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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No.3, 2017

editoriale _ CAD/CAM Un dilemma non facile da risolvere: stampare oppure no? I l metodo a cera persa, è stato largamente sostituito dall’avvento del computer-aided design e della computer-aided manufacturing (CAD/CAM) per la fabbricazione quotidiana di corone e ponti denta- li, di sovrastrutture degli impianti, delle barre delle protesi e molto altro. Inoltre, il continuo sviluppo di nuovi e migliori materiali, ha creato restauri forti, estetici e durevoli fabbricati con un processo sottrattivo facilitato da grandi frese da laboratorio. Frese da ufficio più pic- cole, in combinazione con precisi scanner intraorali, hanno contribuito a portare il processo direttamente agli studi privati dei dentisti, fornendo lo stato dell’arte nel flusso digitale per un design più rapido e fabbricazione di restauri specifici per paziente. Per la maggior parte dei dentisti, il termine “prototipizzazione rapida” è un concetto applicabile più alla grande industria che all’odontoiatria. Comunque, molti clinici che si occupano d’implantologia e di applicazioni di chirurgia guidata sono in qualche modo a conoscenza del termine “stereolitografia”. Come riportato sull’Oxford Dictionary, si tratta di una “tecnica o procedimento per creare oggetti tridi- mensionali, nei quali un raggio laser controllato da un computer viene usato per costruire la struttura richiesta strato su strato partendo da un polimero liquido che s’indurisce a contatto con la luce del laser”. Questa modalità è quindi un processo “additivo”, che si differenzia da quello “sottrattivo” richiesto per la fresatura e finora non pratico ed economico per la routine dello studio. La proliferazione di stampanti 3D a basso costo durante gli scorsi anni, ha suscitato un enorme in- teresse nella prototipizzazione rapida usando modalità di fabbricazione additive. Molti laboratori odon- totecnici, singoli o associati, hanno portato nel mondo il flusso digitale a nuovi livelli stampando modelli per ortodonzia, chirurgia orale, odontoiatria ricostruttiva, bite notturni, apparecchi correttivi, modelli chirurgici e molto altro. La tecnica di stampa 3D è diventata il nuovo catalizzatore, contribuendo a por- tare il controllo della diagnostica e della manifattura al dentista e un nuovo processo di fabbricazione al laboratorio odontotecnico. C’è una sostanziale differenza tra stampare un documento di testo da un computer a una stampante laser, portando dal virtuale al fisico un pezzo di carta che si può tenere in mano, mentre stampare in 3D non è assolutamente così facile. Indipendentemente dal tipo e dal costo di una stampante 3D, per “stampare” un file, c’è bisogno di dati tridimensionali. Questi dati possono provenire da uno scanner intraorale, oppure ottico da scrivania, una tomografia digitale, singola o combinata. I dati devono essere trattati usando un software adatto a ottenere il risul- tato desiderato. Ciò richiede conoscenza e tempo perché avvenga correttamente. Così poiché continuia- mo a spostare il flusso dall’analogico a quello digitale, potrebbe essere giunto il momento di valutare lo stato dell’arte e porsi la fatidica domanda: “Stampare o non stampare?” L’editoriale è stato pubblicato su CAD/CAM international No. 3, 2017 _Dr Scott D. Ganz, DMD Dr Scott D. Ganz, DMD 3_2017 03

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