Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition No. 3, 2016

3 Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2016 Attualità Odontoiatria estetica in ascesa Lo afferma un sondaggio dell’American Academy of Cosmetic Dentistry Corone e ponti, bonding, faccette e sbiancamento continuano ad essere in cima ai trattamenti estetici offerti dai dentisti, come risulta da un nuovo sondaggio AACD (Foto: wavebreakmedia/Shutterstock). Madison, USA – Il settore dell’o- dontoiatria estetica mostra un andamento di persistente cresci- ta, come emerge da un sondaggio dell’American Academy of Cosmetic Dentistry (AACD). La maggior parte degli intervistati ritiene infatti che i trattamenti estetici saranno fonte di entrate ancor più consistenti nel prossimo anno. Le maggiori aspet- tative tuttavia derivano dagli im- pianti dentali che continueranno a diffondersi.«Alcuni dei risultati più interessanti emersi dal sondaggio riguardano le tendenze più significa- tive in corso nel dentale» commenta il presidente AACD, Joyce Bassett. Ciò vale soprattutto per la digitalizzazio- ne. Dice Bassett: «La spinta digitale inizia a farsi sentire nella cosmetica. Più del 50% degli intervistati dichia- ra infatti di utilizzare il sistema chai- rside CAD/CAM o ne sta prendendo in considerazione l’acquisto». Nel sondaggio, il 93% di profes- sionisti del dentale crede che la persistente domanda legata all’e- stetica è prodotta soprattutto dal passaparola di amici e paren- ti che hanno avuto esperienze positive. Altri fattori sono la cre- scente informazione online sull’o- dontoiatria estetica (75%), una mi- glior promozione delle pratiche dentali (63%) e la copertura media- tica dell’odontoiatria estetica (56%). Tra le più frequenti operazioni este- tiche troviamo corone e ponti, bon- ding, faccette e sbiancamento. Con il 32%, il trattamento più diffuso è risultato lo sbiancamento dei den- ti. Secondo i medici intervistati i pazienti chiedono un trattamento estetico per migliorare l’aspetto fi- sico e l’autostima (l’86%); per porre rimedio a un trattamento preceden- temente fallito (il 51%); per eventi fu- turi come un matrimonio (48%); per restauri o per ragioni di salute, come ad esempio un incidente o infortu- nio (il 46%), per vedersi e sentirsi più Dopo la firma del Presidente della Re- pubblica, la bozza del disegno di legge sul lavoro autonomo, collegato alla Legge di Stabilità 2016, si trova attual- mente al vaglio del Senato. Il “jobs act per i lavoratori autonomi”, come definito dallo stesso Matteo Renzi, contiene nuove tutele a favore di pro- fessionisti e, in generale, di lavoratori autonomi, dalle quali resterebbero esclusi i soli piccoli imprenditori, arti- giani e commercianti, iscritti alla Ca- mera di Commercio. In effetti, con il Ddl in commento, l’E- secutivo sembra “chiudere il cerchio” delle riforme operate sul mercato del lavoro per renderlo più flessibile in uscita e in entrata, consentendo l’ade- guamento della normativa naziona- le agli standard della flexsecurity di stampo comunitario. L’opera riformatrice ha preso le mosse dal tanto discusso contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescen- ti, introdotto con il decreto legislativo n. 23 del 2015 che, fatte salve poche ec- cezioni, ha reso la tutela del lavoratore licenziato illegittimamente una que- stione di tipo prettamente risarcitorio. Si è passati poi al riordino e alla ridu- zione dei contratti di lavoro, tra i quali quelli a tempo determinato, a tempo parziale e quello di somministrazione, per poi rideterminare i principi su cui, per anni, si sono fondati i rapporti tra datoredilavoroelavoratore. A riguardo, uno dei rinvii principali è alla modifica delle mansioni del lavo- ratore subordinato, divenuta più facile, dopolariformulazionedell’art.2103c.c. operata dal Testo unico di riordino dei contrattidilavoro(D.Lgs.n.81/2015)con decorrenza dal 25.06.2015 e applicabile atuttiilavoratorisubordinati,anchese assunti precedentemente a tale data. L’onda riformatrice ha investito anche le collaborazioni coordinate e conti- nuative, o meglio le collaborazioni a progetto, riconducibili nella categoria della parasubordinazione, alternativa al classico rapporto di lavoro subordi- nato e a quello autonomo, abrogando i cosiddetti co.co.pro. e imponendone la riconversione in altra tipologia contrat- tuale. Il Ddl in commento, dunque, si pone su una immaginaria linea di con- tinuità legislativa rispetto alle riforme del jobs act e, in particolare, la prevista riformadellavoroautonomodovrebbe costituireilprimotestodedicatoairap- portidilavorononriconducibiliallasu- bordinazioneeallecollaborazioni.Esso appare concepito per regolamentare in modo unitario il settore del lavoro au- tonomo e agevolare un sano uso di tale tipologia contrattuale a scapito delle cosiddette“falsepartiteIva”,chehanno comportato problemi di vario genere, incluso il proliferare di controversie giudiziali che hanno intasato il conten- ziosodeitribunali. Tra gli elementi di novità, da segnalare la possibilità prevista dal Ddl di stipu- lareconlecompagnieassicurative(che stanno già provvedendo a dotarsi dei relativi strumenti) polizze per coprire il rischio di ritardo nei pagamenti di fatture da parte del cliente o del com- mittente. Oggi il lavoratore autonomo, in caso di ritardato adempimento da parte del committente/cliente (fatta salva l’ipotesi di una vertenza per il recupero coattivo del credito) non può che attendere di ricevere il corrispetti- vo, magari azionando le “leve” messe a sua disposizione dal proprio ordine professionale in termini di servizi di recupero del credito. Il Ddl sul lavoro autonomo, invece, stabilisce che il lavoratore autonomo possa rivolgersi alla compagnia per es- sere liquidato direttamente, una volta sottoscritta una specifica polizza dal contenuto regolamentato per legge in accordo con gli istituti assicurativi e di controllo preposti. È auspicabile (e prevedibile) che il premio annuale da versare alla compagnia si possa fiscal- mente detrarre. Si tratterebbe di uno strumentodituteladellavoratoreauto- Un disegno di legge per un volto più umano del lavoro autonomo e contro le false partite Iva nomo, destinato a un’ampia fruizione da parte degli interessati e dai risvolti praticidigrandeutilità. La stipula di simili polizze dovrebbe incoraggiare l’esercizio della professio- ne autonoma e consentire una tutela sostanziale della categoria – da sempre esposta a mancati o, quanto meno, tar- divi pagamenti delle parcelle – e dall’e- ventualità che, pur eseguita l’attività e/o il servizio richiesto (legale, odon- toiatrico, tecnico ecc.), si resti esposti all’inadempienza del cliente/commit- tente. Oppure al rischio di percepire il compenso solo a fronte di sconti non previstioprestazioniaggiuntive. Marco Lama, avvocato giuslavorista giovani (il 45%). L’indagine, condotta tra settembre e novembre del 2015, comprendeva 360 professionisti del settore, di cui l’89% si è presentato come dentista generico (il 60%) o specializzato in estetica (29%). Tra gli intervistati, i membri dell’AACD erano il 74%. L’Accademia compie indagini biennali sullo stato del dentale dal 2005. Il rapporto completo, intito- lato “Cosmetic Dentistry: State of the Industry, Survey 2015”, è dispo- nibile sul sito www.aacd.com. Dental Tribune International

Sito