Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition No. 9, 2016

18 Dental Tribune Italian Edition - Settembre 2016Teknoscienza I dispositivi impiantabili riducono i sintomi dell’apnea notturna ostruttiva Denver, Filadelfia, Stati Uniti – Un nuovo apparecchio im- piantabile promette miglioramenti per i pazienti che sof- frono di moderata o severa apnea notturna ostruttiva e che non tollerano il più comune trattamento in uso, il CPAP (continuous positive airway pressure). Dopo un iniziale trial clinico di successo nel 2014, che ha coinvolto istituzioni me- diche europee e americane, un nuovo studio condotto da ri- cercatori americani ha dimostrato che l’apparecchio riduce notevolmente i sintomi dell’apnea notturna ostruttiva. Fin dagli anni Ottanta il CPAP, attraverso il quale si applica aria compressa continua al fine di mantenere le vie aeree aperte, è stato il trattamento più utilizzato per l’apnea not- turna ostruttiva. Tuttavia, molti pazienti non tollerano l’ap- parecchio per la sua scomodità o per differenti ragioni. Per aiutare questi pazienti Inspire Medical Systems ha sviluppa- to uno strumento chiamato Inspire Upper Airway Stimula- tion, impiantabile sulla parte superiore del petto. Durante l’intervento uno stimolatore viene posizionato vi- cino alla clavicola e connesso a un elettrodo posto sul ner- vo ipoglosso, il quale controlla il movimento della lingua. Inoltre, lo stimolatore è connesso a un sensore di pressione tra i muscoli intercostali che serve a individuare lo sforzo re- spiratorio. Dopo aver determinato il modello di respirazione del paziente, l’apparecchio stimola il nervo ipoglosso che si allarga, stabilizzando le vie aeree superiori e migliorando il controllo del respiro. I pazienti possono usare un teleco- mando per accenderlo e spegnerlo in modo da utilizzarlo soltanto durante il riposo notturno. Nello studio, ricercatori della Perelman School of Medici- ne all’Università della Pennsylvania hanno esaminato 20 pazienti che avevano ricevuto l’impianto tra gennaio 2015 e marzo 2016. I partecipanti allo studio erano tipicamente sovrappeso, di mezza età e soffri- vano di apnea notturna ostruttiva severa. Tutti i pazienti hanno subito una polisonnografia di riferimento e un’altra circa due mesi dopo che l’apparecchio era stato impiantato, al fine di stabilire la severità del disturbo e ricercare qualsiasi cambiamento dopo l’intervento. Secondo i ricercatori, il punteggio totale sull’in- dice dell’apnea-ipopnea, che misura la severità della condizione contando il numero di pause nel respiro durante il sonno, è sceso significati- vamente per tutti i pazienti dopo che il dispo- sitivo era stato impiantato, con una media di 35 pause all’ora. Ciò corrisponde a una riduzione media dell’84%. Inoltre, il livello più basso mi- surato di ossigeno nel sangue durante la notte è aumentato notevolmente, dal 79% al 90%. Il precedente trial clinico, che portò all’appro- vazione dell’apparecchio da parte della Food and Drug Ad- ministration nell’aprile 2014, era stato condotto in condi- zioni controllate. Secondo i ricercatori, lo studio attuale va oltre, guardando ai risultati nell’uso clinico. Replicando il successo del trial clinico, le scoperte mostrano che il conge- gno è efficace per l’intera popolazione come lo è stato per i partecipanti che avevano i requisiti imposti dal trial clinico. «Considerando che l’apnea notturna può portare pressione alta, infarti, ictus e altri seri problemi, è molto importante studiare strumenti diversi dal CPAP per trattare i pazienti con questo disturbo», ha detto il principale autore dello stu- dio, il dott. Richard Schwab, professore di Medicina all’ospe- dale della University of Pennsylvania e co-direttore presso il Penn Sleep Center. «Non esiste un sistema perfetto per trat- tare l’apnea notturna, tuttavia i nostri dati preliminari mo- strano che la stimolazione del nervo ipoglosso può aiutare efficacemente i pazienti che soffrono della condizione e che non tollerano il CPAP». I ricercatori hanno presentato lo studio a SLEEP 2016, il tren- tesimo meeting annuale della American Academy of Sle- ep Medicine e della Sleep Research