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Dental Tribune Italian Edition No. 11, 2017

Dental Tribune Italian Edition - Novembre 2017 Speciale Medicina Orale - Fitoterapici 7 L’azione dei fi toterapici nelle terapie parodontali descrive le prove alla base delle relazioni tra pa- rodontite cronica, ateromi o il diabete, in cui il danno intracellulare, ossia lo stress ossidativo e la derivante disfunzione mitocondriale con conse- guente effetto pro-ossidante a dispetto di quello antiossidante, induca la produzione di molecole come il superossido anione, il perossido di idro- geno, ossido nitrico, acido ipo-cloroso che insie- me costituiscono il termine "ROS”. In sostanza lo stress ossidativo è una condizione di sbilancia- mento tra sostanze ossidanti e antiossidanti. Si deve intervenire lì, nel ridurre gli effetti ossi- danti, limitando l’eccessiva risposta dei neutro- fi li, prima linea della nostra difesa immunitaria. L’elevazione dell’effetto ossidante attiva il RANK- L causa del riassorbimento osseo locale e l’attività osteoclastica. Per combattere lo stress ossidativo, tutte le cellule del corpo sono dotate di un deposi- to intrinseco di molecole note come “antiossidan- ti”, che possono essere considerati come quelle sostanze che ritardano signifi cativamente o ini- biscono l’ossidazione di quel substrato. Numerosi studi hanno dimostrato che la capacità totale antiossidante nei pazienti con parodontite è signifi cativamente più bassa rispetto a pazienti sani. Questi risultati hanno indotto sempre di più l’uso di inte- gratori esogeni per il trattamento della malattia parodontale. Ad esempio le catechine del tè verde sono state osservate per avere profondi effetti sui patogeni parodontali. Su batteri anaerobici come il Porphyromonas gingivalis e la Prevotella che sono tra i principali agenti eziologici in perio- dontite. Studi in vitro hanno dimostrato che impedisce l’ade- renza del P. gingivalis sulle mucose. La catechina presente nel tè verde è altamente specifi ca nel sopprimere il riassorbimento osseo quando mediata da una risposta infi ammatoria come nella malattia parodontale. Alcuni lavori hanno indicato che collutori contenenti catechine avevano una effi cacia antiplacca sovrapponibile alla clorexidina se utilizzati per un periodo di almeno 1 settimana. Questi studi preliminari mostrano l’im- portanza di ulteriori ricerche per esplorare e valutare i benefi ci del tè verde, e poterlo utilizzare nella gestione delle malattie periodontali. furante il corso dell’infi ammazione in risposta alle specie bat- teriche presenti, i fi broblasti gengivali producono interleukin-1 (il-1), IL-6, IL-8, un fattore di necrosi tumorale (TNF-) e fattore di crescita trasformante beta (TGF-). Inoltre, la risposta infi amma- toria stimola l’attività osteoclastica, che degrada l’osso alveola- re di sostegno dei denti nella zona infetta. Lo stress ossidativo gioca un ruolo centrale nel tessuto paro- dontale e nella distruzione dell’osso alveolare. Infatti, un re- cente studio clinico ha indicato che un aumento nei livelli del plasma di metaboliti ossigeno reattivi (ROM). Questo aumento di metaboliti era presente a livelli elevati nei pazienti affetti da malattia parodontale mentre risultava basso in pazienti sani. Sebbene la secrezione di citochine infi ammatorie nei siti paro- dontali è inizialmente protettiva ed è mirata all’eliminazione Fitoterapici a base di componenti naturali, preparati a base di erbe che contengono principi attivi di piante o di altri compo- nenti vegetali vengono percepiti come mezzi terapeutici con ef- fetti benefi ci su malattie sistemiche e sempre più utilizzati nel trattamento delle terapie parodontali. Ma questo è vero? Quali le loro potenzialità? Come agiscono? Quale il loro utilizzo in ambito odontoiatrico? Circa l’80% della popolazione mondiale usa erbe o derivati nella cura di varie patologie o manifestazio- ni sistemiche. I prodotti a base di erbe sono preferiti, sempre con maggior frequenza, ai farmaci convenzionali per l’ampia attività biologica, una maggiore sicurezza ma principalmente per assenza o scarsi effetti collaterali. Resta da dimostrare la loro effi cacia. Inoltre uno dei problemi più seri sono le resisten- ze derivanti dall’uso di antisettici, chemioterapici e antibiotici. La parodontite è una malattia infi ammatoria cronica che in- duce la distruzione delle strutture di supporto degli elementi dentali. L’eziologia multifattoriale con la formazione di periodonto patogeni È il problema cruciale nell’avvio e nella progressione della ma- lattia. L’accumulo di placca consente la crescita di batteri anae- robi che porta al reclutamento e all’attivazione dei neutrofi li. Attivazione che si traduce ulteriormente nella deregolazione delle citochine pro-infi ammatorie e porta anche al rilascio di enzimi neutrofi li e all’attivazione del ROS (Stress Ossidativo e formazione di Radicali liberi). Non si possono né vedere né sentire, sono subdoli e silenziosi, eppure i radicali liberi dell’ossigeno (ROS; molecole instabili di ossigeno) rappresentano una costante minaccia per il no- stro organismo, perché ne minano l’integrità esercitando una vera e propria aggressione cellulare. Lo stress ossidativo è un fenomeno derivante dalla particolare condizione di equilibrio fra processi ossidativi e riduttivi che avven- gono continuamente in ogni cellula durante le complesse trasformazioni biochimiche