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Dental Tribune Italian Edition No. 9, 2016

4 Dental Tribune Italian Edition - Settembre 2016News Internazionali Per un’efficace pulizia degli spazi interprossimali e una sensazione di freschezza anche fuori casa. Disponibile in due misure coniche per adattarsi a tutti gli spazi interdentali. TePe EasyPick™ La pulizia interprossimale sifasemplice Rivestimento in silicone delicato sulle gengive Flessibile e duraturo Facile impugnatura NUOVO! TePe Prodottiper Igiene Orale S.r.l Tel. +39 0293291475 • Fax +39 0293594980 • infoitalia@tepe.com www.tepe.com AD160023IT «Dobbiamo considerare attentamente il futuro della forza lavoro» Dopo il voto nel referendum per lasciare l’UE lo scorso mese e la nomina di Theresa May a primo ministro, le negoziazioni tra Westminster e Bruxelles cominceranno presto. Già prima del referendum, in un articolo pubblicato dal British Dental Journal, ricercatori dell’Health Education England avevano tracciato un possibile scenario per l’odontoiatria britannica. Dental Tribune Online ha avuto l’opportunità di parlare con gli autori Edward Sinclair e Sam Shah riguardo ai possibili impatti della Brexit sull’industria dentale d’oltremanica. Dental Tribune Online: nel referendum la maggioranza dei britannici ha votato per l’uscita dall’Unione Europea. Quale impatto potrà avere questa scelta sulla sanità e sul settore odontoiatrico in particolare? Edward Sinclair: rispondere conci- samente non è semplice. Direi che nel breve periodo cambierà poco; in seguito, molto dipenderà dall’esito delle negoziazioni, ci auguriamo che non si verifichino sconvolgimenti dello stato attuale dei servizi. Uno degli ambiti che potrebbe essere toc- cato è quello della manodopera. Al momento la Gran Bretagna impiega molti lavoratori provenienti dai Paesi membri UE che godono del reciproco riconoscimento delle qualifiche. Una delle ragioni della vittoria del Leave è stata l’insoddisfazione di molti ri- guardo al concetto di libertà di mo- vimento. In futuro, infatti, questa libertà potrebbe subire restrizioni. Potremmo arrivare a quello che suc- cede in Nord America, dove i profes- sionisti possono venire nel Regno Unito solo se hanno ricevuto un’of- ferta di lavoro. Sam Shah: c’è una cospicua legi- slazione che dovrà essere rivista o riscritta. Bisognerà tenere in con- siderazione sia i lavoratori europei che migrano, che i residenti in Gran Bretagna che al momento lavorano in altri stati membri. Questi proba- bilmente vorranno tornare nel Regno Unito nella speranza che le loro qua- lifiche siano riconosciute. La Gran Bretagna beneficia anche di materiali prodotti in altri stati euro- pei e importati nel mercato interno, per esempio in campo implantare ed endodontico. Se ci saranno cambia- menti si profilerà la necessità di met- tere in piedi accordi commerciali con l’Unione Europea e questo inevitabil- mente avrà ripercussioni sui prezzi, e quindi su forniture e domanda. DTO: solo lo scorso anno sono stati più i dentisti registrati presso il General Dental Council che quelli usciti dalle scuole dentali inglesi. Quanto l’odontoiatria è dipendente dalla forza lavoro migrante e quanto il Paese è in grado di affrontare una sua potenziale riduzione derivante da più strette leggi sull’immigrazione? Shah: la manodopera è un elemen- to importante e di certo ci saranno implicazioni visto che al momento sfruttiamo sia quella continentale che quella britannica per far fronte ai bisogni della popolazione. È proba- bile che le barriere all’immigrazione pesino su questo scenario, per questo si tratta di un tema delicato che an- drà ponderato. In ogni caso gli effetti della Brexit non si vedranno se non prima di qualche anno, ci vorranno dai 5 ai 10 anni perché la situazione si stabilizzi. Sinclair: quindici anni fa le persone che vivevano nelle aree rurali in- contravano maggiori difficoltà nel reperire un dentista del sistema sa- nitario nazionale, questa situazione è migliorata probabilmente grazie all’avvento di molti