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Dental Tribune Italian Edition No. 2, 2017

13 Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2017 Teknoscienza - Endolaser < < pagina 12 PIPSTM è un protocollo di irrigazio- ne canalare laser attivato nel quale i fotoni emessi generano nel liquido irrigante fenomeni di cavitazione con produzione in camera pulpare di energiche onde d’urto (shock wave) che si propagano nel lume canalare sin dai primi passaggi della cura en- dodontica. Così si utilizza PIPSTM con ipocloritodisodiogiàdopol’apertura della cavità di accesso e durante i pri- mi sondaggi apicali per la rimozione del tessuto pulpare; questo permette di iniziare la dissoluzione ed elimi- nazione del tessuto infetto prima ancora del passaggio dei file, riducen- do i rischi di dislocazione meccanica di materiale organico nelle pareti dentinali, facilitando così i passaggi successivi28. L’utilizzo di soluzione di EDTA 17% permette di migliorare il sondaggio in caso di canali sclerotici e nella fase finale permette la rimo- zione di detriti e smear layer, prodotti durante la preparazione meccanica, dagli orifizi tubulari, dagli istmi e dal- le ramificazioni apicali29-33 , aprendo la strada alla successiva e finale decon- taminazione con NaOCl 5%. Quando i protocolli utilizzati sono eseguiti cor- rettamente la decontaminazione da batteri planctonici e biofilm è quasi assoluta, come dimostrato sperimen- talmente da numerosi studi34-40 . Protocollo clinico PIPSTM Dopo ogni passaggio di strumenta- zione canalare, manuale o rotante, per pulire il canale dai detriti prodotti, viene effettuata una irrigazione con ipoclorito di sodio attivata da PIPSTM per 30 secondi. Una volta raggiunta la dimensione apicale finale desiderata, il protocollo PIPSTM di detersione e de- contaminazione finale prima dell’ot- turazione è il seguente (Fig. 4): – 1 cicl0 di 30 secondi PIPSTM con flusso continuo di EDTA 17% (3 ml); – 2 cicli di 30 secondi di PIPSTM con flusso continuo di acqua distillata sterile (3 ml); – 3 cicli di 30 secondi di PIPSTM tre volte con flusso continuo di NaO- Cl 5% (3ml) con 30 secondi di pau- sa tra i cicli; – 4 cicli di 30 secondi di PIPSTM con flusso continuo di acqua distillata sterile (3 ml) come passaggio fina- le prima dell’otturazione; – la punta PIPSTM da 600 micron, lunga 9 mm, è montata sul mani- poloH14(Er:YAGlaserLightWalker AT; Fotona, Lubiana Slovenia); – la punta PIPSTM da 400 micron, lunga 14 mm, è utilizzata per den- ti con cavità di accesso ridotta (in- cisivi superiori e inferiori, canini); – la durata dell’impulso è settata su 50 microsecondi (SSP); – l’energia per pulsazione è 20 mJ; può essere ridotta sino a 10 mJ; – la frequenza di pulsazioni ideale è di 15 Hz; – losprayaria/acquadelmanipoloè disattivato. Casi clinici I casi clinici presentati hanno in co- mune la difficoltà di accesso alla camera pulpare, riassorbita con cal- cificazioni, ai canali che presentano evidente obliterazione progressiva del lume per età avanzata e/o carie destruente. Un terzo caso, con ampia lesione periapicale, dimostra la guari- gione della lesione apicale in progres- sione. La tecnica PIPSTM presentata in questi casi clinici, è stata eseguita secondo protocollo da tre operatori diversi e ha permesso di eseguire la terapia canalare in modo corretto e agevole. L’apertura di cavità è seguita da abbondante e prolungato lavaggio con NaOCl 5% attivato da PIPS (2-3 ci- cli di 30 secondi). La strumentazione manuale ISO 08, 10, 15 e 20 è sempre seguita da ricapitolazione con stru- mento 08 e irrigazione con NaOCl 5% laser attivato (30 secondi). Per l’alesa- tura finale sono state utilizzate tecni- che di strumentazione rotante e dia- metro/conicità diversi. L’otturazione dello spazio endodontico è stata ese- guita con guttaperca e/o guttaperca veicolata da carrier e sealer resinoso. Figg. 7a, 7b - RX di 3 molare inferiore sinistro, con necrosi pulpare e ampia lesione apicale. L’alesatura finale è stata eseguita con file meccanici ISO 25 conicità 7% per i canali mesiali e ISO 35 conicità 6% per i canali distali (WaveOne Gold Primary e Medium; Maillefer- Dentsply). Otturazione canalare con sealer (Pulp Canal Sealer; Kerr) e