del metabolismo fi siologico. Gran parte dei pro- cessi biologici generano normalmente radicali liberi con effetti addirittura benefi ci (ad es., i processi di difesa immunitaria), ma quando la formazione dei radicali liberi diventa eccessi- va, possono essere estremamente distruttivi e attaccare componenti fondamentali delle cellule come lipidi, proteine e fNA. fi conse- guenza, i sistemi viventi sono caratterizzati dalla presenza di effi cienti sistemi naturali di difesa antiossidanti, parte dei quali sono com- posti endogeni (es., enzimi e metallo-proteine), mentre altri sono introdotti con gli alimenti (es., vitamine). L’esposizione prolungata del tessuto connet- tivo a questi determina la degradazione e la successiva perdita di supporto del legamento e dell’osso alveolare che come risultato fi nale si esprime localmente con perdita degli elementi dentali e a livello sistemico con effetti collaterali ampiamente documentati. La terapia parodontale offre 2 opzioni: chirurgica e non chirur- gica. Inoltre offre la gestione del processo di malattia. L’utilizzo di vari antimicrobici e agenti chemioterapici, come la clorexidi- na, il triclosan, il Cetylpyridinium chloride, le piperacilline o te- tracicline topiche che sono stati provati e testati nella gestione delle malattie periodontali. Oppure un approccio diverso che mira all’eradicazione dei patogeni per competizione, utilizzan- do sostanze a base naturale, o metodiche non chirurgiche che prevedono l’ossigeno come veicolo di riduzione fl ogistica. A causa della sua genesi multifattoriale (eziologia, processo del- la malattia, trattamento) la parodontite è ancora un compito formidabile per gli specialisti del cavo orale. Per questo motivo sono stati ricercati rimedi erboristici per ottenere effetti anti- microbici, antiossidante, antisettici, anti-infi ammatori e anti- collagenasi. La recensione descrive brevemente il ruolo dello stress ossidati- vo nella parodontite e alcune sostanze naturali con potenziale antiossidante utilizzato al fi ne di gestirne gli effetti. È ampia- mente dimostrato che lo stress ossidativo è un importante cau- sa di danni cellulari associati all'avviamento e alla progressione di molte malattie croniche. Una recente recensione di Bullon SUS Surgery Ultrasonic Site The Aliens of Ultrasonic Tecnica di preparazione ad ultrasuoni sito differenziato biologicamente guidata Offerta KIT SUS: sconto 20% Compreso Corso dedicato Iniziativa valida fino a Gennaio 2018* * Info: ESACROM Srl Tel.: 0542 643527 - cell.: 3938586068 marketing@esacrom.com www.esacrom.com dei batteri patogeni, la eccessiva produzione di citochine proin- fi ammatorie viceversa è correlata alla distruzione parodontale, con perdita di attacco parodontale e riassorbimento dell’osso alveolare. La concentrazione di citochina nel fl uido crevicolare gengivale (GCF) e nella saliva è più alta in pazienti con malattia parodontale rispetto a soggetti sani e diminuisce dopo il tratta- mento parodontale. Una correlazione positiva tra consumo di tè verde e la salute cardiovascolare è stata stabilita da diversi studi. Le catechine esercitano effetti protettivi vascolari attraverso molteplici meccanismi, come antinfi ammatori, antiossidanti, antipertensivi, azione anti-trom- bogenetica e inoltre favoriscono la solubilità dei lipidi, diminuendo di fatto la formazione delle placche ateromasiche e sono effi caci nella prote- zione vascolare con miglioramento della funzio- ne endoteliale. Le catechine per eseguire attività antiossidante contro i radicali liberi, inibiscono gli enzimi pro- ossidanti e sono inoltre effi caci nell’attenuazione della biosintesi lipidica tramite modulazione di enzimi pertinenti e regolazione dell’assorbimen- to intestinale dei lipidi, migliorando di fatto i lipi- di ematici. Effetti fondamentali nell’infl uenzare la progressione delle lesioni aterosclerotiche e nel miglioramento delle malattie cardiovasco- lari. Questi risultati confermano il ruolo della perossidazione lipidica come perno centrale tra malattia parodontale ed aterosclerosi. Questi studi possono essere un punto di parten- za per ulteriori ricerche sull’effi cienza di diversi prodotti contenenti antiossidanti naturali, da usare nelle pra- tiche di igiene orale, al fi ne di diminuire lo stress ossidativo presente nella patologia infi ammatoria locale, tipica delle paro- dontiti e, quindi favorendo la protezione verso l’avanzamento progressivo della malattia parodontale. Altre sostanze naturali attualmente in fase di studio per la loro effi cacia nel trattamento parodontale sono: • La Triphala: ben nota preparazione in polvere in Ayurvedi- ca. Consiste di parti uguali di Amalaki (Emblica offi cinalis), Haritaki (Terminalia chebula) e Bahera (Terminalia beleri- ca). Questa composizione ha un forte potere antimicrobico, antiossidante e anticollagenasi. Gli antiossidanti presenti nella Triphala sono in grado di ridurre lo stress ossidativo e proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi. Una ricerca clinica ha dimostrato che la Triphala ha un’effi - cace azione antiplacca e antiinfi ammatoria come un collu- torio 0,2% di clorexidina. • Rubia Cordifolia: Le radici di questa pianta sono state utiliz- zate nella medicina naturale. Essa contiene anche un com- posto organico noto come Alizarin, che dà il colore rosso ai coloranti tessili. > pagina 8

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