Society, che si è tenuto dall’11 al 15 giugno a Denver. DTI Secondo uno studio condotto da ricercatori americani, un nuovo strumento impiantabile riduce notevolmente i sintomi di apnea notturna ostruttiva (Foto: ChameleonsEye/Shutterstock). OSAS, l’odontoiatria e le altre discipline un “logico concerto di competenze sinergiche” Congressi e convegni dedicati all’OSAS (sindrome delle apnee ostruttive del sonno) si stanno moltiplicando. L’ultimo è quello che si è svolto il 1 luglio al Centro Congressi SGR di Rimini indetto da Sonnair Dextra intitolato “Il respiro del sonno”. L’interdisciplinarietà e la complessità del tema ha dato lo spunto a Bruno Davide Pugliese, dentista a San Patrignano, per alcune considerazioni. Si sta evidenziando un focus so- ciale nuovo, quello dei disturbi del sonno. Da sempre delegato ad altre specialità mediche, il tema viene oggi affrontato anche dal- le competenze odontoiatriche. Se ne parla spesso a seguito di recenti disposizioni ministeriali allertati da nuovi provvedimenti di sicurezza stradale. A monte c’è un riposo notturno non efficace che provoca una minor lucidità di guida. In tutto questo cosa c’entra l’odontoiatria? È indubbio che una diagnosi in questa problematica mette in primo piano l’aspetto obiettivo respiratorio, la valuta- zione dei parametri di saturazione di O2 e il livello di rischio di apnea, condizionato a sua volta dal bilan- cio ponderale e dalla pervietà del- le alte vie respiratorie. Però è deduttivamente noto come l’atteggiamento della mandibola a causa della sua dinamica postu- rale o dei rapporti dentali, possa condizionare la fisiologia dell’i- pofaringe. Di qui competenze che diventano anche orali. Del resto l’armonia del massiccio cranio- facciale, dal rapporto delle basi ossee alle relazioni occlusali, se rappresenta un equilibrio morfo- funzionale, definisce e completa anche l’efficienza del contributo oro-antrale nell’attività respi- ratoria. Si è quindi definito un logico concerto di competenze, pneumologiche, metaboliche, otorinolaringoiatriche, maxillo- facciali e odontoiatriche, che se supportate da un politica sanita- ria dedicata, possono impegnarsi sinergicamente sul paziente con patologia del sonno. Nell’ostruzione delle vie respi- ratorie in cui si associano apnee, le così dette OSAS (sindrome del- le apnee ostruttive del sonno) presentano componenti neuro- vascolari che favoriscono com- plicanze di ordine neurologico e cardiologico. In casi severi, la risposta terapeutica diventa un trattamento ventilatorio con di- spositivi meccanici (CPAP – conti- nuous positive airway pressure), o addirittura interventi chirurgici a livello della funzionalità compro- messa, per ridurre l’ostruzione. Attualmente sono ricorrenti gli incontri dedicati a questi temi in cui si confermano esperien- ze cliniche, dove viene integrata la multidisciplinarietà medico odontoiatrica, creando nuovi profili sulle competenze della salute orale. Sempre più diverse specialità mediche trovano nel- la bocca, il focus diagnostico o un contributo nel pattern tera- peutico, riqualificando la logica biunivocità tra salute orale e si- stemica a beneficio di una mag- giore efficienza nelle cure e di un ampliamento dell’odontoiatria su problematiche ad ampia tra- sversalità. Patologie del sonno, dai vari livel- li di roncopatia all’OSAS, trovano infatti linkate tutte le dimensioni sanitarie, da quella ospedaliera per le diagnosi e gli accertamen- ti clinico-anamnestici, a quella ambulatoriale specialistica a de- finizione delle precedenti, tra cui l’odontoiatra, la cui prescrizione al laboratorio odontotecnico re- alizza il dispositivo orale. Atenei e società scientifiche dedicate estendono una matrice culturale orientata in questa direzione, in vista di ampliare figure specia- listiche in grado di dare risposte a queste patologie; la progressio- ne del loro monitoraggio e degli studi probabilmente arriverà a una stima maggiore a quanto riscontriamo oggi. Debitamen- te concertato, potrà definire un modello di integrazione medica e di operatività dedicate alle al- lerte sociali. Bruno Davide PuglieseIl prof. Giuseppe Cuman e il dr. Bruno Davide Pugliese.

Sito