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Implant Tribune Italian Edition No. 2, 2018

18 Speciale Regeneration Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2018 Discussione La Rigenerazione parodontale è stata definita nel 1992 dalla AAP come la procedura atta a riprodurre e ricosti- tuire una parte di parodonto andata perduta per funzione e architettura: ricostruire epitelio dentogengiva- le, tessuto connettivo, legamento e osso è un progetto ambizioso per un parodontologo ma rappresenta una freccia preziosa all’arco quando si voglia cambiare la prognosi di un elemento dentario con l’obiettivo di mantenerlo in arcata e in funzione, nel medio e lungo termine17, 18. Il concetto risale alla fine degli anni 80 quando Sture Nyman19-21 spiegò e dimostrò a livello sperimen- tale come si potesse raggiungere la cosiddetta Guided Tissue Regenera- tion. Alla base tre principi22: protezio- ne del sito, necessità di spazio e capa- cità di ottenere stabilità del coagulo. Nessun successo infatti o successo ri- dotto per guarigioni senza protezione (quando la chiusura della ferita non avviene per prima intenzione), con collasso del lembo sul difetto o senza stabilizzazione e quindi maturazio- ne del coagulo. Dal 1986 le tecniche chirurgiche alla base della chirurgia rigenerativa hanno avuto ampia evoluzione così come i biomateriali eventualmente utilizzabili sempre che l’anatomia del difetto lo richieda. Recentemente quando vi sia appunto la necessità di avere un effetto space making possiamo utilizzare la Gui- dor Matrix Barrier ovviamente dopo attenta selezione del caso. Trattasi di una membrana alloplastica riassor- bibile al 100% studiata fin da inizio anni 90’ e recentemente presente sul mercato con qualche lieve modifica rispetto alla originale di una ventina di anni fa: differente la sutura e mini- mamente anche il collarino (previene la migrazione corono apicale delle cellule epiteliali) delle configurazioni parodontali (Figg. 1-4); sempre attuale e innovativa oltre che assolutamente performante per l’integrazione a li- vello dei tessuti invece la conforma- zione microscopica a doppio strato. L’utilizzo parodontale riservato ai difetti infra ossei interprossimali o distali, ai difetti di II grado delle bifor- cazioni molari (inferiori vestibolari e linguali; superiori vestibolari e più difficilmente mesiali e distali) e in chirurgia muco gengivale in alcuni casi particolari per la copertura di ra- dice (associazione con difetti profon- di-tecniche a tunnel - III classi Miller). Recentemente un pool di esper- ti ha costituito una task force e si è riunito per definire le linee guida rispetto all’utilizzo della Guidor membrane nell’ambito dei tre prin- cipali campi di utilizzo (intraosseo- forcazione-recessione) e a breve sarà pubblicato il documento conclusivo utilizzabile (SAC) dall’operatore che voglia utilizzare la membrana nella propria pratica clinica quotidiana ai fini di selezionare correttamente il caso e capirne a priori le criticità e il grado di complessità. Ogni tecnica e ogni materiale infatti necessitano di una curva di apprendimento oltre che di conoscenze di base sul prin- cipio che ne definisce l’applicazione. Silvia Masiero. bibliografia 1. Matuliene G. et al. J Clin Periodontol. 2008 Aug;35(8):685-95. 2. Nibali L. et al. 2016 J Clin Periodontol. 2016 Feb;43(2):156-66. 3. Cortellini P. et al J Clin Periodontol. 2017 Jan;44(1):58-66. 4. Papapanou PN et al. Periodontol 2000. 2000;22:8-21. 5. Eickholz P et al. J Clin Periodontol. 2016;43(10):839-4. 6. Cairo F et al. J Clin Periodontol. 2015 Apr;42(4):373-9. 7. Avila-Ortiz G. et al. J Periodontol. 2015;86(2 Suppl):S108-30. 