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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2017

18 Ricerca & Clinica Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2017 Fattori di rischio implantare Come i fattori di crescita possowo prevewire gli iwsuccessi O. Tapparo, M. Sipic – Natrail < pagina 1 Un altro test facile per da eseguire e molto motivante per il paziente, per osservare l’acidificazione del tessuto causato dalla carenze di oligominerali, è il test prodotto da Synoveda; dopo l’assunzione del gel base redox, diluito in un bicchiere di acqua, si osserva che il gusto percepito dal paziente ri- specchia la saturazione nel corpo (Tab. 3). Un altro fattore di rischio per l’implantologia è il fumo. La maggior parte delle pubblica- zioni mostra che fumare riduce l’osseo-integrazione e porta in se- guito a una perdita dell’impianto primaria (si vedano i lavori di Abt, De Bruyn, Habsha, Hinode, Jones, Levin, Schwartz-Arad). Riguar- do alla perimplantite, gli studi evidenziano una perdita di osso attorno agli impianti (si vedano i lavori di Abt, Aglietta, Carcuac, Heitz-Mayfield, Lambert, Levin, Lindquist, Roos-Jansåker, Souza). Questo porta alla conclusione per cui, secondo la letteratura scientifica, si può prevedere una perdita primaria e secondaria degli impianti nei fumatori (da 2 a 4 volte) (si vedano ancora Abt, De Bruyn, Habsha, Hinode, Le- vin). La predisposizione genetica (che si può osservare attraverso il controllo dell’interleuchina 1) è determinante non solo per capire la reazione a un intervento rico- struttivo di implantologia o paro- dontologia ma anche per stabilire gli intervalli dei controlli (recall). La predisposizione genetica viene divisa in 4 tipi (a seconda del labo- ratorio di analisi la classificazione va da A a D oppure da 1 a 4) (Tab. 4). Vogliamo precisare che una vera allergia al titanio è molto rara, dato che la reazione al titanio nel test di trasformazione linfocita- Peso Liquido, a riposo Liquido, in attività Liquido, in attività sportiva e disintossicazione 50 kg 1500 ml 60 kg 1800 ml 70 kg 2100 ml 80 kg 2400 ml 90 kg 2700 ml 100 kg 3000 ml 150 kg 4500 ml Ca. 2000 ml Ca. 2300 ml Ca. 2600 ml Ca. 2900 ml Ca. 3200 ml Ca. 3500 ml Ca. 5000 ml Ca. 2500 ml e più Ca. 2800 ml e più Ca. 3100 ml e più Ca. 3400 ml e più Ca. 3700 ml e più Ca. 4000 ml e più Ca. 5500 ml e più Orario Range pH H 6:00, dopo colazione pH 5,5-6,6 H 9:00 pH 7,0-7,2 H 12:00, dopo pranzo pH 6,7-6,9 H 15:00 pH 7,2-7,8 H 18:00, dopo cena pH 6,7-6,9 Tab. 1 - Quantità giornaliera di liquidi consigliata5 (K5Kusch, S5Kusch-Der Mensch in Zahlen, Spektrum Akademischer Verlag Heidelberg S127-129 Wasserhaushalt ISBN 3-8-9996-681-2)5 Tab. 2 - Test delle urine di F5 Sander: orari di misurazione del pH5 Gusto Sangue Pesce Marcio Amaro Salato Dolce Disturbo/Carenza Tipo A Carenza di ferro o disturbi nel metabolismo del ferro. Carenza di zinco o disturbi nel metabolismo dello zinco. Tipo B Processi di putrefazione nell’intestino. Disturbi della cistifellea. Disturbi dei reni. Disturbi del pancreas. Tipo C Tipo D Uova marce (idrogeno solforato) Disturbi nel processo di disintossicamento del fegato. Normale. Produzione della pro infiammatoria IL-1. Normale. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Normale. Produzione della pro infiammatoria IL-1 Ridotta. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Aumentata. Produzione della pro infiammatoria IL-1. Normale. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Aumentata. Produzione della pro infiammatoria IL-1. Ridotta. Produzione dell’inibitore di infiammazione antagonista del ricettore IL-1. Tab. 3 - Gusti che possono indicare carenze o un disturbo5 Tab. 4 - Tipologia genetica del Interleuchina-15 ria (LTT) è differente dall’allergia dei noti allergeni a contatto come il nickel, il palladio e l’oro. La ra- gione è che gli ioni di titanio, su- bito dopo la liberazione in un pH medio, vengono immediatamente ossidati. Particelle di titanio ossi- date a confronto di ioni metallici non sono in grado di diventare un allergene modificando le protei- ne. La reazione che dà il titanio è una reattività proinfiammatoria delle cellule del sistema immu- nitario. Questa reazione proviene dalla propensione all’infiamma- zione delle cellule immunitarie non specifiche come monociti e macrofagi del tessuto a delle par- ticelle particelle di titanio di di- mensione da 1 a 10 micron che si trovano, come è noto, nel tessuto vicino all’impianto. La reazione al titanio ha una cor- relazione con il test genetico di infiammazione. Pazienti con Tipo 3 e Tipo 4 hanno in 80% die casi una reazione positiva al titanio. Pazienti con una reazione Tipo 1 e Tipo 2 sono solo positivi nel 5% dei casi. Vedendo che il totale delle reazioni è dell’85% e non del 100%, dobbiamo presumere che ci sono anche altre cause. Un altro rischio è rappresentato dalla concentrazione di metalli pesanti nell’osso. Questi possono dare allergia (i metalli pesanti in generale provocano allergie del Tipo 4) oppure causare un’intos- sicazione cronica. I nostri studi condotti su pazienti con disturbi di causa idiopatica hanno trovato i seguenti metalli nell’osso e mi- surato la concentrazione: argento; bismuto; cadmio; cobalto, gallio; oro; indio; mercurio; molibdeno; palladio; piombo; platino; rame; stagno; tallio; zinco. La corrente galvanica tra i metalli in bocca si può misurare con l’amalgamome- tro, che ha il vantaggio di misura- re la corrente galvanica con elet- trodi di carbonio che non devono essere calibrati prima di una mi- surazione. La quantità di metalli nella saliva dopo la masticazione si rileva con il test del chewing- gum. Per rilevare i metalli nei depositi si esegue il test con so- stanze chelanti (test di Daunde- rer, DMPS/DMSA). Per osservare l’assunzione negli ultimi mesi si esegue l’analisi del capello. In in- dividui senza metalli, o dopo la ri- mozione di metalli, la concentra- zione di metalli è minore. Questo vale anche per metalli assunti at- traverso l’ambiente come il piom- bo e il tallio. Lo stesso vale anche per la concentrazione di solven- ti volatili come la formaldeide, che abbiamo trovato in biopsie dell’osso e delle radici di denti. Questo porta alla conclusione che i metalli pesanti diminuiscono il livello di disintossicazione locale nei tessuti gengivali e nel tessuto osseo. > pagina 19 Fig. 1

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