Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition No. 9, 2016

22 Dental Tribune Italian Edition - Settembre 2016Teknoscienza << pagina 21 Applicazioni cliniche del CGF Il CGF rappresenta un valido ausilio nel campo della medicina rigenerativa, per accelerare i processi di rige- nerazione, mostrando talvolta proprietà rigenerative e versatilità di utilizzo maggiori rispetto ad altri preparati piastrinici (Park et al., 2016). IlCGFèstatoutilizzatoneiseguentiambiticlinici: - riempimento di alveoli post-estrattivi (Tadic et al., 2014); - riempimento di cavità dopo cistectomie (Mirkovic et al., 2015); - rialzo del seno mascellare (Chen et al., 2016; Kim et al., 2014;DelFabbroetal.,2013;Sohnetal.,2011;2009); - trattamentodirecessionigengivali(Doganetal.,2015); Il CGF può anche essere utilizzato insieme al particolato osseo autologo o a biomateriali (Wang et al., 2016; Ghe- no et al., 2014). L’articolo è stato pubblicato su Implants Italian Edition, luglio 2016. 1. Borsani E., Bonazza V., Buffoli B, Cocchi M.A, Castrezzati S., Scarì G., Baldi F., Pandini S., Licenziati S., Parolini S., Rezzani R., Rodella L.F. Biological Cha- racterization and In Vitro Effects of Human Concentrated Growth Factor Pre- paration: An Innovative Approach to Tissue Regeneration. Biology and Medicine 2015, 7 (5). 2. Del Fabbro M, Bortolin M, Taschieri S, Weinstein RL. Effect of autologous growth factors in maxillary sinus augmentation: a systematic review. Clin Implant Dent Relat Res 2013; 15: 205-216. 3. Dogan SB, Dede FÖ, Ballı U, Atalay EN, Durmuslar MC. Concentrated growth factor in the treatment of adjacent multiple gingival recessions: a split-mouth ran- domized clinical trial. J Clin Periodontol. 2015 42(9):868-75. 4. Honda H, Tamai N, Naka N, Yoshikawa H, Myoui A. Bone tissue engineering with bone marrow-derived stromal cells integrated with concentrated growth factor in Rattus norvegicus calvaria defect model. J Artif Organs. 2013 16(3):305-15. 5. Gheno E, Palermo A, Buffoli B, Rodella LF. The effectiveness of the use of xeno- geneic bone blocks mixed with autologous Concentrated Growth Factors (CGF) in bone regeneration techniques: a case series. J Osseointegr 2014; 6: 37-42. 6. Kim JM, Sohn DS, Bae MS, Moon JW, Lee JH, Park IS. Flapless transcrestal sinus augmentation using hydrodynamic piezoelectric internal sinus elevation with au- tologous concentrated growth factors alone. Implant Dent 2014; 23: 168-174. 7. Mirkovic S, Djurdjevic-Mirkovic T, Pugkar T. Application of concentrated growth factors in reconstruction of bone defects after removal of large jaw cysts--the two cases report. Vojnosanit Pregl. 2015 72:368-71. 8. Park HC, Kim SG, Oh JS, You JS, Kim JS, Lim SC, Jeong MA, Kim JS, Jung C, Kwon YS, Ji H. Early Bone Formation at a Femur Defect Using CGF and PRF Graf- ts in Adult Dogs: A Comparative Study. Implant Dent. 2016 25(3):387-93. 9. Qin J, Wang L, Zheng L, Zhou X, Zhang Y, Yang T, Zhou Y. Concentrated growth factor promotes Schwann cell migration partly through the integrin b1-mediated activation of the focal adhesion kinase pathway. Int J Mol Med. 2016, 37(5):1363-70. 10. Rodella LF, Favero G, Boninsegna R, Buffoli B, Labanca M, Scarì G, Sacco L, Bata- ni T, Rezzani R. Growth factors, CD34 positive cells, and fibrin network analysis in concentrated growth factors fraction. Microsc Res Tech. 2011; 74:772-7. 11. Sohn DS, Moon JW, Moon YS, Park JS, Jung HS. The use of concentrated growth factors (CGF) for sinus augmentation. Implant Journal(Japan). 2009; 38:25-35 12. Sohn DS, Heo JU, Kwak DH, Kim DE, Kim JM, Moon JW, Lee JH, Park IS. Bone regeneration in the maxillary sinus using an autologous fibrin-rich block with con- centrated growth factors alone. Implant Dent 2011; 20: 389-395 13. Tadic A, Puskar T, Petronijevic B. Application of fibrin rich blocks with concen- trated growth factors in pre-implant augmentation procedures. Med Pregl. 