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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2017

12 Case Report < pagina 11 La polvere di glicina si è dimostrata una vera e propria rivelazione nel trattamento delle mucositi e pe- rimplantiti. Dopo la detartrasi dalla superficie esposta degli impianti, effettuabile con i metodi classici (curettes in teflon o titanio) o uti- lizzando punte a ultrasuoni speci- fiche, un’ulteriore detossificazione della superficie degli impianti con il perio-polishing garantisce – in 8 casi su 10 – la completa guarigione della patologia (Sarri et al., 2006) per tasche non superiori a 5 mm. Nel caso non ci fosse tartaro sul titanio del collo implantare, ma l’infiammazione fosse indotta da placca batterica, l’utilizzo del perio- polishing è efficace per migliorare la guarigione del sito attivo. Nei casi clinici di gengivite intor- no ai tessuti implantari, causata da scorretta igiene orale domiciliare, l’uso della glicina per la rimozione del biofilm batterico e la detossifica- zione dei tessuti ipertrofici si rivela eccellente per rapidità e profondità di azione. Terapia fotodinamica Helbo Dopo aver decontaminato il cavo orale si passa all’utilizzo della tera- pia fotodinamica Helbo, che agisce tramite l’inattivazione di cellule, microorganismi o molecole, indotta dalla luce e non dal calore, riducen- do i batteri del 99%. Questa terapia prevede l’applicazione del cromo- foro HELBO® Blue Photosensitizer (bredent medical) (Figg. 17a, 17b), che viene lasciato agire per almeno un minuto in ogni sito da trattare, au- mentando il tempo di permanenza nelle tasche più profonde. Quindi, si procede al risciacquo del liquido in eccesso e all’esposizione del laser. L’esposizione viene effet- tuata nei sei punti del dente (vesti- bolare, mesiale, centrale, distale e orale, mesiale centrale, distale) con un movimento circolare intorno all’impianto, senza mai uscire dal solco, con tempo di permanenza di 10 secondi per sito (Figg. 18a-18c). Igiene domiciliare Fotografiamo il sorriso della pa- ziente (Fig. 19) prima di effettuare l’esame obiettivo del cavo orale. La paziente presentava un biotipo gen- givale spesso, con scarsa igiene orale. Abbiamo eseguito dunque un esame approfondito utilizzando la videoca- mera SoproCARE® (Acteon) che per- mette, tramite led, di evidenziare in modo rapido e accurato la presenza di biofilm batterico, le zone infiam- mate e la presenza di processi cariosi. Abbiamo mostrato alla paziente, in real time al fine di motivarla a un più Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2017 efficace controllo di placca domici- liare, i siti maggiormente interessati dall’accumulo di placca nel cavo ora- le, compresi il dorso della lingua e gli spazi interprossimali con l’aiuto del rilevatore di placca alla fluorescina. Mostriamo alla paziente l’utilizzo cor- retto degli strumenti di igiene orale domiciliare – spazzolino e scovolino – più idonei alle sue esigenze strutturali, tissutali e anatomiche, alla manualità e alla predisposizione caratteriale alle differenti tecnologie manuali o mec- caniche, come da tailored brushing method (Nardi et al., J Biomed, 2016). Abbiamo condiviso con il paziente la scelta dell’utilizzo dello spazzolino manuale GUM® Technique®PRO Me- dium (Figg. 20, 21) per il manico ergo- nomico e setole multilivello inclinate che garantiscono l’efficacia disorga- nizzazione del biofilm delle superfici interdentali. Abbiamo indicato alla paziente di controllare chimicamente il biofilm batterico con l’aiuto del den- trificio (Fig. 22) contenente ossigeno attivo a uso specifico per l’igiene do- miciliare, non invasivo per i materiali implantari con azione di disinfezione (12 ore attiva) e simultanea azione di guarigione delle ferite (Implaclean®, Dyna Dental Engineering BV, Halste- ren, NL). Per implementare l’igiene nelle zone interdentali abbiamo indicato l’uso scovolino in gomma GUM® Soft- Picks® Advanced (Fig. 23), imbibito di dentifricio Implaclean. La paziente riferisce di avere dif- ficoltà con l’igiene della lingua, e quindi condividiamo la necessità di implementare l’igiene domiciliare con l’uso 10 ml per qualche minu- to 3 volte die di Riocol collutorio o 4 spruzzi 3 volte al giorno di Riocol oral spray a base di soli estratti na- turali (Fig. 24), per le diverse azioni benefiche a vantaggio della mucosa orale. Abbiamo riferito alla pazien- te che non pigmenta le superfici dentali grazie alla metodica di pura estrazione naturale dei componenti (lapacho, malva, piantaggine, camo- milla) e acido ialuronico, efficace per le infiammazioni. Al controllo, dopo 2 settimane, gli in- dici clinici erano migliorati e i tessuti non mostravano infiammazione. Fig. 15 Fig. 16 Conclusioni La terapia implantare in alcuni casi è una valida opzione terapeutica per il canino incluso. La personalizzazione del trattamento clinico odontoia- trico è alla base della buona pratica clinica e le tecnologie avanzate devo- no agevolare la filosofia di approccio che definiamo “tailor-made” (Nardi et al., Minerva Stomatologica 2014, 63(1-4):557). La paziente ha miglio- rato l’efficacia dell’igiene domici- liare grazie all’approccio tailored brushing method (TBM). L’utilizzo nella pratica clinica di deplaquing e debridment, di air polishing e perio polishing, l’uso di curettes in titanio e l’implementa- zione con la terapia fotodinamica PDT (Helbo) rappresentano il pro- tocollo operativo ideale per la tera- pia di mantenimento professionale di manufatti implantari e protesici con un approccio clinico semplice e minimamente invasivo, ottenendo riduzione o, come in questo caso, abbattimento degli indici clinici di sanguinamento e profondità di ta- sca (Fig. 25). La bibliografia è disponibile presso gli Autori. Figg. 17a, 17b Figg. 18a-18c Fig. 19 Fig. 20 Fig. 21 Fig. 22 Fig. 23 Fig. 24 Fig. 25

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