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Dental Tribune Italian Edition No. 11, 2017

2 Industry Report Endo Tribune Italian Edition - Novembre 2017 Un’innovativa sistematica per il ritrattamento ortogrado dei canali radicolari Endo Re-Start (Komet) Giuseppe Squeo, odontoiatra in Bari < pagina 1 Per la rimozione dei materiali da otturazione canalare sono state proposte diverse tecniche come l’utilizzo di strumen- ti rotanti in nichel-titanio4-7, l’utilizzo di inserti ultrasoni- ci8-10, oppure di portatori di calore11, 12 o ancora utilizzando strumenti manuali coadiuvati da solventi chimici come ad esempio l’olio di eucalipto13-15. Gli strumenti rotanti in nichel-titanio si sono dimostrati essere i più effi caci e anche i più rapidi nella rimozione del materiale da otturazione canalare16. Comunque nessuna delle tecniche proposte è in grado di garantire da sola la completa rimozione dei detriti dai canali radicolari. Sicura- mente, una combinazione di diverse metodiche garantisce una rimozione potenzialmente più completa di guttaperca e cemento dai canali radicolari17. Materiali da otturazione Esistono diversi materiali comunemente utilizzati per l’ot- turazione dei canali radicolari. Questi materiali sono gutta- perca, carrier in metallo oppure in plastica e infi ne paste o cementi. Guttaperca La diffi coltà nella rimozione della guttaperca varia a secon- da della tecnica di otturazione utilizzata, dalla lunghezza del canale, dalla dimensione della sezione del canale e dalla presenza di curvature più o meno accentuate. Indipenden- temente dalla tecnica di otturazione che è stata preceden- temente impiegata, è meglio rimuovere la guttaperca in maniera progressiva (prima dal terzo coronale, poi dal terzo medio infi ne dal terzo apicale) per impedire lo spostamen- to accidentale di sostanze irritanti o della stessa guttaperca oltre apice. Carrier I carriers rivestiti di guttaperca utilizzati per otturare il si- stema dei canali radicolari originariamente erano realizzati in metallo, tuttavia nel corso degli ultimi anni il metallo è stato sostituito da plastica biocompatibile. Questi nuo- vi carriers risultano così essere estremamente fl essibili e più facili da rimuovere in quanto dotati di una scanalatu- ra longitudinale lungo la quale è possibile far scivolare gli strumenti da ritrattamento. Per la rimozione di questi car- rier si possono utilizzare le stesse tecniche descritte per la rimozione dei coni di guttaperca. Un suggerimento che può rendere questa operazione più rapida è quello di eliminare prima la guttaperca che circonda il carrier il quale, una volta isolato, è più facile da rimuovere. Paste o cementi Per quanto riguarda i cementi che possiamo trovare all’in- terno di un canale da ritrattare è utile sapere che questi possono essere suddivisi in morbidi (quindi penetrabili e rimovibili) oppure in duri (impenetrabili e a volte inamo- vibili). Fortunatamente spesso questi cementi hanno una consistenza e densità che tendono a ridursi progressiva- mente passando dalla porzione coronale a quella apicale del canale radicolare. Prima di cimentarsi in un ritrattamento endodontico, il cli- nico dovrebbe anticipare al paziente che nonostante tutti gli sforzi, tutte le tecniche e tutta l’abilità che può dedicare per ottenere la completa rimozione del materiale presente nei canali radicolari del dente da ritrattare per ottenere il successo, c’è la possibilità di non riuscire nell’intento. I pa- zienti devono, inoltre, essere informati che ci potrebbe es- sere una riacutizzazione della sintomatologia a seguito del ritrattamento, anche se andato a buon fi ne, ma che questo non risulta essere un segno prognostico sfavorevole. In questo articolo verrà presentato un nuovo sistema di strumenti rotanti in nichel-titanio, realizzati per rendere più rapida e semplice la rimozione dei diversi materiali da otturazione canalare. Endo Re-Start (Komet) Recentemente un nuovo sistema costituito