2014; 67:177-80. 14. Wang T, Wu Q, Qu Y, Gong P, Yu H, Man Y. In-Situ Onlay Grafting Combined with Titanium Mesh for Three-Dimensional Reconstruction of the Anterior Ma- xillary Ridge. Int J Periodontics Restorative Dent. 2016 36(1):95-101. 15. Yang LM, Liu ZZ, Chen SP, Xie C, Wu B, “The Study of the Effect of Concentra- ted Growth Factors (CGF) on the New Bone Regeneration of Immediate Implant”, Advanced Materials Research, 2015, 1088: 500-502. 16. Yu B, Wang Z. Effect of concentrated growth factors on beagle periodontal liga- ment stem cells in vitro. Mol Med Rep. 2014 9(1):235-42. bibliografia Pedagogia e odontoiatria Sinergie all’avanguardia nel trattamento del paziente autistico in età evolutiva D. Corridore, A. D’Errico, A. Abbasciano, T. Marinucci, M. Bossù, A. Polimeni UOC di Odontoiatria pediatrica, Sapienza Università di Roma I disturbi dello spettro autistico (DSA) sono un sottogruppo dei di- sturbi pervasivi dello sviluppo. In Italia, gli osservatori indicano una prevalenza minima di 4,5 casi per 10.000, mentre per la fascia corri- spondente alla scuola elementare il dato sale sopra il 7 su 10.000. Inoltre le statistiche mostrano che i tassi di incidenza sono aumentati dal 10 al 17% ogni anno e sono caratterizzati in larga misura da deficit nelle abi- lità sociali e comunicative, quali l’imitazione, la pragmatica della co- municazione, la teoria della mente e l’empatia, così come dalla presenza di modalità di comportamento, in- teressi e attività ristrette, ripetitive e stereotipate. Fornire cure orali a persone con disabilità intellettiva richiede un adattamento delle competenze di uso quotidiano, ma in realtà molte persone con lieve o moderata disa- bilità intellettiva possono essere trattate con successo nella pratica grazie a una impostazione generale. Le persone con disabilità intelletti- va imparano lentamente e spesso con difficoltà. Attività ordinarie della vita quotidiana, come lavarsi i denti e vestirsi e la comprensione del comportamento degli altri come pure i loro, può rappresentare una vera e propria sfida per se stessi e soprattutto per i loro parenti. Men- tre la maggior parte delle persone con disabilità intellettiva non pone problemi di comportamento signi- ficativi che complicano trattamenti odontoiatrici, l’ansia per il tratta- mento di questi soggetti si verifica spesso. Chi non conosce uno studio denti- stico, le sue attrezzature e strumen- ti, potrebbe mostrare paura. Alcuni reagiscono con un comportamento non cooperativo, come il pianto, cal- ci, linguaggio aggressivo, o qualsiasi cosa che li aiuta a evitare i tratta- menti, nei bambini con autismo è più difficile interpretare i segni di paura e quindi intercettarli prima di perdere la collaborazione. È pos- sibile effettuare le cure orali in una migliore esperienza di comforting per i pazienti sapendo riconoscere la loro ansia. In generale, le persone con disabilità intellettuale presen- tano una scarsa salute orale e igiene orale rispetto a quelli senza que- sta condizione. I dati indicano che hanno più carie non trattate e una maggiore prevalenza di malattie parodontali e gengiviti rispetto alla popolazione generale. Il primo caso giunto all’osservazio- ne nella UOC di Odontoiatria pedia- trica del Policlinico Umberto I, nel 2008, è stato un paziente autistico di 12 anni, che presentava una lesio- ne cariosa destruente del 3.6. Per lui il ricorso alla sala operatoria è stato inevitabile, in quanto la terapia ca- nalare richiede tempi di esecuzione e di gestione alla poltrona troppo lunghi per un soggetto