guttaperca di conicità conforme (WaveOne Gold Primary e Medium; Maillefer-Dentsply). RX post-operatoria a 3 mesi mostra l’avanzato stato di guarigione. Caso clinico dott. Giovanni Olivi, Roma. Figg. 6a, 6b - RX di 2 molare inferiore sinistro mesializzato, con necrosi pulpare per carie profonda precedentemente trattata. L’alesatura finale è stata eseguita con file meccanici ISO 25 conicità 6% (Hero 642; Dentalica). Otturazione canalare con sealer e guttaperca di conicità conforme (Endoreze, Ultradent). RX post-operatoria a 6 mesi. Caso clinico dott. Matteo Olivi, Roma. Figg. 5a, 5b - RX di 2 molare superiore sinistro con carie distale penetrante. L’alesatura finale è stata eseguita con file meccanici ISO 25 conicità 5% (M-TWO; Sweden & Martina). Otturazione canalare con sealer (AH-Plus, Dentsply Sirona) e guttaperca alfa veicolata su carrier dedicati agli strumenti utilizzati (DOMINO; Sweden & Martina). Caso clinico dott. Paolo Magliano, Torino. New York, Stati Uniti – Un team di ricercatori del New York Insti- tute of Technology ha sviluppato un modello computerizzato che dimostra come i laser dentali attacchino le colonie di batteri orali presenti nei tessuti gengivali. I risultati dello studio suggeriscono che alcuni laser hanno il potere di rimuovere efficacemente i bat- teri anche in profondità. I laser sono utilizzati in diverse procedu- re, inclusi i trattamenti parodontali non chirurgici il cui scopo è la rimozione dei batteri per trattare gengiviti e parodontiti. Tuttavia, il costo dei laser può variare dai 5.000 ai 100.000 dollari e i pro- fessionisti devono sottoporsi a un corso per usarli. Per stabilire se i costi e gli sforzi siano giustificati, i ricercatori americani hanno cercato di stabilire il reale beneficio del laser nel trattamento della malattia parodontale. Inoltre, hanno analizzato diversi parametri come la lunghezza d’onda, il picco di potenza e la durata della pul- sazione, per capire il loro ruolo nella distruzione dei batteri. Analizzando le caratteristiche ottiche dei tessuti gengivali e i mi- crorganismi patogeni, i ricercatori si sono concentrati sullo svilup- podiunmodellomatematicochesimulalaproceduralaserincaso diparodontite.Hannopresoinconsiderazionetrediversilaserusa- ti comunemente e studiato i loro effetti su due tipologie di batteri: colonie virtuali di Porphyromonas gingivalis e Prevotella interme- dia, di diverse dimensioni e posizionate a differenti profondità nel modello di tessuto gengivale. «Una delle domande a cui abbiamo cercato di dare risposta è stata a quale profondità potevano essere raggiunti i batteri», ha spiegato l’autore dello studio, il dottor Lou Reinisch, esperto di chirurgia laser. Ilaserdentalitestatinellostudiosonostati:ilaseradiodo,Nd:YAGe Er:YAG.Secondoilmodellocomputerizzatoduediloro,ilaseradio- doegliNd:YAG,sisonorivelatiefficacinelrimuoverelecoloniebat- teriche. «I risultati sono di grande importanza poiché permettono di tarare la lunghezza d’onda, la potenza e la durata di pulsazione in modo da massimizzare l’efficacia del laser stesso», ha detto Rei- nisch. Le simulazioni hanno infatti mostrato come i laser a diodo a 810 nm, quando settati a pulsazioni ridotte e a livelli di potenza moderati, sono in grado di distruggere i batteri a una profondità di 3 mm. Anche i laser Nd:YAG con una lunghezza d’onda di 1.064 nm si sono rivelati efficaci a una profondità simile. Inoltre, secondo i ricercatori, entrambi i laser non hanno sostan- zialmente prodotto effetti negativi sui tessuti sani. Le simulazioni hanno rivelato un danno termico minimo intorno all’area di ap- plicazione, che a sua volta significa una guarigione più rapida, ha spiegato Reinisch. Secondo il dottore, le simulazioni hanno valida- to l’efficacia dei laser nella rimozione batterica e nel miglioramen- to della salute orale dopo il trattamento parodontale. I ricercatori adesso attendono che test clinici avvalorino il loro studio; questo, intitolato “Selective photoantisepsis”, è stato pubblicato a ottobre su Lasers in Surgery and Medicine. A corredo dello studio è stato prodottounvideochemostralesimulazionicomputerizzateusate dai ricercatori. Dental

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