibili- tà di ricostruire in maniera virtuale non solo l’anatomia del paziente, ma anche di comprendere e di acquisire informazioni sui dati biologici e fun- zionali. L’altro aspetto importante è quello di poter utilizzare tutti questi dati per pianificare il trattamento. Nel caso specifico dell’odontoiatria possiamo visualizzare virtualmente la struttura ossea dei mascellari del nostro paziente e successivamente pianificare ad esempio il posiziona- mento di impianti in relazione alla disponibilità dell’osso di supporto e al disegno della nuova protesi che viene costruita prima di effettuare l’inter- vento. Questo è un aspetto estrema- mente importante e si traduce in un vantaggio sia per il paziente, il quale beneficia ovviamente della riduzione dell’impatto terapeutico, che per il dentista che può operare con estre- ma accuratezza in assoluta sicurezza, eliminando tutte quelle variabili che sono legate alla nostra mera senso- rialità. Possiamo quindi garantire un trattamento che sia sempre predicibi- le e ripetibile nel tempo. In questo contesto, come cambia il rapporto con il paziente che a sua volta è sempre più “digitale”? Sicuramente il digitale può contribu- ire a migliorare il rapporto medico/ paziente. Utilizzando delle immagini 3D, nel corso della visita risulta molto più semplice spiegare al paziente sia la sua condizione inziale che le diverse opzioni terapeutiche praticabili nel suo caso specifico. Successivamente è possibile in- viare al paziente via web un reso- conto corredato da immagini dei di-

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