da 3 strumenti rotanti in nichel titanio è stato introdotto sul mercato: Endo Re-Start by Komet. Endo Re-Start è stato progettato con un design che facilita la rimozione di tutto il materiale presente nel canale radico- lare da ritrattare. Gli Endo Re-Start hanno tutti una sezione a doppia S e sono codifi cati con un doppio anello colorato di cui uno è sempre rosa mentre l’altro varia a seconda del diametro della punta secondo la codifi ca ISO. L’Endo Re-Start Opener ha una lunghezza totale di 15 mm mentre la parte lavorante è lunga solamente 5 mm; il dia- metro della punta è 0,30 mm (per cui il secondo anello della codifi ca presente sul gambo sarà blu) e una conicità 010. È l’unico dei 3 strumenti ad essere dotato di una punta ta- gliente in grado di penetrare, nelle fasi iniziali del ritratta- mento, attraverso materiali anche molto duri e ben com- pattati (Fig. 2). L’Endo Re-Start 1 è lungo 21 mm con parte lavorante di 16 mm e diametro in punta di 0,25 mm (il secondo anello sarà quindi rosso) ed una conicità 05 (Fig. 3). L’Endo Re-Start 2 si differenzia dal precedente solamente per la lunghezza totale che è di 25 mm (Fig. 4). I due Endo Re-Start sono stati disegnati con una punta “raschiante” che garantisce una penetrazione rapida ma controllata at- traverso il materiale da otturazione canalare da rimuovere. Grazie ad una geometria delle taglienti perfettamente ar- monizzate, Endo ReStart favorisce l’effi cace raschiamento e asportazione del materiale dal canale. Il maggior numero di spire presenti sulla punta consente di avvitare imper- cettibilmente lo strumento nel materiale da otturazione radicolare, mentre, sulla parte lavorante, la distanza tra le spire aumenta progressivamente per consentire una rimo- zione ottimale del materiale e un costante controllo dello strumento. Questo concetto viene defi nito “dynamic twist” (Figg. 5a, 5b). Re-Start può essere utilizzato su qualsiasi micromotore en- dodontico a rotazione continua impostando il numero dei giri/minuto a 300 e il valore del Torque a 1,8 N/cm. Tecnica di utilizzo fopo aver realizzato una corretta apertura della cavità di accesso e aver evidenziato l’imbocco del canale radicolare, il primo strumento da utilizzare è l’Endo Re-Start Opener. Grazie alla punta attiva e alla sua robustezza questo primo strumento è in grado di creare un accesso anche attraverso materiali da otturazione molto duri e ben compattati come quelli che frequentemente troviamo posizionati all’imboc- co del canale da ritrattare. È utile ricordare che essendo un Opener deve lavorare come tale e cioè solamente per i pochi mm coronali del canale, deve in sostanza creare un invito per lo strumento che seguirà. A seconda della lunghezza del canale si op- Fig. 1b Fig. 1c Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5a Fig. 5b terà poi per l’utilizzo dell’Endo Re- Start 1 (nei canali più corti) oppure dell’Endo Re-Start 2 (nei canali più lunghi) (Fig. 6). La loro sezione e la conicità 05 li rende strumenti molto fl essibili adatti quindi a lavorare an- che all’interno di canali curvi. fopo aver rimosso tutto il materiale da otturazione canalare si potrà proce- dere come un normale trattamento endodontico con la rilevazione della lunghezza di lavoro e la sagomatura del canale radicolare secondo la tec- nica preferita dall’operatore. Fig. 6 bibliografi a 1. Sjogren U, Hagglund B, Sundqvist G, Wing K. Factors affecting the long- step in reinstrumentation. J Endod 1989;15:125– 8. term results of Endodontic treatment. J Endod 1990;16:498 –504. 2. Ruddle C. Non surgical retreatment. J Endod 2004;30:827–45. 3. Stabholz A, Friedman S. Endodontic retreatment: case selection and tech- nique—part 2: treatment planning for retreatment. J Endod 1988;14:607– 14. 4. Hülsmann M, Bluhm V. Efficacy, cleaning ability and safety of diffe- rent rotary NiTi instruments in root canal retreatment. Int Endod J 2004;37:468 –76. 5. 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