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Dental Tribune Italian Edition No. 4, 2016

15 Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2016 Gestione dello Studio L’assistente alla poltrona non può sostituirsi al dentista, anche se su invito del paziente Lavoro in sanità Occhi puntati sul progetto di riforma per i lavoratori autonomi Fondata a Prato PIU, l’Associazione delle partite IVA La responsabilità del medico nello svolgi- mento della professione, argomento delica- to, è all’ordine del giorno, in considerazione del proliferare di cause sia civili sia penali. La responsabilità dell’odontoiatra, anche se rientra in quella medica, ha comunque pecu- liarità che in un certo qual modo ne distin- gue e delinea in particolare la figura. Bisogna ricercarne la spiegazione nel fatto che nello studio del dentista sono presenti figure di- verse per iter e formazione, quali igienisti dentali, assistenti, odontotecnici. Di conse- guenza, oltre la normale responsabilità del medico nello svolgimento del proprio lavoro, l’odontoiatra va incontro a un tipo di respon- sabilità che non riguarda esclusivamente un suo specifico, eventuale errore. Se il medico incorre infatti in varie respon- sabilità, penali, civili e disciplinari, conse- guenti all’inosservanza di leggi e/o regola- menti, il titolare di uno studio odontoiatrico risponde anche in relazione alla condotta illecita dei propri collaboratori. Nella fattispecie qui presa in considerazione, la Suprema Corte era stata adita dal titolare di uno studio odontoiatrico per una san- zione disciplinare inflittagli dal Consiglio dell’Ordine, ossia tre mesi di sospensione dell’esercizio della professione «per avere, in qualità di responsabile sanitario, omesso di vigilare sull’attività odontoiatrica svolta presso lo studio, permettendo che persone non in possesso dei necessari requisiti eser- citassero abusivamente tale professione». Durante un’ispezione presso lo studio, l’as- sistente alla poltrona era stata infatti colta nell’atto di effettuare prestazioni odontoia- triche: in concreto, la ricementazione di un ponte inferiore staccatosi e la rimozione di un punto di sutura a un dente estratto alcu- ni giorni prima al paziente, che a seguito di un incidente occorsogli, si era recato allo studio per un consiglio. Il titolare dello studio si è difeso dichiarando che si trattava di un singolo episodio e che l’assistente di poltrona aveva eseguito tale intervento in sua assenza probabilmente perché pressata dal paziente. Secondo lui non vi era stato quindi, né dolo né colpa gra- ve da parte sua, visto che l’assistente aveva esorbitato senza autorizzazione dalle pro- prie mansioni. A questo punto vediamo tut- tavia se la «responsabilità oggettiva per fatto altrui» può essere considerata come «respon- sabilità per omissione di cautela» (ovvero, «culpa in vigilando»). Nel primo caso il ti- tolare dello studio dovrebbe rispondere per una condotta illecita che non dipende diret- tamente da lui e quindi non avrebbe rilievo il dolo o la colpa. Si potrebbe però ipotizzare una sua respon- sabilità secondo l’art. 2049 CC per la co- siddetta «culpa in vigilando» La Suprema Corte afferma infatti che la condotta del titolare dello studio è giustamente sanzio- nabile avendo omesso di esercitare le debite cautele, né potevano certo essere giustificate l’occasionalità del fatto illecito e le pressioni esercitate dal paziente. Si parla di omissione, in quanto è suo onere porre in essere tutti gli accorgimenti idonei per evitare che persona- le non qualificato metta in atto condotte che possano sfociare nell’abusivismo, come in re- altà si era verificato. Nessuna giustificazione di quelle avanzate dal medico poteva essere accolta in quanto il paziente deve essere sem- pre e totalmente tutelato sia dal medico in genere sia dal dentista titolare dello studio. Simona Valizzone, Avvocato in Torino A fine agosto 2015, Gaetano Balsamo, imprenditore di Prato, con azienda e situazione personale asso- lutamente in ottima salute, pubblicava su Facebook, di notte, in macchina, tornando da una giornata di lavoro in Veneto, un video in cui, a ruota libera, denunciava il degrado della nostra società e la sua grandepreoccupazioneperilfuturo:èforsequestoilPaesechevogliamocontinuareavivereelasciare ai