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Dental Tribune Italian Edition No. 4, 2016

6 Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016 Benessere & Salute Orale Emergenza diabete: la prevenzione passa anche dai dentisti Un’arancia al giorno potrebbe togliere il me- dico di torno, soprattutto in caso di diabete. È questa, in sintesi, una delle conclusioni a cui sono giunti unanimemente diversi ricercatori provenienti da ogni parte del mondo e riuni- tisi all’ultimo simposio internazionale orga- nizzato a Barcellona lo scorso novembre dal Joslin Diabetes Center, la più importante orga- nizzazione mondiale che si occupa di clinica e ricerca nell’ambito del diabete. Numerosi studi hanno dimostrato la correlazio- ne tra diabete e parodontiti, convenendo che la salute del cavo orale e una dieta ricca di antios- sidanti – veri e propri elisir per il nostro organi- smo come, ad esempio, la vitamina C – possano aiutare a ridurre l’incidenza della cosiddetta “malattia del benessere” e a combattere l’insor- genza dei problemi a essa legati come, appunto, la parodontite. «Da questi nuovi approcci emerge innanzitut- to il ruolo fondamentale dell’odontoiatra nel- la fase di prevenzione» commenta il dott. Ja- copo Gualtieri, odontoiatra membro dell’EAO (European Association for Osseointegration), specializzato in implantologia e rigenerazio- ne ossea, che opera tra Lucca e Milano. «Non solo nell’individuazione precoce della patolo- gia ma anche in merito all’indicazione di sane regole alimentari, essendo ormai acclarati i legami tra cibo, bocca (parodontite) e malat- tie conseguenti (come il diabete e le malattie cardiovascolari). In particolare si sottolinea l’importanza di un corretto stile di vita e di una dieta a basso contenuto glicemico e ricca di antiossidanti». Unaprevenzione,dunque,chepassainnanzitut- to dalla salute del cavo orale e dal ruolo di den- tisti e igienisti che possono intervenire sia per allertare i pazienti sulla possibile incidenza del- la malattia – intercettando i segnali clinici che possono portare al diabete – sia per aiutare i pa- zienti già conclamati a ridurre notevolmente il rischio di complicanze. Come riferisce la Società Italiana di Parodontologia (SIDP), la parodontite è stata definita «la sesta complicanza del diabete» e quindi i soggetti affetti da questa patologia hanno un rischio maggiore di sviluppare gengiviti e pa- rodontiti. Identistiegliigienistidentali,oggi,ri- vestono un ruolo specifico nell’iden- tificare i pazienti a rischio diabete, i cui maggiori fattori di rischio quali età, obesità, insulinoresistenza e infiammazioni sono co- muni alla malattia parodontale. Da uno studio condotto su 2781 pazienti pubblicato nel 2015 sul Journal of American Medical Association (a cura della dott.ssa Andy Menke, epidemiologa al Social and Scientific Systems di Silver Spring, in Maryland) è infatti emerso che negli Stati Uniti, dove circa il 14% della popolazione è ma- lata di diabete, grazie alla prevenzione orale e a numerose campagne si sensibilizzazione, i casi di mancata diagnosi sono scesi dal 40% nel pe- riodo 1988-1994 fino al 31% tra il 2008 e il 2012. Il diabete è una patologia cronica definita dall’OrganizzazioneMondialedellaSanitàcome «l’epidemiadeiprimiventicinqueannidelterzo millennio» e richiede pertanto interventi con- tinui per prevenire o ridurre le complicanze cardiovascolari, neurologiche, oculari, renali e dentali a essa collegate. Sono cinque milioni i diabetici solo in Italia, più del doppio rispetto a trent’anni fa, di cui il 65% con più di 65 anni di età. E se la sua incidenza è in continua crescita, mentre tarda ancora ad arrivare una cura defi- nitiva, l’arma migliore per contrastarne la sua insorgenza è la prevenzione. Surgical Tribune diabete © moodboard Alimentazione e salute orale Caterina Signoretto e Pietro Canepari, Università di Verona Sebbene gli alimenti per lungo tempo siano stati considerati, in- sieme alla scadente igiene orale, tra i principali responsabili di patolo- gie da infezione assai diffuse quali carie e gengivite/parodontite, già a partire dagli anni ’80, tuttavia, si è identificato un loro potenziale ruo- lo protettivo nei confronti di tali patologie orali. Si tratta prevalente- mente di alimenti di origine vege- tale e si è identificata nella presen- za di polifenoli la loro principale azione antimicrobica. La funzione fisiologica svolta dai polifenoli nei vegetali si esplica prevalentemente con azione antiossidante (in questo caso a protezione dalle radiazio- ni solari a cui è esposta la pianta) e antibatterica/antifungina; per- ciò, non a caso, le stesse funzioni sono esplicate anche nell’uomo. Tra questi alimenti vegetali sono inclusi: tè, caffè, caffè d’orzo, cioc- colato, uva, vino rosso (assai più ricco di polifenoli rispetto al vino bianco), mirtillo rosso (cranberry), radicchio rosso di Treviso, il fungo edibile Lentinus edodes. Numerosi studi in vitro hanno dimostrato che la loro azione antimicrobica non si esplica con un meccanismo simil- antibiotico (inibizione della cresci- ta e/o uccisione dei germi), ma pre- valentemente attraverso un’azione di contrasto dell’adesione batte- rica alle superfici del dente e delle gengive, nel favorire il distacco dei batteri già adesi dalle superfici bio- tiche o abiotiche, un’azione anti e/o disgregante il biofilm microbico (la principale modalità attuata dai batteri per instaurare il processo infettivo), o mediante la inibizio- ne di fattori di virulenza di batte- ri odonto- e parodonto-patogeni1 . Nostri recenti studi molecolari hanno dimostrato che i polifeno- li si legano a importanti strutture di superficie dei batteri odonto- e parodonto-patogeni, impedendo in tal modo l’adesione e la formazione del biofilm microbico2 . Questi studi in vitro hanno condotto a scoper- te di grande interesse nell’uomo: studi epidemiologici hanno dimo- strato che chi fa ampio uso di ali- menti contenenti polifenoli ha una migliore salute orale (per esempio i bevitori di tè), mentre nostri studi molecolari hanno dimostrato che bevitori moderati di vino o di caffè hanno una popolazione microbica orale meno varia rispetto ai bevito- 1. Signoretto C., Canepari P., Stauder M., Vezzulli L., e Pruzzo C. Fun- ctional foods and strategies contrasting bacterial adhesion. Curr. Opin. Biotechnol.: 23, 160-167, 2012. 2. Signoretto C, Marchi A, Bertoncelli A, Burlacchini G, Papetti A, Pruzzo C, Zaura E, Lingström P., Ofek I., Pratten J., Spratt D.A., Wil- son M., Canepari P. The anti-adhesive mode of action of a purified mushroom (Lentinus edodes) extract with anticaries and antigingi- vitis properties in two oral bacterial pathogens. BMC Complement. Altern. Med. 2014 Feb 24;14:75. doi: 10.1186/1472-6882-14-75. 3. Signoretto C., Bianchi F., Burlacchini G., Sivieri F., Spratt D. e Ca- nepari P. Drinking habits are associated with changes in the dental plaque microbial community. J. Clin. Microbiol.: 48 (2), 347-356, 2010. 4. Signoretto C., Burlacchini G., Marchi A., Grillenzoni M., Cavalleri C., Ciric L., Lingstrom P., Pezzati E., Daglia M., Zaura E., Pratten J., Spratt D.A., Wilson M., e Canepari P. Testing a low molecular mass fraction of a mushroom (Lentinus edodes) extract formulated as an oral rinse in a cohort of volunteers. J. Biomed. Biotechnol., 2011, doi 10.1155/2011/635348. bibliografia ri di sola acqua, ma soprattutto una ridotta popolazione e varietà di bat- teri strettamente anaerobi (responsa- bili della gengivite/parodontite) nella loro placca sottogengivale3 . Infine, allalucedituttequestescoperte,sono stati effettuati vari studi in cui estrat- ti di alimenti parzialmente purificati o composti purificati dimostratisi attivi in vitro sono stati utilizzati in formulazione di colluttori impiegati nella quotidiana igiene orale, e si è valutata la loro capacità nel ridurre il conteggio di patogeni orali o nel migliorare il Plaque- o il Gingival- Index4 . I diversi studi fino ad ora ef- fettuati hanno condotto a risultati assai incoraggianti e al brevetto per l’uso di estratti vegetali in formula- zioni di ausilio alla quotidiana igie- ne orale. Solo per sottolineare quale sia l’interesse generale per questi studi, vale la pena evidenziare che nell’ambito del VI Programma Qua- dro la Comunità Europea ha investi- to su queste tematiche – negli anni 2005-2010 – ben oltre 2 milioni di euro per un progetto di ricerca, de- nominato “Nutrident”, a cui hanno partecipato sette team appartenen- ti a prestigiose università europee e uno israeliano, inclusi gli scriventi dell’Università di Verona. Infine, è utile sottolineare come questi stu- di possano avere anche importanti ricadute pratiche nel campo dell’in- fettivologia e, in particolare, nel campo della terapia antimicrobica. Come è, infatti, ben noto, l’impie- go massivo di antibiotici ha condot- to all’insorgenza di stipiti batterici multi- o addirittura pan-resistenti con drammatiche ricadute negative. La ricerca di nuovi antibiotici attivi è sempre più difficile e costosa, e l’in- serimento di nuovi antibiotici nel prontuario terapeutico si fa oramai eccezionale. Il meccanismo d’azione descritto per i polifenoli, diverso da quello degli antibatterici classici che viene esplicato mediante il blocco divisionale o la uccisione batteri- ca, apre il percorso verso un nuovo approccio terapeutico che prevede il blocco/interferenza con i soli fat- tori di virulenza del patogeno (la cosiddetta “antivirulence therapy”). Ciò potrebbe portare alla riduzione dell’insorgenza di stipiti batterici antibiotico-resistenti e quindi possi- bilmente ridimensionarne l’attuale drammatica incidenza. © shutterstock.com

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