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Implant Tribune Italian Edition No.3, 2016

4 Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2016 L’Intervista Intervista. Alternative al trapianto facciale nella chirurgia orale e maxillo-facciale Il trapianto di faccia è probabilmen- te uno dei più spettacolari risultati chirurgici del millennio, ma allo stesso tempo uno dei più dibattu- ti. Quali sono i casi che richiedono un intervento così difficile e po- tenzialmente rischioso? Quali altre tecniche sono disponibili in cam- po orale e maxillo-facciale e come possono essere migliorati i risultati degli interventi alla luce delle nuove tecnologie mediche? Dental Tribune ha avuto l’opportunità di discutere questi argomenti con il professor Gerd Gehrke, vice presidente della Deutsche Gesellschaft für Mund, Kiefer- und Gesichtschirurgie (DGMKG), la società tedesca di chi- rurgia orale e maxillo-facciale. Gehrke, capo del dipartimento di chirurgia orale e maxillo-facciale presso l’ospedale Diakovere Hen- riettenstift di Hanover, ha molti anni di esperienza nella chirurgia ricostruttiva facciale e nella micro- chirurgia. Ferite severe ed estese che necessitano procedure rico- struttive complesse sono rare nella sua routine medica. «Il numero di incidenti stradali, sul lavoro o casa- linghi, in Germania, è grandemente diminuito negli scorsi decenni» ha spiegato. Chirurgia facciale ricostruttiva dopo una rimozione tumorale Tuttavia nel campo della chirurgia tumorale le procedure ricostrut- tive giocano un ruolo importante anche se la rimozione del tumore interessa di solito una sola parte del viso. «Un paziente con un tu- more alla cavità orale presenta un problema limitato alla parte infe- riore della bocca» ha detto Gehrke. Il danno locale può essere trattato in modo efficace con procedure di chirurgia orale e maxillo-facciale. «La parte della mandibola colpita può essere ricostruita con un tra- pianto autogeno del perone. Gra- zie alla tecnologia 3D è possibile stampare un modello tridimen- sionale e piastre di ricostruzione che facilitano la resezione del pe- rone e l’immediata ricostruzione della mandibola» ha spiegato il professor Gehrke. «I difetti dei tes- suti molli posso essere trattati con trapianti di tessuto, per esempio dall’avambraccio del paziente» ha aggiunto. «Queste tecniche sono ormai largamente usate e portano buoni risultati senza i potenziali rischi del trapianto facciale». 30 trapianti facciali dal 2015 a oggi A oggi sono stati portati a termine mo trapianto completo, che inclu- deva tutti i tessuti molli, gli zigo- mi, il naso, le mandibole e i denti del donatore, è stato condotto da un chirurgo spagnolo nel 2010 su un paziente che aveva subito serie ferite da arma da fuoco. La mag- gior parte dei trapianti citati han- no avuto successo, tuttavia tre pa- zienti sono deceduti tempo dopo l’intervento. Rischi di immunosoppressione Un trapianto facciale, come altri allotrapianti, porta con sé il ri- schio di rigetto. «I pazienti che hanno subito un trapianto devo- no prendere immunosoppressori per tutta la vita. Questo è uno dei più grandi svantaggi dei trapianti facciali: l’uso di immunosoppres- sori nel lungo periodo comporta rischi» ha detto Gehrke. «Può au- mentare i rischi di cancro, infezio- ni e danni ai reni. Sono piuttosto critico riguardo a questi rischi se il paziente non è in una situazione in cui rischia la vita, a differenza di chi subisce trapianti di organi. La domanda è se questa posizione sia valida per tutti i casi». Molti dei pazienti che hanno rice- vuto un trapianto facciale avevano subito lesioni estese tanto da avere il volto sfigurato, come ferite da arma da fuoco, morsi o bruciature. Inoltre, molti casi di neurofibroma- tosi hanno richiesto un trapianto del volto dopo la rimozione del tu- more. In generale, questi trapianti includono i tessuti molli della fac- cia, muscoli e nervi e, in rari casi, parti della struttura ossea. Guarigione dell’espressione faccia- le e della percezione sensoriale «La difficoltà maggiore è connet- tere i nervi della nuova faccia con quelli del paziente per raggiun- gere una funzione motoria e una percezione sensoriale soddisfa- centi», ha affermato Gehrke. «In molti trapianti la muscolatura facciale può essere restaurata solo parzialmente». Un esempio è quel- più di 30 trapianti facciali in Fran- cia, Turchia, Stai Uniti, Spagna, Polonia e Cina. Il primo trapianto parziale, che includeva anche la bocca, il naso e il mento, è stato condotto su un paziente francese ferito dal proprio cane dopo aver preso dei sonniferi nel 2005. Il pri- lo di Richard Lee Nor- ris che ha ricevuto un trapianto comple- to del volto nel 2012 dopo una ferita da arma da fuoco subita quindici anni prima. Il paziente ha riac- quistato l’80% della funzionalità motoria della parte destra del viso, ma soltanto il 40% di quella sini- stra, secondo i reso- conti scientifici. «Si tratta di una perdita sostanziale che si- gnifica asimmetria del volto e può com- plicare l’espressione verbale» ha aggiunto il professor Gehrke. «Sappiamo dalla chi- rurgia ricostruttiva facciale che la per- cezione sensoriale che può essere riacquistata è nell’ordine del 70%, e comunque si lavora solo su una parte del viso alla volta. Ragiona- re sull’intero volto significa uno sforzo chirurgico enorme» ha spiegato il chirurgo. La maggior parte dei trapianti condotti fino a oggi hanno avuto una durata dalle 20 alle 30 ore occupando diverse équipe mediche. «Quando un in- tervento dura così tanto, il rischio aumenta. Già dopo quattro ore il rischio di trombosi è alto» ha af- fermato Gehrke. Nuovi sviluppi e tecnologie Il professor Gehrke e i colleghi al DGMKG sono convinti che il tra- pianto facciale è destinato a ri- manere un’eccezione in futuro. Una ragione è che altre tecniche e tecnologia progrediscono co- stantemente: modelli tridimen- sionali, materiali bio-riassorbibili per le osteosintesi, impalcature di seta che facilitano la formazione dell’osso. Tutti questi nuovi svi- luppi semplificano il lavoro del chirurgo e migliorano i risultati degli interventi. Il DGMKG ha presentato i risulta- ti delle ultime ricerche in questo campo all’annuale conferenza stampa del 2 giugno che si è tenu- ta ad Amburgo. Tra le novità più promettenti, gli impianti anti- corrosione in lega di magnesio biocompatibili. Questi impianti bioriassorbibili potranno esse- re utilizzati nella chirurgia orale e maxillo-facciale in futuro, ha spiegato Gehrke. Si deteriorano e sono gradualmente rimpiazzati dall’osso del paziente. «Una vol- ta che queste innovazioni saran- no all’ordine del giorno – cioè fra otto/dieci anni – sia le ricostruzio- ni che usano trapianti autogeni e gli interventi per rimuovere le pia- stre di ricostruzione diventeranno obsoleti», ha dichiarato. Anne Faulmann, DTI A sinistra: il prof. Gerd Gehrke. A destra: il modello 3D di una ricostruzione mandibolare (Foto sinistra: DGMKG; foto destra: University Medical Center Hamburg-Eppendorf, Clinic for Oral and Maxillofacial Surgery).

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