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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2017

8 Speciale Regeneration Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2017 Fig. 1.2 Fig. 1.3 Fig. 1.4 Fig. 1.5 Fig. 1.6 Fig. 1.7 Fig. 1.8 < pagina 7 Nella visione dei tessuti a 2 mesi si può osservare come viene lasciato Fig. 1.9 un gap tra centrale e laterale per permettere all’ortodontista di crea- re una corretta simmetria tra i due incisivi centrali che altrimenti sa- rebbero apparsi uno molto più largo dell’altro (Fig. 1.5). Dopo 6 mesi dalla fine del trattamento ortodontico si apprezza una corretta distribuzione degli spazi e dalle radiografie un’ot- tima rigenerazione ossea a sostegno dei tessuti molli (Fig. 1.6). Al momento del sollevamento del Fig. 2.1 Fig. 2.2 Fig. 2.3 Fig. 2.4 Fig. 2.5 Fig. 2.6 Fig. 2.7 Fig. 2.8 SR lembo a 7 mesi per l’inserimento implantare si conferma un’otti- ma rigenerazione ossea (Fig. 1.7). A quattro mesi dal posizionamento dell’impianto si procede alla gestio- ne dei tessuti molli con un prelievo di tessuto connettivale dalla tube- rosità mascellare (Fig. 1.8). La finaliz- zazione protesica del caso estetico è più che soddisfacente (Fig. 1.9). Il caso successivo è dovuto all’esito di una severa perimplantite. La ra- diografia di partenza evidenzia una perdita ossea che raggiunge quasi l’apice degli impianti precedente- mente posizionati (Fig. 2.1). L’esito della guarigione dei tessuti molli lungo il profilo osseo residuo indica la severa perdita ossea tridimen- sionale confermata all’atto chirur- gico. Si può notare la perdita ossea orizzontale e soprattutto quella verticale che obbliga a una terapia rigenerativa. Restano invece ben evidenziati i picchi ossei mesio-di- stali, indispensabili per sorreggere mesio-distalmente una membrana non riassorbibile (Fig. 2.2). Viene inserito il materiale d’innesto eterologo e viene necessariamente inserita una membrana in dPTFE Cytoplast Ti250 (Osteogenics, De Ore) che, con l’adeguata rigidità, è l’unica membrana che permetta di proteggere i tessuti da rigenera- re nelle tre dimensioni. La mem- brana deve essere perfettamente stabilizzata per evitare ogni mi- cromovimento nel periodo di gua- rigione (Fig. 2.3). Per la chiusura per prima intenzio- ne si è eseguita una doppia linea di sutura: a materassaio orizzontale prima, e quindi a punti semplici in- terrotti (Fig. 2.4). Tanto l’analisi sia clinica sia radio- grafica confermano l’ottimale rige- nerazione dei tessuti duri (Fig. 2.5). Alla riapertura a 9 mesi i volumi ossei sono stati ripristinati e si sono potuti inserire due impianti da 10 mm (3i, Biomet) (Fig. 2.6). Il confronto tra l’immagine ini- ziale e quella eseguita al momento dell’inserimento implantare evi- denzia il successo della terapia GBR con membrana non riassorbibile rinforzata in titanio. Oltre alla rige- nerazione verticale si può apprez- zare un notevole incremento osseo in direzione bucco-palatale (Fig. 2.7). Il controllo radiografico a due anni conferma la stabilità ossea e del margine gengivale (Fig. 2.8). Il suggerimento dell’autore vuole dunque essere quello di scegliere membrane in collagene a lento ri- assorbimento per la maggior parte delle atrofie che il clinico quotidia- namente tratta dove la componen- te principale del difetto è quella orizzontale. Al contrario, tali mem- brane non possono essere utilizza- te con successo per trattare quei difetti caratterizzati da una perdita di osso verticale dove la scelta deve ricadere su una membrana non ri- assorbibile in dPTFE, possibilmente rinforzata in titanio. Tali membra- ne, al momento, sono le uniche a garantirci una ottima stabilità meccanica e un perfetto effetto barriera che perdura per tutto il tempo necessario alla maturazione dell’innesto inserito.

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