autistico. Il dato rilevante però è che l’utilizzo del metodo educativo sensoriale ha permesso di effettuare una prima medicazione e, dopo l’intervento in sala operatoria, il paziente ha man- tenuto una buon livello di collabo- razione durante le visite successive, fino a oggi, a 8 anni dopo il primo intervento. Questo primo risultato positivo ha motivato l’équipe pedagogica-odon- toiatrica a stendere un Protocollo di ricerca che non fosse un “diktat” metodologico, ma una linea guida nel rispetto della disabilità e delle sue diverse manifestazioni. Si è visto che nonostante una diagnosi di auti- smo, comune a ogni singolo soggetto esaminato esistono molteplici sfac- cettature nel modo di manifestarsi della patologia. Infatti, non si parla più di autismo al singolare, ma di autismi o di casi che rientrano nello spettro autistico. Questo passaggio è fondamentale in quanto l’odontoia- tra, realizzando che l’autismo non è che un’etichetta sotto cui si può uni- formare una categoria di pazienti, deve adottare modalità di approccio diversificate, flessibili e adattabili a ogni singolo caso. Nel 2008, presso l’Unità Operati- va Complessa (UOC) di Pedodonzia del Policlinico Umberto I di Roma, si è costituita un’équipe pedagogi- ca-odontoiatrica, composta da un educatore-pedagogista, due igieni- sti e tre odontoiatri, con l’obiettivo di realizzare un modello innovativo di approccio per migliorare le con- dizioni in poltrona dei pazienti au- tistici e in genere di tutti quelli che rientrano nella categoria dei “non collaboranti”. Pazienti in età dello sviluppo con deficit “seri” di tipo cognitivo-comportamentale, con modalità relazionali problematiche e difficoltà verbali. Tale studio ha visto nell’educazio- ne la possibilità di perfezionare il trattamento odontoiatrico, sia per limitare esperienze traumatiche nel paziente autistico e consentir- gli una continuità nelle cure, sia per migliorare il suo livello di col- laborazione, evitando così la sala operatoria e conseguente anestesia generale per piccoli interventi (le- sioni cariose minimali, sigillature e ablazioni tartaro, oltre che per il follow-up). Il progetto di ricerca ha condotto l’équipe a realizzare in anni di intenso lavoro svolto nel reparto di Odontoiatria pediatrica, un metodo educativo-sensoriale in grado di modificare e intercettare atteggiamenti particolari e singola- ri di ciascun paziente, che possono ostacolare le manovre odontoiatri- che e non consentire la gestione e il mantenimento di una corretta igiene orale domiciliare, il tutto at- traverso il prezioso apporto delle famiglie. Per condurre tale lavoro ci si è avvalsi dell’esperienza di gruppi di ricerca che in letteratura hanno prodotto linee guida di comporta- mento per la gestione del paziente autistico e delle sue problematiche in ambito sanitario. Tale ricerca si è posta due obiettivi: 1. Dimostrare la possibilità, attra- verso un intervento educativo, di poter eseguire trattamenti odon- toiatrici di minimal intervention, quali ablazioni tartaro, lesioni ca- riose minimali e nonché visite di controllo e terapie preventive, senza ricorrere alla sala operatoria in ane- stesia generale. 2. Valutare l’efficacia di una colla- borazione sinergica tra pedagogia, psichiatria e odontoiatria, per perfe- zionare la terapia odontoiatrica sul piccolo paziente special-need. domized clinical trial. J Clin Periodontol. 201542(9):868-75. Rattus norvegicus calvaria defect model. J Artif Organs. 201316(3):305-15. cases report. Vojnosanit Pregl. 201572:368-71. ts in Adult Dogs: A Comparative Study. Implant Dent. 201625(3):387-93. xillary Ridge. Int J Periodontics Restorative Dent. 201636(1):95-101. ment stem cells in vitro. Mol Med Rep. 20149(1):235-42.

Sito