8. Graetz C. et al. J Clin Periodontol. 2015;42(10):943-50. 9. Cortellini P. et al. J Periodontol. 2001;72(4):559-69. 10. Cortellini Pet al Periodontol 2000. 2015;68(1):282-307. 11. Lundgren D. et al. Int J Periodontics Re- storative Dent. 1994 Oct;14(5):436-49. 12. Tarnow D. et al. J Periodontol. 1984 May;55(5):283-4. 13. Cortellini P. et al. J Clin Periodontol. 1994 Oct;21(9):606-10. 14. Tonetti MS et al. J Clin Periodontol. 2001 Jul;28(7):672-9. 15. Tonetti MS et al. J Periodontol. 2005 Mar;76(3):341-50. 16. Tonetti MS et al. 1996 J Clin Periodontol. 1996 Jun;23(6):548-56. 17. Tonetti MS et al. J Clin Periodontol. 2004;31(9):770. 18. Cortellini P. et al. 2017 J Clin Periodon- tol. 2017 Nov;44(11):1140-1144. 19. Nyman S. et al. J Clin Periodontol. 1982 Jul;9(4):290-6. 20. Nyman S. et al. J Periodontal Res. 1986 Sep;21(5):496-5. 21. Nyman S. et al. J Clin Periodontol. 1986 Jul;13(6):604-16. Fig. 6d - Lembo sollevato con preservazione papille. Fig. 6e - Difetto infraosseo mesiale. Fig. 6f - Membraba Guidor in situ. Fig. 6g - Lembo suturato. < pagina 17 - Scelta biomateriale: membrana In queste situazioni risulta in- dicata una chirurgia di tipo rige- nerativo in grado di modificare l’anatomia profonda del difetto, condurre a formazione di nuo- vo cemento, legamento, attacco e osso e quindi migliorando la pro- gnosi dell’elemento dentario con risultati poi mantenibili, in pre- senza di buona compliance, nel 90% dei casi a 10 anni13. È stato seguito l’albero decisiona- le di Cortellini e Tonetti: - Paziente senza patologia sistemica; - Paziente non fumatore14, 15; - Dente vitale senza BoP16; - Dente non Mobile e non in TdO; - Distanza tra le radici > 2 mm: preservazione papilla MPPT; - Numero di pareti interessate dal di- fetto: 2/3. Difetto non contenitivo; GUIDOR matrix barrier; - Tecnica di sutura. Il Paziente veniva premedicato con Zitromax 500 mg e Ibuprofe- ne 400 mg. Eseguita anestesia loco regionale con articaina 1:100.000 con adrenalina veniva sollevato un lembo muco periosteo a spessore totale con tecnica di preservazione di papilla MPPT (Cortellin i 1995) e incisione intrasulculare (Figg. 6d, 6e). Il difetto in sede interprossima- le e vestibolare è stato degranulato con ultrasuoni e curette manuale. Raggiunta la perfetta decontami- nazione del sito è stata preparata la barriera GUIDOR matrix barrier partendo dalla configurazione spe- cifica per difetti interprossimali (DC double curved) in modo da render- ne corretta la dimensione mesio di- stale e apico coronale (Fig. 6f) . Il lembo stesso è stato suturato con un punto a materassaio verti- cale in e-PTFE e con punti singoli in Prolene 7.0 a livello delle due papille distale e mesiale (Fig. 6g). Il protocollo post operatorio è stato il medesimo del caso n. 1. La guarigione è avvenuta senza complicanze e senza segni di dei- scenza o esposizione della mem- brana (Figg. 6h-6l). Anche in questo secondo caso le caratteristiche di ottima integrazione della membra- na si sono rese evidenti. Il caso è pre- sentato con follow up a 6 mesi (Figg. 6m-6p), a breve avremo i valori e gli indici ad un anno. Sia il sondaggio che le immagini cliniche hanno già dal primo seme- stre rivelato la completa chiusura del difetto a livello della zona inter- prossimale con una mineralizzazio- ne del sito e il suo riempimento. Fig. 6h Figg. 6h-6j - Guarigione ad 1 settimana. Fig. 6i Fig. 6j Fig. 6k Figg. 6k-6m - Guarigione ad 1 mese. Fig. 6l Fig. 6m Fig. 6n Figg. 6n, 6o - Guarigione a 6 mesi. Fig. 6o Fig. 6p Fig. 6p - Radiografia a 6 mesi. SR 22. Wikesjo UM et al. J Clin Periodontol. 1991 Jan;18(1):60-4.

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