professionisti dai paesi membri UE disposti a lavorare in quelle aree. Se da una parte i problemi economici dell’eurozona persisteranno, anche la domanda di dentisti dal continente continuerà. Sappiamo per esempio che Paesi come la Spagna e la Roma- nia producono un surplus di dentisti rispetto al loro fabbisogno interno, anche con eventuali barriere all’im- migrazione il Regno Unito rimarrà un polo attrattivo per i professionisti del dentale. DTO: oltre all’immigrazione, uno dei temi posti dal fronte del Leave è stato l’aspetto normativo. Fino a che punto l’industria dentale britannica è regolata dalle leggi europee? Sinclair: le faccio un esempio, l’He- alth and Safety (Sharps Instruments in Healthcare) Regulations del 2013 è diventata legge inglese, originata dalla direttiva del Consiglio 2010/32/ EU. Legiferare in materie come que- sta d’ora in poi sarà competenza del Regno Unito. Inoltre, in alcuni Pae- si europei la legislazione europea è meno invasiva, in ogni caso è stato un errore pensare che l’uscita dall’UE avrebbe ridotto il peso legislativo. Shah: è necessario anche tenere in considerazione altre leggi europee, per esempio sulle radiazioni ionizza- te o sul trasferimento delle immagi- ni cliniche. Bisognerà, in ogni caso, adottare politiche o normative che si occupino di queste materie, è im- pensabile che lo stato smantelli l’im- pianto normativo esistente senza rimpiazzarlo con uno nuovo. Le norme con le quali i dentisti sono forse più familiari sono le EU compe- tition laws, delle quali il Regno Unito ha una propria versione e probabil- mente dovremmo rivedere anche queste leggi. DTO: vedete benefici per l’odontoiatria britannica dopo il voto sulla Brexit? Sinclair: ci potrebbe essere un’oppor- tunità per standardizzare i requisiti per l’uso della lingua inglese, soprat- tutto se riceveremo medici da Paesi dove l’inglese è la lingua d’insegna- mento. Potrebbe essere – anche se si tratta solo di speculazioni – più sem- plice introdurre manodopera specia- lizzata e mantenere alti standard. Shah: dal punto di vista della compe- tizione ci potrebbero essere benefici per i lavoratori locali che con l’afflus- so di dentisti esteri vivevano in un mercato più competitivo. Dal punto di vista individuale, invece, potreb- bero esserci miglioramenti occupa- zionali, anche se l’immigrazione di professionisti stranieri continuerà, dal momento che la Gran Bretagna resta una destinazione attraente. DTO: secondo voi, quali aspetti del mondo dentale saranno da tenere in considerazione durante le negoziazioni con l’Unione Europea? Sinclair: sappiamo che l’intero si- stema sanitario nazionale, non solo quanto riguarda l’odontoiatria, ha tratto benefici dal poter accogliere professionisti da altri Paesi europei, così le negoziazioni dovranno rical- care questo scenario, sia che si tratti di istituire un permesso speciale per venire a lavorare in Gran Bretagna o per trasferirsi negli stati membri europei. Non perdere questo tipo di flessibilità è di vitale importanza e dovrebbe essere un punto su cui ne- goziare. Non avrebbe un grande impatto sull’immigrazione generale perché questa manodopera ne rappresenta solo una piccola parte. Mi aspetto che l’opinione pubblica, a prescinde- re dalla convinzione generale sulla Brexit, sostenga questo tema. Shah: di certo ci sarà la necessità di stabilire accordi commerciali su pro- dotti e strumenti. I medicinali, inol- tre, dovranno probabilmente essere compresi in una categoria speciale. Allo stesso modo ci sarà bisogno di regolamentare alcuni campi come lo scambio dei dati tra UK e UE. Uno degli aspetti più importanti è la continuazione della collaborazione in vista dell’agenda sanitaria pub- blica che include la salute orale. Altre iniziative non avranno bisogno di accordi formali, ma in generale sarà necessario un coordinamento tra le politiche del settore dentale in tutta Europa. Vi ringraziamo per l’intervista. DTI Tel. +390293291475 • Fax +390293594980 • infoitalia@tepe.com

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