nostri figli e nipoti? Tutti percepiscono il vuoto che esiste intorno a noi e nel mondo del lavoro autonomo: ideali, valo- ri, comunità e senso di appartenenza sono sempre più carenti. In questi casi, unione e condivisione dell’intento di voler costruire un bene comune sono fondamentali. Nel video, Gaetano lanciava l’idea di un “sogno” da realizzare con l’unione delle partite IVA per “cam- biare le regole del gioco”. Uomini e donne integri con capacità di indignarsi, di pretendere spiegazioni in ogni momento dell’esistenza: questo è un “cambiamento”, questo fa veramente paura. Le partite IVA sono più di 5 milioni, quindi vale lo slogan “Uniti cambiamo tutto”: imprese e professioni, posti di lavoro made in Italy, cervelli in fuga, fisco, tasse, pensioni, banche. Quel video ha emozionato e ha risvegliato qualcosa in tanti, e i contatti con la nuova realtà hanno co- minciatoadaumentare.Asettembreeottobre2015,visonostatidueincontriconoscitiviaFirenzecon più di 200 partecipanti. A novembre, è nata a Prato l’Associazione PIU – Partite IVA Unite –, che nasce dalla forte esigenza di unione delle partite IVA, per dare potere a tutte quelle attività che, sino ad oggi, non sono state rappresentate da nessuno. Siamol’economiarealedelnostroamatoPaese,chestapagandounprezzoaltissimo:attualmentesia- mo40socifondatori,presentiintuttaItalia,chehannoversato€1.000atesta.Afinegennaio2016c’è stato un primo grande incontro, due giorni di full immersion presso la tenuta di S. Vito di Montelupo Fiorentino. Scambi di opinioni e discussione su programmi e strategie. Ognuno di noi si sta impegnando per cercare imprenditori, professionisti, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi che vogliano superare le paure, unirsi a noi per agire. Cambiamo l’Italia e sal- viamo le famiglie, questo lo slogan. Io sono PIU… e tu? Da soli non abbiamo potere, ma insieme possiamo realmente fare la differenza. William Manuzzi, Ortodontista, Responsabile per il Piemonte per PIU La sanità privata italiana dovrà af- frontare una sfida molto complessa quando – presumibilmente entro il prossimo autunno – sarà appro- vato il disegno di legge di riforma del lavoro autonomo, attualmente in discussione alla Commissione Lavoro del Senato, i cui effetti sa- ranno amplificati dal progressivo ampliamento dell’erogazione del- le prestazioni private dovuto a un lento ritrarsi della sanità pubblica. È quanto emerso il 19 marzo, a Bo- logna, durante il XIV anniversario dell’assassinio di Marco Biagi, nel corso del Convegno dal titolo “Jobs act e sanità: quali opportunità nel- la gestione dei rapporti di lavoro dipendente e nei contratti di colla- borazione”, promosso da Stefanel- li & Stefanelli studio legale, i cui lavori sono stati aperti da Filippo Taddei, responsabile Economia e lavoro del Partito democratico. «Il progetto di riforma del lavoro autonomo e della sua tutela pre- sentato dal Governo si pone in completa continuità con la rifor- ma del lavoro dipendente conclu- sasi nel 2015» ha ricordato Taddei. «Il tratto comune è favorire, so- stenere e spingere il lavoro inve- stendo sulle competenze e pro- fessionalità dei lavoratori italiani. Il capitale umano che ciascuno di noi possiede è la più forte garanzia per il futuro del lavoratore come singolo e come intera collettività» ha concluso. Tra le novità più significative del di- segno di legge contenente «misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro su- bordinato a tempo indeterminato» vi sono le clausole inderogabili sui tempi di pagamento (non oltre i 60 giorni) e i benefici fiscali sulle spe- se di formazione (deducibili fino a 10.000 € per il 100%). «Gli effetti del jobs act sui lavo- ratori autonomi coinvolgono, per quanto riguarda la sanità, circa i 2000 professionisti appartenen- ti alle professioni sanitarie non inquadrate in un albo (tra cui fisioterapisti, igienisti dentali, tecnici ortopedici) la cui attività in presenza del requisito dell’e- terodirezione è considerata come dipendente. Non vi è dubbio poi che la grossa rivoluzione arriverà con l’approvazione del decreto sul lavoro autonomo, che coinvolge- rà tutti i medici e gli odontoiatri che oggi operano all’interno delle strutture» ha sottolineato l’avvo- cato Silvia Stefanelli.

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