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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2017

Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2017 Ricerca & Clinica 19 Per assicurare un successo im- plantare senza effetti collaterali oggi possiamo usare i concentrati delle piastrine (PRP) e il resto del plasma (PPP) del paziente, pre- parato immediatamente prima dell’applicazione. Il sistema da noi usato è quello del CGF, che è sul mercato da oltre 10 anni e ha un piego sia in medicina sia in odontoiatria. I più conosciuti e studiati fattori di crescita sono: il Platelet Derived Growth Factor (PDGF), che funzio- na come mitogeno sull’attività di divisione cellulare delle cellule di origine mesenchimale (Andrew et al., 1995). Il Transforming Growth Factor beta 1 (TGF-beta 1) e beta 2 (TGF-beta2), che agiscono nelle differenti fasi della guarigione di una frattura intramembranosa ed endocondrale (Cho et al.). Il Fibroblast Growth Factor (FGF), che agisce sulla regolazione e sti- molazione della differenziazione delle cellule, sull’angiogenesi e sulla chemotassi (Glowaki, 1989; Liebermann et al., 2002). Il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF), che regola l’angio- genesi (Tsiridis et al., 2007). L’In- sulin Like Growth Factor (IGF), che promuove la proliferazione delle cellule e inibisce l’apoptosi (Liebermann et al., 2002). > pagina 20 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 < pagina 18 Una rimozione dei metalli dimi- nuisce la concentrazione dei me- talli nei tessuti. L’osso viene clas- sificato secondo la sua densità da D1 a D4 (il D5 rappresenta l’osso neoformato dopo rialzo del seno mascellare o accrescimento della cresta ossea). Se invece abbiamo una densità os- sea che non corrisponde alle aree dove si trova normalmente, pos- siamo supporre che qui abbiamo un osso degenerato con alto quan- titativo di grasso non in grado di ossificarsi. Dato che i metalli pesanti e i sol- venti sono liposolubili, un im- pianto senza adeguata pulizia dell’osso degenerato può dare un insuccesso, che si può verificare nell’immediato o dopo il carica- mento protesico, impedendo così il rimodellaggio dell’osso. Per avere una diagnosi accurata si deve eseguire una TAC Cone Beam tridimensionale, specialmente se il paziente accusa dolori nevral- gici cosiddetti NICO (neuralgia inducing cavitational osteitis), che provengono dalle seguenti aree con infiammazioni croniche dell’osso degenerato. I batteri marker aggressivi paro- dontologici come: - Actiwobacillus actiwomyce- temcomitaws con la sottospe- cie Porphyromowas giwgivalis; - Tawwerella forsythewsis (Bacte- roides forsythus); - Trepowema dewticola; - Prevotella iwtermedia. Fig. 5 Figg. 6a, 6b Questi batteri danno un’infiam- mazione persistente e distruggo- no il tessuto periodontale. I siti dove troviamo questi batteri pos- sono infiammare altri siti (come il sito dell’impianto) e provocare una perimplantite. Dovrebbero essere eliminati prima di una te- rapia implantare. Come misura di successo possiamo misurare, oltre all’aspetto e al sanguina- mento della gengiva, la presenza di calprotectina (conosciuta come marker di infiammazione intesti- nale) nel solco o nella tasca gen- givale. Nell’attuale ricerca sia il titanio sia il biossido di zirconio con il passare del tempo possono perdere la loro idrofilia. Alcuni studi (Ushio) hanno mo- strato che dopo 4 settimane l’i- drofilia si riduce notevolmente. La ditta giapponese Ushio lavora sull’attivazione della superficie (Fig. 1). Nel dipartimento ACTA, presso l’Università di Amster- dam, hanno sintetizzato e stan- no ricercando l’effetto delle bone morfogenic proteins per ottenere una osteoinduzione. Di recente una notizia provenien- te dalla Russia riporta che un gruppo di studiosi della Tomsk Polytechnic University ha propo- sto come soluzione al rigetto un composto bioattivo con il qua- le vengono rivestiti gli impianti analogo alla citochina interleu- china-4. Questa sostanza è infatti in grado di controllare il compor- tamento delle cellule immunita- rie, i macrofagi, forzandoli a sti- molare il processo di guarigione. Concentrated Growth Factors (CGF): protocollo e caratterizzazione Il CGF è un concentrato piastrinico autologo, inizial- mente sviluppato da Sacco nel 2006, ottenuto da un semplice prelievo di sangue venoso, successivamen- te sottoposto a uno standardizzato protocollo di se- parazione per mezzo di un’apposita centrifuga (Medi- fuge 200, Silfradent, Forlì, Italia), senza l’aggiunta di sostanze esogene. La principale caratteristica del CGF risiede nella sua consistenza: si tratta, infatti, di una matrice organica ricca in fi brina, in grado di “intrappolare” piastrine e leucociti e rilasciare fattori di crescita; elementi che insieme svolgono un ruolo importante nei processi di rigenerazione. Se, da una parte, i fattori di crescita rilasciati dalle piastrine e dai leucociti sono importanti per stimolare la rigenerazione cellulare, dall’altra, la rete di fi brina costituisce un valido scaffold temporaneo. Per ulteriori informazioni e dettagli, riportiamo all’articolo pubblicato su Cosmetic Dentistry Italian Edition, ottobre 2016. accelerazione 2.700 rpm/735 g 2.400 rpm/580 g 2.700 rpm/735 g 3.000 rpm/905 g decelerazione e stop Protocollo di centrifugazione per il CGF (one step protocol) 30’’ 2’ 4’ 4’ 3’ 33’’ Al termine della centrifugazione, in ciascuna provetta di sangue si pos- sono evidenziare tre strati: 1. uno strato superiore, che rappresenta la fase liquida del plasma, denominata “plasma povero di piastrine” (PPP – Platelet Poor Plasma); 2. uno strato inferiore, costituito principalmente da eritrociti (RBC – Red Blood Cells); 3. uno strato intermedio, denso e gelatinoso, che rappresenta il CGF, che si continua inferiormente con la parte rossa. www.silfradent.com / info@silfradent.com Via G. Di Vittorio n.35/37 - 47018 S.Sofi a (FC) - Italy Tel. +39 0543 970684 - Fax. +39 0543 970770

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